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 2010  settembre 23 Giovedì calendario

LIBRO D’ARGENTO PER IL MAXXI

Questa sera alle 18,30 sarà presentato al Maxxi (museo delle arti del XXI secolo, via Guido Reni 4a)) quello che viene annunciato come «l’ unico libro ufficiale sull’ architettura del museo progettato da Zaha Hadid» e inaugurato al 30 maggio scorso. Il volume, edito da Skira, contiene i disegni del progetto, dai primi schizzi fino ai dipinti in acrilico della struttura, che poi sono stati presentati al concorso per la trasformazione delle caserme di via Guido Reni in museo. E le immagini del cantiere, a cominciare dalle foto aeree del quartiere Flaminio, con ancora i capannoni risalenti ai primi del Novecento, per passare allo sventramento effettuato dalle ruspe e alle prime gigantesche gru che cominciano a tracciare le fondamenta, fino alle immagini dell’ edificio terminato, dopo otto anni di lavori. Un libro da sfogliare, perché pagina dopo pagina le illustrazioni sintetizzano l’ intero percorso di un progetto architettonico, dalla genesi al compimento. Un po’ ostico da leggere, sia perché i testi sono soprattutto rivolti agli addetti ai lavori, con discorsi su «diagrammi striati», «spinte diagonali provenienti dal reticolo adiacente» che «si dirigono verso le striature come un vettore, andando a sbattere contro il diagramma». Né aiutano le spiegazioni dell’ architetta irachena: «Ero interessata alla morfologia del piano e al passaggio dal campo all’ oggetto e poi di nuovo al campo. Il museo era un progetto paesaggistico sul campo, ma non un campo con un’ unica superficie. È diventato un campo come un oggetto». Si riescono a leggere queste parole soltanto prendendo in mano il volume e muovendolo, lentamente e in continuazione, perché in buona parte dei testi è stato usato un inchiostro argentato che riflette la luce diventando invisibile. Per farlo riaffiorare sul bianco della pagina, basta cullare il libro. Alla casa editrice raccontano che l’ idea è dello studio di Zaha Hadid che ha curato interamente il volume. Del resto l’ arte, come scrive Pio Baldi, presidente della Fondazione Maxxi, «è stata sempre anticipazione di pensieri, intuizione premonitrice, sperimentazione e innovazione di linguaggi e messaggi con successiva ricaduta su altri settori creativi e produttivi». Insomma questo «Maxxi Zaha Hadid Architects», come recita il titolo, va preso come un libro d’ arte, così come opera d’ arte, prima che museo, sarebbe la costruzione stessa, che la Hadid ha voluto infatti far ammirare per qualche mese completamente vuota in modo che il visitatore la potesse apprezzare non soltanto come contenitore. E allora godiamoci la «passeggiata architettonica» proposta dalle foto di Iwan Baan, che partendo da una veduta a volo d’ uccello sull’ intero quartiere focalizzano poi l’ obiettivo su un campo sempre più stretto fino ai primi piani delle ardite pareti in cemento e infine sulle viscere sinuose dell’ edificio.
Lauretta Colonnelli