Enrico Franceschini, il venerdì n.1175 24/9/2010, 24 settembre 2010
LA FAVOLA NERA DEL PRINCE E DELLA BELLA «REGINA» KAZAKA
Dopo Fergie «la rossa», un’altra donna sta mettendo nei guai il principe Andrea, terzogenito della regina Elisabetta e fratello minore di Carlo, quarto in linea per il trono dei Windsor. Già protagonista di uno scandaloso divorzio dalla prima moglie, Sarah Ferguson, battezzata Fergie dai tabloid britannici, a suo tempo immortalata in una celebre foto mentre si faceva succhiare un alluce dall’amante di turno e ora travolta dai debiti, si dice che adesso Andrea abbia perso la testa per un’esotica «regina» delle steppe: Goga Ashkenazi, miliardaria kazaka, una dei nuovi ricchi prodotti dalla fine dell’Urss.
Da mesi i due appaiono insieme nei luoghi più esclusivi di Londra, dalle feste a Buckingham Palace alle corse di Ascot. Al fianco della splendida trentenne del Kazakhstan, il principe – che ha vent’anni di più – sembra rinato: scherza, ride, si comporta come un ragazzino. Il mese scorso lei ha confidato a un settimanale di gossip che per Andrea prova sentimenti che vanno ben al di là dell’amicizia: «Devo dire che lo amo molto. Insieme ci divertiamo un sacco». E i veterani delle cronache di palazzo reale commentano che la sovrana non è per niente compiaciuta all’idea di una relazione fra uno dei suoi figli e una straniera dell’Asia centrale, nata nell’Urss comunista, diventata ricchissima in modo misterioso e molto chiacchierata per i suoi precedenti rapporti con i playboy di mezzo mondo, incluso l’italiano Flavio Briatore. Ma i guai più grossi, per Andrea, sono venuti alla luce soltanto negli ultimi giorni, quando un giornale londinese ha scoperto che una delle società gestite dalla bella Goga è sotto processo in Germania per corruzione. La MunaiGaz Engineering, di proprietà di Goga Ashkenazi e di sua sorella Meruert Berkalieva, è accusata di avere richiesto una enorme bustarella, pari a nove milioni di euro, per assicurare a un gigante del gas tedesco, la Man Turbo, un contratto da ottanta milioni di euro per operazioni nel settore in Kazakhstan. In tribunale, i legali delle due sorelle hanno presentato la cifra come una quota da pagare una tantum per entrare nel mercato del gas kazako; ma il giudice non l’ha bevuta, rispondendo che in Germania «queste cose hanno un altro nome, tangente, ed è vietato per legge tentare di estorcerle a una compagnia tedesca».
Per il momento, Goga non è stata incriminata: sul banco degli imputati c’è solo la sua società. E si tratta di una tentata estorsione, non di un’estorsione avvenuta, perché nessuno ha pagato nessuno. Però lo scandalo rischia di macchiare,
per associazione, la reputazione sia dell’affascinante miliardaria kazaka, sia del suo recente boyfriend, il principe Andrea.
Il quale ha un debole per il Kazakhstan, al punto da superare i limiti dell’etica. Per combinazione, infatti, a fine agosto un tribunale di Londra ha convocato il principe, per ascoltare la sua testimonianza riguardo all’ipotesi che un altro oligarca kazako, Timur Kulibayev, abbia usato denaro riciclato, proveniente da loschi affari, per comprare per cinquanta milioni di euro la residenza in cui Andrea ha vissuto per anni, Sunninghill Park. A insospettire le autorità ha contribuito il fatto che l’acquirente avesse offerto al principe una somma del dieci per cento più alta del valore di mercato del prestigioso immobile.
E chi ha presentato Kulibayev ad Andrea? La conturbante Goga. La quale conosce il suo collega kazako non solo sul piano degli affari, ma pure intimamente, diciamo tramite la camera da letto: qualche anno fa ha avuto con lui una relazione da cui è nato un figlio, che Kulibayev ha riconosciuto. Perché non si sono sposati? Perché una moglie, lui, ce l’ha già, e che moglie: si tratta della figlia di Nursultan Nazarbaev, il potentissimo presidente del Kazakhstan, l’ex repubblica sovietica che giace su immensi giacimenti di petrolio e gas, di cui Nazarbaev era il leader quando esisteva ancora l’Urss e continua ad esserlo quasi vent’anni dopo. Una longevità al potere al cui confronto Putin in Russia è un novellino. Insomma, dagli scandali affiora un triangolo: Andrea, Goga e Timur. O forse una catena, perché dietro Timur ci sono la figlia di Nazarbaev e Nazarbaev medesimo. Di cui il principe, peraltro, è diventato buon amico: questo spiega perché vada tanto spesso in Kazakhstan, nel suo ruolo di rappresentante commerciale, ma anche per dedicarsi alla caccia di anatre insieme al presidente kazako.
Ma come ha fatto, Goga, a diventare ricca? Figlia di due accademici, nipote di un segretario provinciale del Pcus, dunque nata nella nomenklatura sovietica, per quanto nomenklatura di provincia, nel 1993, quando aveva tredici anni (e l’Urss non esisteva più da due), Goga fu mandata dai genitori a studiare in una scuola in Gran Bretagna. Da questa passò nientemeno che alla Oxford University. A 22 anni fu fotografata in topless sullo yacht di Briatore. A 24 si sposò con l’erede di una grande dinastia di albergatori californiani, Stefan Ashkenazi, da cui ha divorziato due anni dopo ma del quale ha mantenuto il cognome, forse perché nell’alta società suona meglio di Aralbaev. Goga sostiene di essersi arricchita soltanto con il proprio ingegno e le proprie iniziative. Il suo look, in ogni caso, non deve averla danneggiata. Anzi.