Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  settembre 26 Domenica calendario

LA CINA E’ LONTANA

La Cina non è più come la Corea, isolata dal mondo e sorda a ogni parola. Ci abbiamo fatto le Olimpiadi, è il partner commerciale che sappiamo, cresce come sappiamo. Ma ecco: se in Virginia condannano a morte una tizia si mobilita tutto il mondo, se in Iran condannano a morte un’altratizia si mobilita mezzo mondo, mentre se in Cina ammazzano cinquemi-la donne all’anno non succede niente di niente di niente. Da quelle parti, ogni anno, si annoverano più esecuzioni che in tutte le altre nazioni del mondo messe insieme (solo tenendo conto dei dati ufficiali) e però in Cinale cifre reali sulla pena di morte sono segreto di stato, quindi le autorità dicono quello che vogliono. Secondo la maggior parte delle organizzazioni (ChinaAid, Laogai Research, Human Rights Watch, Nessuno tocch iCaino eccetera) si dovrebbe parlare di almeno 10mila esecuzioni all’anno per i reati più vari, dalla frode fiscale alla pornografia, dal furtod’auto al disturbo della quiete pubblica. Appena si paventa un’esecuzione negli Stati Uniti noi partiamo con articoli su articoli, e petizioni, film, l’inviata del Tg3 Giovanna Botteri che si scatena: per il resto buio, chi se ne frega dei numeri veri, del DalaiLama che è già passato di moda, delle «camere mobili di esecuzione» che in Cina erano ricavate da furgoni Iveco. La rivoluzione culturale non è fallita solo in Cina: sta fallendo anche da noi, incapaci di comprendere che il mondo è diventato uno solo.