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 2010  settembre 28 Martedì calendario

ONU, UN AMBASCIATORE PER RICEVERE GLI ALIENI: «DOBBIAMO ESSERE PRONTI» —

Quando ET atterrerà finalmente sulla Terra pronunciando la fatidica frase «portatemi dal vostro capo», (come nel film «Men in Black») all’Onu sapranno chi chiamare. Dopo un lungo e rigoroso esame per riempire la neonata carica di «ambasciatore Onu per gli alieni», le Nazioni Unite hanno annunciato che la scelta è ricaduta sulla 5 8 e nne a strofisica malese Mazlan Othman, già direttore dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari dello Spazio extra atmosferico (Unoosa), l’agenzia con sede a Vienna che supervisiona i programmi spaziali dei vari Paesi e finanzia i progetti delle nazioni che vogliono creare un programma spaziale in modo pacifico.
La Othman illustrerà il suo nuovo incarico alla conferenza scientifica della Royal Society che si terrà la settimana prossima nel Buckinghamshire. Per giustificarlo, secondo le anticipazioni dei giornali britannici, l’astrofisica dirà ai delegati che la recente scoperta di centinaia di pianeti in orbita attorno ad altre stelle ha reso «sempre più probabile e imminente» la scoperta di una vita extraterrestre.
«La continua ricerca di comunicazioni extraterrestri da parte di più soggetti ci lascia sperare che un giorno l’umanità riceverà segnali dagli alieni» ha spiegato lei stessa durante una recente conferenza internazionale di scienziati. «Quando succederà dovremo avere in piedi una risposta coordinata che tenga conto di tutte le sensibilità delle parti coinvolte», ha teorizzato, spiegando che «l’Onu è una struttura già pronta per mettere in piedi tale meccanismo».
Mentre l’Onu si prepara ad accogliere gli extraterrestri con la stessa diplomatica nonchalance riservata a leader quali il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad e quello venezuelano Chávez — bollati come «marziani» dai media americani — molti hanno già ironizzato sul progetto, chiedendo che l’Onu si occupi prima della pace sulla Terra e poi delle relazioni interplanetarie.
A frenare gli scettici sono arrivate però le testimonianze di sei ex ufficiali dell’aeronautica Usa che parlano di ripetute visite dallo spazio per disattivare i sistemi di difesa nucleare Usa. La «minaccia extraterrestre» citata da Ronald Reagan nel famoso discorso di fronte alla 42ª sessione dell’Assemblea generale Onu, nel settembre 1987, è stata in un modo o nell’altro riconosciuta da innumerevoli politici americani, dal presidente Jimmy Carter al Congressman democratico Dennis Kucinich e ciò giustificherebbe l’ansia Onu di coordinare la risposta a un eventuale «primo contatto», evitando che sia la superpotenza a farlo.
Il problema è che anche la politica extraspaziale — come accogliere eventuali ET che bussassero alla porta della Terra — è già spaccata in due tra falchi e colombe. Secondo l’ Outer Space Treaty del 1967, regolato dall’ Unoosa, gli Stati membri dell’Onu si sono impegnati a proteggere la Terra contro la contaminazione di specie aliene, che dovranno essere «sterilizzate» prima di poter metter piede sul nostro pianeta. La Othman sarebbe fautrice di un approccio «più tollerante».
Ma a metterla in guardia dai rischi di un eccessivo buonismo è, nientemeno, il professor Stephen Hawking. «Immagino che gli alieni possano vivere in enormi astronavi, dopo aver usato tutte le risorse dei loro pianeti — afferma il celebre matematico e astrofisico britannico — il risultato sarebbe molto simile a quel l o della scoper ta del - l’America da parte di Cristoforo Colombo. Che come tutti sanno non fu un lieto fine per i nativi americani».
Alessandra Farkas