La Stampa 26/9/2010, pagina 13, 26 settembre 2010
Alan Johnson: “Guai se comandano i sindacalisti” - Solo Alan Johnson, ministro ombra dell’Interno, santone progressista e sostenitore di David Miliband, in mezzo alla festa per «Ed il Rosso» («Sono il candidato di tutti, unirò il partito, non mi hanno votato solo i sindacati»), ha il coraggio di dire quello che l’ala New Labour pensa del nuovo leader
Alan Johnson: “Guai se comandano i sindacalisti” - Solo Alan Johnson, ministro ombra dell’Interno, santone progressista e sostenitore di David Miliband, in mezzo alla festa per «Ed il Rosso» («Sono il candidato di tutti, unirò il partito, non mi hanno votato solo i sindacati»), ha il coraggio di dire quello che l’ala New Labour pensa del nuovo leader. «Adesso evitiamo di ributtarci nelle mani dei sindacati». Mister Johnson, crede che Ed Miliband sia nelle mani delle Unions? «No. Credo che sia una persona di grande qualità, ma non posso fare a meno di notare che ha vinto col loro sostegno e io non vorrei vedere il partito tornare in piazza. Quando successe nel 1979 la Thatcher non fece nessuna fatica a spazzare via i sindacati e a tenersi stretta il consenso. Scontri e affermazioni al vetriolo sarebbero un suicidio». È convinto anche lei, come Lord Mandelson, che con la vittoria di Ed Miliband il partito si sia condannato all’opposizione eterna? «Il leader di un partito ha delle responsabilità precise che Ed certamente conosce. Il futuro non è segnato. Ricordo anche che noi abbiamo perso le elezioni ma Cameron non ha vinto. Per governare ha avuto bisogno dei Libdem». Sono loro il vostro obiettivo? «No. I liberaldemocratici sono un falso problema. Non a caso da settembre il partito laburista ha registrato 35 mila nuovi iscritti. Un terzo di loro erano delusi da Clegg. Cameron è l’obiettivo». La Gran Bretagna è terrorizzata dai tagli al welfare e i sondaggi vi danno in risalita. È certo che la linea di Ed Miliband sia sbagliata? «Gli elettori sanno che bisogna ridurre il deficit. I tagli sono necessari. Non quelli selvaggi del governo, ma una parte sì». Che parte? «Cameron vuole tagliare 113 miliardi, noi pensiamo che ne bastino 73. È la differenza tra il disastro e uno stato sociale asciutto ma che funziona. L’economia è il grande tema che Ed Miliband dovrà affrontare».