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 2010  settembre 26 Domenica calendario

UNA DINASTIA DI ALTERNATIVI


Con la sicura e affidabile guida di papà Massimo, che conduceva il maggiolone verde con capote beige di mamma Milly, ieri si è sposata in Versilia Celeste Moratti, 38 anni, loro primogenita. Anche se il verde del maggiolone fa la sua bella figura nel servizio fotografico curato da Oliviero Toscani, l’atmosfera anticonformista e hippy da flowergeneration era garantita dalla sfumatura cromatica dello sposo di Celeste, Duane Allen Robinson, attore di Broadway come Celeste, un giamaicano nero e statuario come i modelli immortalati dal fotografo Robert Map-plethorpe (e una qualche somi-glianza con Mario Balotelli). Le foto della cerimonia sembrano uscite non da un matrimonio di una dinastia di petrolieri co nmarcato accento meneghino, ma da un musical di Leonard Bernstein, un remake di West Side Story allestito a Pietrasanta. Tutto infatti è stato multiculturale, multietnico, cosmopolita, e non ci stupiremmo di venire a sa-pere che Moratti padre abbia finanziato la cerimonia in euro, dollari, yen, yuan, rubli e barili di petrolio omaggio. Così, tanto per essere multimilionari e multinazionali in un colpo solo. D’altronde il ramo femminile della famiglia Moratti è fatto così, eccentrico e artistico, e Celeste, che vive a New York, ama il cinema d’autore, dopo la laurea in filosofia ha studiato per diventare regista e recitazione dall’insegnante di Marlon Brando e ora calca le scene dei teatri finto alternativi di off Broadway, non poteva certo sposare, che so, il figlio di JörgHaider o del petroliere della villona accanto. Anche se noi, che siamo equidistanti, non avremmo mica detto niente di male. No, ha sposato il bellissimo giamaicano attore off Broadway come lei, uno che manda in sovraesposizione le foto, per troppa luminosità, quando dispensa quel sorriso felice che ostentava ieri, e ci mancava pure che non sorridesse. Certo, ci sarebbe piaciuto che al momento del fatidico “Sì”, anzi “Yes”, nella cerimonia multilinguistica che, dicono le cronache, è stata officiata da quattro sacerdoti in Italiano e in Inglese, egli avesse alzato il pugno nel guanto nero come fecero in onore alle Black Panthers i vincitorineri alle Olimpiadi messicane del’68. Do you remember, donna Milly? Erano i favolosi anni ’60, quando a Manhattan un nero e un petroliere potevano socializzare solo in caso di rapina se il petroliere si fosse smarrito in un vicolo del Bronx. Quel pugno alzato, ovviamente, non c’è stato: peccato, allora sì che un brivido sarebbe corso su per la spina dorsale di papà Massimo, un salutare brivido che gli avrebbe potuto ricordare che è facile guidare il maggiolone verde come l’autista della comune“Amore e materia-ismo dialettico” quando il pieno non lo paghi perché la benzina è tua. Sì, ora in qualità di suocero avrà tante cose da farsi raccontare da suo genero, il bianco e il nero, le trivellazioni e i teatri alternativi di Broadway, il vero e l’apparente, perché il matrimonio di ieri è non solo il giorno più bello nella vita di Celeste e Duane (noi perlomeno glielo auguriamo) ma anche l’occasione per capire che l’altro, lo straniero, specie di colore e specie se sposa tua figlia, è anche una storia e una cultura,e non solo un’ala destra.