Cinzia Leone, Il Riformista 26/9/2010, 26 settembre 2010
SANITA’, MAGISTRATI IN CORSIA
Dalla corsia al tribunale il passo è breve. Non sono solo i ginecologi a essere sotto tiro. Il 17,5% delle denunce riguarda gli ortopedici, seguono gli oncologi (13,9), ginecologi e ostetrici (7,7) odontoiatri (5,2) emergenza e pronto soccorso (2,8). La cronaca sottolinea errori e negligenze dei medici ma anche parenti all’assalto in corsia, e il deterioramento del rapporto medico-paziente finisce per oscurare milioni di prestazioni di qualità.
Guarire la relazione tra medico e paziente è urgente. Stretti tra la morsa dei direttori generali che chiedono di ridurre le spese e le richieste di risarcimento dei pazienti, i medici sono nel mirino.
L’Amami, l’associazione per i medici accusati di malpractise ingiustamente, aiuta i medici sotto assedio. «Prendendo per vero il dato, oggi riportato, dei 90 morti al giorno per errori sanitari - dice Maurizio Maggiorotti presidente e fondatore di Amami - dovremmo estendere il calcolo in proiezione annuale e ottenere la cifra di 32.850 decessi causati da errori medici, un bilancio di vittime assimilabile a un conflitto di media portata. Gli errori umani esistono e vanno prevenuti, ma non si può continuare a fare cattiva informazione arrecando danno alla classe medica e ai cittadini».
La conflittualità giudiziaria è in aumento. Gli studi legali si attrezzano e qualcuno offre consulenze online con la formula “paghi se vinco”. Per non correre rischi si finisce per abbondare nelle prescrizioni di esami e farmaci. E la medicina “difensiva” diventa una trincea dietro alla quale i medici resistono. Persino il Tg1 invita a denunciare i casi di malasanità sul suo sito. Un invito alla delazione senza filtro? Che fare di un flusso indistinto di denunce e rancori? I medici rischiano di perdere più tempo con i codici che con i pazienti.