Massimo Gramellini e Carlo Fruttero, La Stampa 26/9/2010, pagina 88, 26 settembre 2010
STORIA D’ITALIA IN 150 DATE
2 dicembre 1973
Appiedati
La colpa è degli sceicchi, che hanno chiuso i rubinetti del petrolio per punire gli amici di Israele. Così almeno dice il telegiornale, nel comunicare al pregiato popolo bue la decisione del governo Rumor: da questa domenica tutti a piedi. Ma non è che gli altri giorni si faccia festa. Negozi chiusi entro le sette, cinema e ristoranti entro le undici, alla tv i programmi finiscono alle 22 e 45 e in casa il riscaldamento non può superare i 20 gradi. Irrompono nuovi mostri mediatici: il Serpente Monetario, dalle cui spire ci avrebbe liberato Andreotti svalutando la lira, e la Stagflazione, temibile incrocio fra la stagnazione dell’economia e l’inflazione a due cifre che accelera i prezzi dei beni di prima necessità. I quali con un atto d’imperio vengono bloccati. Il risultato è che sparisce lo zucchero sfuso e si trovano solo le zollette, che costano il doppio.
Quanto è amaro il caffè, quella mattina. A renderlo più insopportabile sono i giulivi che esaltano la nuova parolina magica: austerity. I telegiornali mostrano bambini festanti in bicicletta e lanciano appelli allo spirito di sacrificio. È la formula della felicità, o almeno della sopravvivenza, e la ripetono i politici più seri e tenebrosi, da Berlinguer a La Malfa, che ha minacciato di uscire dal governo se verranno autorizzate le trasmissioni televisive a colori. Forse quei due vedono lontano. Però l’italiano del 1973 non pensa ancora all’ecologia e alla sobrietà come antidoto alla deriva turboconsumista. Pensa alla guerra e alle privazioni che credeva di essersi lasciato alle spalle per sempre. Affiora l’incubo dei razionamenti, delle restrizioni valutarie e di nuove tasse, che si materializzano in un’altra stirpe di creature mitologiche, le Una Tantum: sull’auto, sulla casa, su tutto. Gli italiani evadono come possono e riorganizzano l’economia all’insaputa dei politici, che incrementano anch’essi un secondo lavoro: il furto. Per il partito, s’intende. Tangenti dall’Enel per non costruire le centrali nucleari e dall’Unione Petrolifera per speculare sul prezzo della benzina. Ma non era colpa degli sceicchi? L’austerity perde un sopracciglio: arrivano le domeniche a targhe alterne. Il colpo di coda della crisi sarà la scomparsa degli spiccioli, sostituiti dai miniassegni di carta: il più pesante vale 300 lire, con cui si comprano due quotidiani o un litro di benzina. Ma ormai è il settembre del 1975 e l’Italia di provincia si è già rimessa in moto. La sua capitale è Maranello, dove Enzo Ferrari, l’ingegner Forghieri e un giovanissimo Luca di Montezemolo creano la Rossa delle meraviglie, che a Monza con Niki Lauda conquista dopo 11 anni il titolo mondiale della Formula Uno senza lesinare sulla benzina. Alla faccia dell’austerity.