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 2010  settembre 26 Domenica calendario

Il mestiere più pericoloso? Sindaco in Sardegna - La Sardegna non è una ter­ra per politici. Tra ordigni, in­timidazioni e attentati il loro mestiere è diventato sempre più duro e pericoloso

Il mestiere più pericoloso? Sindaco in Sardegna - La Sardegna non è una ter­ra per politici. Tra ordigni, in­timidazioni e attentati il loro mestiere è diventato sempre più duro e pericoloso. «Only the brave », ci sarebbe da dire, ma anche i più coraggiosi spesso sono costretti ad alza­re bandiera bianca, per salva­re la propria famiglia e la pro­pria vita. «In queste condizio­ni, mi dite come posso anda­re avanti? Presenterò le mie dimissioni». A dare l’annun­cio è stato il sindaco di Otta­na, Giampaolo Marras, vitti­ma dell’ennesimo atto di vio­lenza nei confronti dell’ope­rato di un amministratore lo­cale. Nella notte tra giovedì e venerdì scorso, la sua casa è diventato un bersaglio su cui scaricare una grandinata di pallettoni. «Ho urlato: Stai giù, prendi i bambini e corri sotto il letto - ha commentato il sindaco all’ «Unione Sarda» - Ho lasciato mia moglie per scendere giù in cucina dove c’era il telefonino e mentre fa­cevo le scale è arrivata un’al­tra fucilata e poi un’altra anco­ra ». Per fortuna, a parte qual­che escoriazione subita dalla moglie, tutti salvi, compresi anche i due figli piccoli. Resta però la paura ad Ottana, pae­se che sta attraversando una grande crisi con centinaia di operai rimasti senza lavoro e assistiti dagli ammortizzatori sociali. Ma il sindaco era in piena attività da soli tre mesi e non aveva esperienze pre­gresse in amministrazione. Difficile che in così poco tem­po abbia scatenato tanto astio. Quello che è certo è che, in un clima del genere, Marras non se la sente di con­tinuare. Ma questo è solo l’ultimo esempio in un’isola che, oltre fare dell’attrazione turistica e della bellezza paesaggistica i suoi vessilli, detiene un pri­mato amaro: è tra i primi po­sti della classifica nazionale degli attentati contro i pubbli­ci amministratori: ottanta ogni anno. In un contesto del genere difficile svolgere sere­namente il mestiere per il qua­le si è stati eletti o delegati. Per contrastare tutto ciò la miglio­re risposta è sempre quella de­gli amministratori locali che continuano, nonostante tut­to, a esercitare il proprio lavo­ro. Ma anche loro sentono che in Sardegna non ci sono le condizioni ideali per farlo. Già la stessa Ottana non è nuova a episodi del genere. Basti pensare che il 7 febbraio scorso all’ex assessore comu­nale del Lavoro, Nicolino Pit­talis, è stata fatta saltare in aria l’autovettura. Anche in quel caso sono seguite le di­missioni. E il 4 dicembre 2009 una bomba è esplosa contro il comune. Secondo il consi­gliere regionale del Psd’Az, Paolo Maninchedda, a Otta­na ci sono stati 40 attentati ne­gli ultimi 20 anni, «tutti senza colpevoli». Ma Ottana sem­bra solo la punta di un ice­berg. Solo in quest’anno vi so­no stati numerosi episodi si­mili in tutto il territorio sardo. Il 7 settembre scorso è stata in­cendiata l’auto di un consi­gliere comunale di Elmas, Francesco Pinna, di 58 anni; il 25 agosto è stata incendiata la casa del sindaco di Mamoia­da, Graziano Deiana; il 23 aprile è stato fatto esplodere un ordigno davanti al locale del consigliere comunale di Quartucciu Giorgio Mascia. Andando indietro nel tempo, di episodi simili se ne incon­trano troppi. Uno dei più gra­vi successe nel 2004 e colpì il sindaco di Burgos, Pino Tiloc­ca, del Prc. Lui e i suoi fami­gliari divennero bersaglio de­gli attentatori fra il 19 febbra­io 2002 e il 29 febbraio 2004, giorno più nero quando il pa­dre di Pino, Bonifacio Tiloc­ca, venne barbaramente ucci­so. Per non parlare poi di Lu­la, terra di bombaroli in cui per un decennio non si è riu­sciti a eleggere il sindaco, ter­ra di veleni e lettere anonime, terra di omicidi efferati e im­puniti.