Andrea Brenta, ItaliaOggi 28/9/2010, 28 settembre 2010
VUITTON CHIUDE UN’ORA PRIMA
Boutique con ingresso a numero chiuso e file interminabili di turisti, soprattutto asiatici, in paziente attesa di entrare.
La crisi, se mai c’è stata, è solo un lontano ricordo per i marchi del lusso. Che ora hanno un problema, se vogliamo considerarlo tale, di tipo opposto: quello di evitare, in vista delle prossime festività natalizie, l’esaurimento delle scorte.
Louis Vuitton è corso ai ripari, trovando una soluzione, almeno temporanea.
Così nella sua grande boutique sull’Avenue degli Champs Elysées, a Parigi, gli orari di apertura sono stati, in via eccezionale, ridotti di un’ora: fino alla fine di novembre, le porte dell’elegante negozio si chiudono ogni sera alle 19 e non più alle 20, mentre le altre boutique parigine del marchio non accolgono più clienti dopo le 18, anziché le 19.
Non solo. Anche le vendite sono contingentate «a una sola borsa più un articolo di piccola pelletteria oppure a due articoli di piccola pelletteria per cliente», spiega un commesso.
I prezzi a Parigi sono spesso inferiori rispetto all’estero (40% in meno che a Pechino e 30% in meno che a Hong Kong), senza contare il rimborso dell’Iva al 12% riservato ai non europei.
«Assistiamo a un forte rimbalzo delle vendite dopo la crisi, è un fenomeno che abbiamo già osservato in passato», spiegano dalla direzione della griffe, aggiungendo che anche la corsa al ribasso dell’euro ha contribuito a rilanciare gli acquisti dei turisti.
Dunque non è un caso che nel corso del primo semestre dell’anno Louis Vuitton abbia visto le proprie vendite aumentare a doppia cifra e l’utile balzare del 53%.
Il gruppo del monogramma non è l’unico, nel panorama del lusso, a ostentare simili risultati. Il giro d’affari di Hermès nei primi sei mesi del 2010 è cresciuto del 22,8%, quello di Richemont (Cartier, Jaeger-Le Coultre, Van Cleef & Arpels...) del 37% tra aprile e agosto.
Questi giganti del lusso devono affrontare ora un problema nuovo: quello della capacità di produzione. I laboratori di pelletteria di Louis Vuitton lavorano a pieno ritmo e il gruppo Lvmh ha assunto quest’anno 320 nuovi artigiani, che è stato necessario formare. Agli attuali 11 siti di fabbricazione si aggiungerà, alla fine della prossima primavera, una manifattura ultramoderna a Marsaz, nel dipartimento della Drôme.
A mali estremi, estremi rimedi.