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 2010  settembre 26 Domenica calendario

“Merkel e Nato protetti da esperti della Stasi” - Se oggi diversi membri del governo tedesco possono telefonare al riparo da orecchie indiscrete lo devono anche a un gruppo di ex dipendenti della Stasi

“Merkel e Nato protetti da esperti della Stasi” - Se oggi diversi membri del governo tedesco possono telefonare al riparo da orecchie indiscrete lo devono anche a un gruppo di ex dipendenti della Stasi. Alcuni matematici che fino a vent’anni fa lavoravano al servizio della polizia segreta della defunta Ddr sono stati infatti assorbiti dopo la riunificazione nella Rohde & Schwarz SIT GmbH, una società che oggi fornisce al governo e all’amministrazione pubblica tedesca sistemi di cifratura delle comunicazioni altamente sofisticati. La cancelliera Angela Merkel, un’appassionata di sms, ad esempio ha già usato un telefono «protetto» dalla Rohde & Schwarz SIT. E non è la sola: gli ex criptologi di Erich Mielke, il potentissimo capo della Stasi, sono infatti anche partner tecnici della Nato. Il ribaltamento di campo non è inusuale. Dopo la riunificazione la Repubblica federale ha incorporato in diversi casi non solo uomini, ma anche mezzi della Ddr. È successo al Bka (l’equivalente tedesco dell’Fbi), che l’anno scorso ha ammesso di avere ancora tra le sue file 23 ex collaboratori della Stasi, uno dei quali lavora nello speciale commando incaricato di proteggere la vita della cancelliera. È successo all’aviazione federale, che dopo il 1990 ha rilevato alcuni aerei della Ddr, che continuano a portare in giro per il mondo Frau Merkel e i suoi ministri e che ogni tanto sono costretti ad atterraggi di emergenza. Ed è successo al Ministero degli Interni, che si è affidato appunto agli ex matematici di Mielke. L’operazione, rimasta segreta fino ad oggi, è stata svelata dal settimanale «Der Spiegel» oggi in edicola. Il cancelliere della riunificazione, Helmut Kohl, e il suo ministro degli Interni, Wolfgang Schäuble, erano interessati a non farsi scappare di mano gli specialisti del Dipartimento XI della Stasi, chiamato «Organo centrale di cifratura». Esperti che fino agli Anni 80 erano riusciti a decifrare gli standard di crittografia usati nella Germania Ovest e avevano così consentito alla Stasi di spiare le comunicazioni dei servizi segreti tedesco-occidentali, BND e BfV. Grazie a loro persino gli ordini inviati dal BND alla versione tedesca dell’organizzazione clandestina Gladio venivano letti senza problemi a Berlino Est, ricorda lo Spiegel. Matematici preziosissimi, dunque, che Kohl temeva potessero finire al servizio di governi mediorientali, complicando così le operazioni del BND in quella regione. Fu così che venne messa a punto un’operazione segreta coordinata da Otto Leiberich, allora capo dei criptologi della Germania Ovest. «Erano dei matematici eccezionali, che non si erano resi colpevoli di nulla», ricorda Leiberich. Il quale, tuttavia, si scontrò con un problema: impiegare direttamente degli ex dipendenti della Stasi nei servizi segreti o nell’amministrazione della Repubblica federale era impossibile. Escogitò pertanto uno stratagemma: li fece ingaggiare dalla Rohde & Schwarz SIT GmbH, una controllata della Rohde & Schwarz, azienda di Monaco leader nelle tecnologie di sicurezza. A cambiare schieramento furono una dozzina di criptologi, tra i quali anche l’ex capo del Dipartimento XI della Stasi. La Rohde & Schwarz SIT, che ha sede nel quartiere berlinese di Adlershof, impiega circa 150 tra matematici e informatici ed è una delle tre società tedesche che nel 2009 si sono aggiudicate una maxi-commessa per fornire a ministri e alti funzionari federali telefonini a prova di spioni. L’azienda, che in passato ha rilevato le divisioni di Siemens e Bosch specializzate nella cifratura di dati sensibili, fornisce alcune tecnologie di crittografia usate dalla Nato per sottomarini ed elicotteri. L’abbandono del marco e la nascita dell’euro è stato il prezzo pagato dalla Germania federale, sotto il cancelliere Kohl, per ottenere l’assenso dell’Occidente alla riunificazione tedesca. Lo rivela «Der Spiegel», secondo il quale nel 1989 il presidente francese Mitterrand chiese, in cambio del suo sì, di accelerare la creazione dell’Unione monetaria. «La Germania può sperare nella riunificazione solo se starà in una comunità forte», disse al ministro degli Esteri tedesco-occidentale Genscher. Berlino smentisce: un simile scambio «non c’è mai stato», ha spiegato l’ex ministro degli Interni Schäuble. Incontrando pochi giorni fa la stampa estera a Berlino, Genscher aveva chiarito che «il nesso tra l’euro e la riunificazione tedesca è una leggenda». Ma l’ex presidente della Bundesbank, Karl-Otto Poehl, ha dichiarato allo Spiegel che «senza la riunificazione tedesca l’euro non sarebbe probabilmente mai arrivato».