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 2010  settembre 26 Domenica calendario

L’EX CHITARRISTA PUNK CHE ACCUSA IL CAPITALISMO

La mamma stava con Ed e non con David. Marion Kozak, ebrea polacca, accademica e marxista ortodossa, pur con l’ animo diviso, se avesse dovuto scegliere fra i due figli, candidati alla leadership, avrebbe indicato il giovane Ed perché quel suo ragazzo, l’ ex chitarrista di un gruppo punk ai tempi della scuola, ha mantenuto radici più a sinistra che il fratello. E la sinistra è l’ impronta della famiglia. In particolare di Marion e di papà Ralph, storico, anch’ egli marxista, entrambi fuggiti dall’ Olocausto. Papà Ralph, ormai morto, era un uomo razionale e pragmatico, Marion tuttora militante laburista è passionale. Dicono gli amici che Ed abbia preso proprio dalla mamma. Anche se lui, nei mesi scorsi l’ ha sempre messa su un piano diverso: «Molti sostengono che io sia il candidato del cuore e che David sia il candidato della ragione. È sbagliato: io sono il candidato del cuore e della testa». Ha sempre combattuto per uscire dall’ ombra ingombrante di David (ma i due si adorano). David fu spedito in un liceo prestigioso, l’ Haverstock nella zona di Camden, Ed lo seguì. David fu iscritto al Corpus Christi, il college universitario di Oxford, Ed lo seguì. David entrò nel partito laburista, Ed lo seguì. David fu eletto parlamentare e pure Ed diventò parlamentare. Poi, per fortuna, uno (David) divenne consigliere di Tony Blair a Downing Street mentre l’ altro (Ed) si accasò con Gordon Brown. E lì il romanzo dei Miliband cominciò a prendere una piega differente. Cresceva la stella di David (che da ministro degli Esteri si guadagnò successivamente stima e attenzioni di Hillary Clinton) e, parallelamente, cresceva la stella di Ed. Il grande (nato il 15 luglio 1965) piaceva all’ establishment e al circolo blairiano, il piccolo (nato il 24 dicembre 1969) piaceva ai giovani laburisti, ai movimentisti, ai pacifisti, agli ambientalisti. Due «socialdemocratici», secondo la mamma Marion. Ma Ed ha un cuore e la testa un po’ più progressisti. David e la moglie violinista della London Symphony Orchestra mandano i figli in una scuola privata cattolica. Ed, che convive con un’ avvocatessa uscita dall’ università di Cambridge e ha un bambino, è ateo: «Dio? Qualcosa in cui crede la gente. Non io». David ha condiviso la scelta della guerra in Iraq, Ed si è opposto: «È stato un errore gravissimo». Insomma, David è un riformista moderato. Ed, invece, ha altre idee per la testa. Il distacco politico dei due fratelli è divenuto evidente dopo la sconfitta alle elezioni. L’ ultimo dei Miliband, Ed, non ha avuto peli sulla lingua: «Il New Labour, sfortunatamente, è diventato il partito dei banchieri». A cui sono seguite non poche stoccate. «Siamo passati dalla pace col capitalismo a dire che non possiamo criticare il capitalismo. Io sono socialista perché critico le ingiustizie che il capitalismo crea». David è un abilissimo comunicatore: si è guadagnato il sostegno di tutti i mass media a cominciare dall’ Economist. Ed, invece, ha badato al sodo: «La politica è anche emozione, è la capacità di dire da che parte stai, il coraggio di rivendicare che sei il partito che impone le tasse sui profitti delle società monopolistiche». Ed Miliband è un Robin Hood laburista. Della coppia Cameron-Clegg ha dato questa definizione: «Si scambiano messaggi d’ amore come due teenager. Il loro non è un matrimonio di convenienza ma un matrimonio ideologico. E Nick Clegg ha voltato le spalle alla tradizione liberale». Dei sindacati che gli hanno regalato l’ appoggio fondamentale per vincere la corsa alla leadership ha ripetuto: «Difendo il ruolo del sindacato nella società. Ed è sorprendente che qualcuno che pensa di essere leader laburista trovi questo sorprendente». Destinatario del messaggio il fratello David. Lord Mandelson, anima del New Labour, non lo ha votato ma lo giudica: «Un ragazzo di straordinaria intelligenza. Rappresenta il nuovo, non più blairiano, non più browniano. Dirigente pragmatico che coniuga il presente con il nobile passato del progressismo». Ed Miliband ha fatto breccia nel cuore e nella testa del laburismo.
Fabio Cavalera