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 2010  settembre 25 Sabato calendario

Ecco i segreti della lotteria che fa sognare l’Italia (+ tabella pdf) - Roma La pallina gialla è immo­bilizzata in una ghigliottina

Ecco i segreti della lotteria che fa sognare l’Italia (+ tabella pdf) - Roma La pallina gialla è immo­bilizzata in una ghigliottina. La linguetta scatta, la pallina viene imprigionata, scende giù dallo scivolo trasparente come un diamante che rotola in un Acquapark. Poi torna il soffio dell’aria,le palline frulla­no, come centrifugate, sogni di quasi 50 milioni di italiani che vorticano senza senso, ato­mi volanti, si scontrano nella sfera. Il meccanismo scatta di nuovo, all’improvviso. Ghi­gliottina, secondo numero, la pallina si ferma e rotola giù. Aria che corre, le palline torna­no a girare. E via così, la fortu­na in diretta che stordisce, in­canta, mentre intorno, nella stanza scollegata dal resto del mondo, dieci custodi control­lano, segnano, guardano in si­lenzio il video luminoso dove compaiono i numeri: 64, 32, 85... Il luogo del grande sogno è questo: Roma, Trastevere, piazza Mastai, sala dell’estra­zione del Superenalotto, il montepremi di Stato più alto del pianeta. Concorso nume­ro 114 di giovedì 23 settembre. Sestina: 64, 32, 85, 25, 90, 74. Numero jolly 6. Numero super­star 29. Il tempo di verbalizza­re e la comunicazione è tra­smessa a giornali e agenzie di stampa. Il 6 non esce neanche stavolta, solo un 5 stella. «E lei?». La schedina era sta­ta offerta da un dirigente dei Monopoli di Stato, pochi mi­nuti prima delle 19.30: «Zero! Mi avete regalato uno zero». Il presidente della commissione ministeriale sorride: «Non sia triste signorina, noi pure ab­biamo giocato quattro schedi­ne, tutte zero!». Da 97 estrazioni, oltre trenta settimane, con una media di spesa di 0,25 euro al giorno per 47,7 milioni di adulti italiani, il 6 non si vede. Il 6 si aspetta e si detesta, su Internet fioccano le illazioni su questo concorso che non arriva mai a conclusio­ne, che spolpa portafogli e spe­ranze, consuma i sogni e più al­za il montepremi ( 145 milioni) più allontana l’ottimismo e più fa venire voglia di sfidare la combinazione invisibile. Il gio­co diventa sofferenza. Tra i tan­ti lettori sorpresi, o arrabbiati, un ingegnere ha scritto al Gior­nale che può essere che «il computer centralizzato, in po­chissimi secondi, possa far for­mulare al dispositivo predispo­sto per l’estrazione proprio una delle combinazioni non presenti fra quelle effettiva­mente giocate». Il 6 che sfugge è un mistero che scorre sotto l’attualità poli­tica e le incertezze del Paese. Ai Monopoli di Stato aprono le porte e spiegano: «Vedere l’estrazione? Prego, chiunque vuole può assistere». Nello scrigno sacro della fortuna,ba­sta chiederlo con un po’ d’anti­cipo, è possibile entrare per qualsiasi cittadino. Gli avvoca­ti del Codacons, l’associazio­ne dei consumatori, lo fanno più o meno a ogni concorso. Sono le sei e mezzo di sera: è questa l’ora in cui tutto inizia. Si entra nella stanza del Supe­renalotto, sfondo rosso, sensa­z­ione come di uno studio di re­gistrazione, telecamere e mo­nitor, le due sfere sul fondo. Gli uomini della fortuna so­no sei componenti della com­missione ministeriale, tra cui il banditore, sempre scelti a ro­tazione, e quattro di Sisal, il concessionario. Due finanzie­ri vigilano sulle operazioni. In questa fase si può rimanere se­duti su una delle poltroncine della stanza con il cellulare ac­ceso: è la prova generale. Negli stessi minuti in Italia si conti­nua a giocare e nella sede Sisal di viale Sacco e Vanzetti su quattro hard disk sono convo­gliati i dati delle schedine. Le due sfere, ci spiegano, vengono pulite ogni giorno. So­no due perché una è l’oracolo del Superenalotto, l’altra è uti­lizzata per un solo numero, il Superstar, la cifra stellina che può far aumentare la vincita fi­no a 25 volte. Una volta al mese sono sottoposte a manutenzio­ne straordinaria. È una pompa che immette l’aria. Il getto, il comando, è azionato da un computer. Due sfere, due com­puter differenti. Sfere e palline sono fornite dalla ditta france­se Editec, 10mila euro il costo di ogni set da 90, 5 mila giocate la vita media di ogni pallina. Due tecnici infilano i guanti. Le biglie della fortuna non si sfiorano a mani nude. Si prova. Il responsabile Si­sal apre l’armadio di sicurez­za. In un contenitore di plasti­ca sono conservati gli hard disk per i due computer e la chiave della valigia test. Le pal­line gialle sono infilate nelle sfere. Comando, aria, vortice di numeri, sestina cavia. C’è quindi una combinazione se­greta, necessaria ma non vali­da, che precede l’estrazione uf­ficiale. Poi tocca alle tre valigette. Solo due vengono scelte: tre dadi per due numeri. Anche in questo caso le chiavi sono cu­stodite nell’armadio. Il respon­sabile di Sisal controlla che il numero del sigillo di sicurezza corrisponda a quello registra­to la volta precedente. Si cari­cano le sfere: 90 palline di qua e 90 di là. Ognuna viene adagia­ta su un chip. In questo modo ogni pallina scelta viene identi­ficata sul monitor. Alle 7 e mez­zo in Italia si smette di giocare. Alle otto in punto nella stan­za del Superenalotto si può partire. «Spegnere i telefoni­ni ». Arriva la presentatrice del canale Sisal tv, una ragazza bionda che annuncia l’inizio del concorso. Uno dei respon­sabili aziona dal computer il comando di avvio della prima sfera, l’aria inizia a soffiare. Viene da chiedersi:ma se la po­tenza dell’aria viene dosata, se si studia il moto delle palline... Il movimento però è quanto di più casuale si possa vedere con i propri occhi, uno sparpa­gliamento velocissimo di no­vanta diamanti gettati in un mulinello d’acqua che com­battono in uno spazio ristret­to. Ogni numero catturato compare sui monitor della sa­la. Fino al settimo: il jolly. E poi di là, la seconda sfera. Il Super­star. In meno di cinque minuti arriva il verdetto dalla sede di viale Sacco e Vanzetti. Telefo­nini di nuovo accesi. Il presi­dente della commissione mini­steriale scuote la testa. Il 6 non c’è, ancora. Nella stanza della fortuna, tutti a zero.