PIERO SORIA, La Stampa 27/9/2010, pagina 12, 27 settembre 2010
Nell’abbazia del Codice da Vinci - Io sono nato qua, nel deserto cataro. Sai, amico italiano, ognuno ha la sua verità
Nell’abbazia del Codice da Vinci - Io sono nato qua, nel deserto cataro. Sai, amico italiano, ognuno ha la sua verità. La mia è questa: Gesù non muore sulla croce, sposa la Maddalena, la sua put convertita, e fanno un figlio. Non so lui, ma lei a un certo punto scappa con alcuni ebrei, arriva in Camargue, a Saintes Maries de la Mer, e incomincia a evangelizzare i pécheurs. Subito perseguitata dai romani, riprende la fuga e finisce su questa collina inospitale, un picco arido circondato da grotte, cunicoli e gole». «Mi sembra di sentire Dan Brown». «Chi? Se non ti frega, aspetta il treno da un’altra parte o vai su a piedi fin che il sole non ti frigge la zucca». Ci vuole l’offerta di una sigaretta per ammorbidire il risentimento di questo anziano signore col berretto da capostazione, seduto all’ombra stenta di un alberello avvizzito, che vende per un euro passaggi sulla tradotta che, dal posteggio polveroso, si inerpica per un chilometro sui ripidi tornanti di Rennes-le-Château, luogo popolato dai fantasmi dell’enigmatica avventura terrena dell’abate Saunière, il prete diventato ricchissimo da un giorno all’altro. E che la leggenda, di volta in volta, descrive come gran scopritore del tesoro di Alarico, piuttosto che di quello dei Catari, dei Templari o, addirittura, di quello del Tempio di Re Salomone, e dunque del Graal. Anche se c’è chi minimizza: «Questo Saunière era solo un astuto truffatore: s’è fatto i soldi con una mastodontica vendita d’indulgenze». Quasi tutti sono concordi nel valutare il suo bottino nell’equivalente odierno di quindici milioni di euro, che spese per circondarsi di un lusso sfrenato e per rendere la sua chiesupola un lussureggiante e orrendo tempio circondato da torri, ville e giardini. Qui Wagner trasse ispirazione per il suo Parsifal e, a sua volta, ispirò la vorace e inutile ricerca dell’SS Otto Rahn durante l’occupazione francese. Continua il capostazione: «Stai a sentire il dunque: il figlio di Gesù e della Maddalena ha poi avuto i suoi bei discendenti, che a loro volta hanno dato origine alla dinastia dei Merovingi. Ecco da dove arriva il tesoro di Saunière: direttamente dalla Palestina. Passato nelle ere da una mano amica all’altra. Rifletti: chi erano quelli tolleranti nei confronti di ebrei e musulmani? No, non rispondere subito. Dimmi anche: chi sosteneva che Gesù non era morto in croce e che la sua Maddalena ha bazzicato queste terre? Te lo dico io: Catari e Templari. E che fine hanno fatto? Sterminati dal Papa, che non poteva sopportare l’idea della non resurrezione. Perciò, per me, la cosa è semplice: Saunière non ha trovato un vero malloppo, ma i documenti che provavano questa storia. E si è messo a ricattare la Chiesa, che ha aperto i cordoni per farlo stare zitto. Capito?». Al di là delle mille ricostruzioni, la storia, ridotta all’osso, è questa. Nel 1244 cade Monségur, l’ultimo bastione cataro. Undici anni dopo, e a pochi chilometri di distanza, parte la costruzione a Rennes-le-Château della chiesa dedicata a Maria Maddalena. Cinque secoli più tardi muore il parroco Jean Bigou, cappellano dei Blanchefort - famiglia che vantava al suo interno un Gran Maestro dei Templari - e che la leggenda racconta come grande appassionato di esoterismo in possesso di assai strani documenti. Nel 1885 gli succede il bizzarro Bérenger Saunière, che si porta dietro la sua perpetua-amante Maria Denarnaud. Fino al 1892 il curato, povero in canna, si arrabatta come può. Poi, improvvisamente, viene colpito da mirabolante ricchezza e incomincia a ristrutturare la sua chiesa riempiendola di ossessivi quanto enigmatici messaggi: sul portone d’ingresso fa scolpire «Questo è un luogo terribile». Poi fa reggere l’acquasantiera dal demone Asmodèo, che nella mitologia ebraica è il guardiano del tesoro di Salomone. Sul mosaico dell’altare raffigura un’Ultima Cena con la Maddalena ai piedi del Cristo. Sistema statue di Santi le cui iniziali compongono la parola Graal. A partire da una semiblasfema Via Crucis, l’elenco delle stranezze è quasi infinito. Nel frattempo il novello Mida Saunière fa costruire Villa Bethania, la torre Magdala, un esotico giardino, biblioteche, tombe. Trova anche il tempo di farsi scomunicare dal vescovo di Carcassonne, di andare spesso a Parigi per incontrare artisti, politici, finanzieri e cantanti: la Callas dell’epoca, per esempio. Quell’Emma Calvé, grande occultista con cui - pare - ebbe anche una furibonda relazione. In punto di morte tenta di confessarsi ma non ottiene l’assoluzione. I suoi segreti passano dunque alla fida Denaurdaud che, colta da ischemia, trapassa tenendo la bocca chiusa, permettendoci così di fantasticare fino a oggi. E rendendo Rennes-le-Château un luogo dove tutti si sono messi a scavare in cerca del Trésor Maudit, il Tesoro Maledetto. Un luogo visitato da un infinito numero di grandi: da Giovanni d’Asburgo, fratello dell’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe che versò a Saunière somme ingenti, a Mitterrand; da Marlene Dietrich a Grace Kelly e Joséphine Baker. Ma tutto è possibile ancora adesso, in quella stravagante contrada catara. Basta lasciarsi sulla destra l’autostrada che, all’ombra della montagna di Alarico, scorre da Narbonne a Carcassonne. Abbazie, rovine di castelli, forre improvvise, vigne assetate, canyon di terra rossa, villaggi sonnacchiosi, popolati solo da qualche dozzina di abitanti. Ma con idee e propositi strabilianti. Un esempio? La Roque de Fa: un tavolino e due sedie sul minuscolo marciapiede spazzato da un sole ustionante. Un tipo agita la mano all’auto che passa: «Vuoi un tè? Vieni, sarai il primo cliente del nuovo Caffè Intellettual Creativo. Mi chiamo Michel Bottineau, ho appena fondato l’Università Cosmo Galattica, conosco tutti gli sciamani del mondo e collaboro al Calendario Maja della Pace. Ehilà, ma tu vieni da Torino. Sono giusto tornato da una visita al tempio di Damamour. Che sotterranei! Hanno qualche problema, vero? Bè, niente che non si possa superare nell’Anno della Luna rossa armonica». Ti guardi intorno e conti una decina di case con l’unico minimarket in quaranta chilometri: roba catara. Ma il tè è davvero buono.