Raffaella Griggi, Il Messaggero 27/9/2010, 27 settembre 2010
«NOI CHE SFIDIAMO LA MORTE AI MONDIALI DI BALCONING»
Per buttarsi giù dai balconi degli hotel, Massimiliano ha dato appuntamento su Facebook agli amici, appassionati dell’ultimo spericolato, assurdo gioco di stagione: in Thailandia il prossimo week end, al Seatong Condominium. Ma prima, il 17 settembre c’erano stati i salti nel buio a Ibiza. Si parte con l’idea di volare da un piano all’altro di notte. Il vuoto non è solo sotto, ma anche dentro. Lo slancio, pochi secondi in caduta libera, e la vita che spesso si schianta a bordo piscina, tra le sdraio del relax.
E’ un fine settimana di “balconing” quello che da venerdì e per dieci giorni si terrà in Oriente. Un “passatempo” diventato tristemente famoso negli ultimi tempi nelle Baleari che consiste nel gettarsi da un terrazzino all’altro di un albergo, meglio se dal terzo piano in su, e centrare se tutto va bene la piscina sottostante. Spesso il gesto ha tragiche conseguenze. Il 12 settembre aveva perso la vita in questa sfida no limits un ragazzo romano di 26 anni, Davide Di Rienzo, volato dal settimo piano di un hotel a Playa den Bossa a Ibiza e finito sul tetto di un bar. Dal 2008 a oggi almeno otto turisti tra Palma de Mallorca e Ibiza sono morti e da inizio estate oltre una trentina si sono feriti in modo grave. Gli alberghi più frequentati da tedeschi e inglesi hanno addirittura alzato le ringhiere delle camere. Finora erano state iniziative balorde ma singole: via via invece la folle sfida al salto insensato che spesso si intraprende sotto gli effetti di droghe e pasticche, ha attirato sempre più giovani organizzati.
«La possibilità di imitare questo genere di cose è centuplicata da internet» spiega Paolo Crepet, psichiatra. «Tanti anni fa usava il bunge jumping.. Si cercano emozioni forti, perché la vita ne dà sempre meno di lecite». Sono nati gruppetti, tra i quali parecchi italiani. L’ebbrezza della scelta e della libertà. Morire in vacanza e anche fuori stagione lanciandosi da altezze che non concedono alternative. La vita scaraventata altrove.
«Le espadrillas sono il top per l’atterraggio» sdrammatizza Edo, 24 anni di Seregno. Buoni studi, appassionato di musica metal. «Qualcuno lo farà da stordito, ma è anche esibizionismo. Il gusto di provocare un’emozione, fare una follia, sentirsi il numero uno per pochi istanti. Tutti dicono guarda che cretino quello che si butta, ma poi quando lo si vede dal vivo tutti sono lì a esultare e dire guarda che figo». Piccole stragi, divertimenti choc. Adrenalina. Raduni perversi e fatali. continua Crepet. La contraddizione sta pure nella scelta dei posti, generalmente pieni di vita. La “moda” si sta diffondendo anche in Italia, il tam tam tra i balconers parla di altri appuntamenti nella Riviera Adriatica e nell’hinterland milanese.