Salvatore Garzillo, Libero 28/9/2010, 28 settembre 2010
MALATI DI SUPERENALOTTO «L’EPIDEMIA DEL 2010»
Se il jackpot dei record continua a salire, la speranza degli italiani lentamente diminuisce. Secondo i dati registrati dalla Sisal, nonostante i 147,5 milioni di euro messi in palio dall’estrazione di oggi, le giocate sarebbero in calo. Una diminuzione di 1,7 punti che, in soldoni, corrisponde ad un milione di euro in meno rispetto al 18 settembre (da 62 a 61 milioni), causata probabilmente dal 10 e Lotto, il cui restyling è della scorsa settimana. Un motivo ufficiale che convince poco il Codacons, che ha richiesto un incontro con Sisal e Monopoli di Stato, in cui parlare proprio di questo: dagli 80 milioni di combinazioni giocate nel 2009 (periodo del picco del jackpot) si è scesi alle attuali 30-35 milioni di combinazioni. Ciò sarebbe dovuto – secondo il Codacons – «a una assuefazione all’entità del montepremi, al maggior numero di giochi messi in commercio nell’ultimo anno e alla minore quantità di denaro liquido circolante nella famiglie».
SOLDI FINITI
Una tesi confermata anche dai “Giocatori anonimi”, l’associazione nata nel 1999 su modello dell’americana “Gamblers Anonimous” che aiuta quanti vogliono curarsi dalla dipendenza dal gioco. «La gente sta finendo pure i soldi», ci dice Sandro, responsabile della pubblica informazione. «Adesso non c’è molto da sperperare». Ogni anno i dati relativi al numero degli italiani che entrano nel tunnel del gioco riporta un segno positivo. Un esercito di “malati” invisibili, capaci di spendere anche 4-500 euro alla settimana solo in schedine del Superenalotto. «Nell’ultimo anno c’è stato un aumento delle richieste di aiuto di quasi il 100%. Fino a qualche tempo fa non si parlava di questo problema e la gente che soffriva di ludopatia viveva nell’ombra, con il timore di esser scoperta. C’era molta paura e vergogna» – continua Sandro, che preferisce non rivelare il proprio cognome.
«Poi, con l’aumento vertiginoso dei casi, anche i media hanno capito l’importanza dell’informazione e della prevenzione nei confronti del gioco e le persone sono finalmente uscite allo scoperto. Attualmente sono oltre 3000 le persone che frequentano i nostri incontri in tutta Italia e il numero è sempre in aumento. Il dato allarmante è che ora anche le persone più insospettabili sono a rischio. Una volta “i giocatori” appartenevano ad una determinata classe sociale e avevano un background riconoscibile. Adesso il problema riguarda tanto le casalinghe quanto i manager d’azienda, passando per pensionati e agenti delle forze dell’ordine».
GIOCHI INNOCUI
Una dipendenza dunque sempre più diffusa e generalizzata, difficile da percepire se non quando è ormai troppo tardi. «Il problema del Superenalotto e dei “gratta e vinci” è che, a differenza del gioco d’azzardo, trascinano nella dipendenza in maniera più subdola, essendo le giocate più contenute. Ciò è dovuto anche al fatto che sembrano giochi innocui, o almeno così vengono presentati. In questo modo si entra in una spirale senza rendersene conto e uscirne è sempre più dura. Si comincia investendo in una schedina l’euro che si riceve come resto dal tabaccaio e si può arrivare in breve tempo a vere follie».
Le parole di Sandro nascondono un’esperienza dovuta ad anni di patologia dalla quale, confessa con orgoglio, è ormai guarito. «A conferma del fatto che è molto difficile la presa di coscienza della propria condizione, c’è da dire che spesso sono i parenti dei giocatori i primi a rivolgersi all’associazione. Ci raccontano come i propri congiunti abbiamo distrutto l’intero patrimonio e di come, dopo il decimo finanziamento, siano finiti nelle mani degli strozzini».
Sul sito dell’associazione sono tante le testimonianze lasciate da chi ha perso tutto, tranne la speranza. Come Fabio, 42 anni di cui 29 trascorsi tra numeri e schedine, che affida alla rete il suo racconto: «La mia testimonianza spero possa essere utile a chi ancora non sa di essere schiavo del gioco. Spero che leggendola possa rivedersi e darsi un’ultima chance, perché abbiamo sempre un’ultima chance. È come se ci trovassimo davanti ad una slot e ci fosse rimasta un’ultima moneta: non buttiamola, usiamola per chiamare aiuto e riprendiamoci la nostra vita».