Valentino Parlato e lettere dei lettori, il manifesto 22/9/2010 e 26/9/2010, 22 settembre 2010
IL BANCHIERE SCOMODO
(il manifesto 22/9)
In quest’Italia berlusconizzata essere di sinistra proprio non va bene, tanto più se uno è banchiere come Alessandro Profumo. Profumo era ed è di sinistra e, forse proprio per questo, è stato ed è un banchiere di alta qualità, capace di mantenere in ordine e far crescere Unicredit. Ragione di più per organizzare una congiura, senza neppure un’accusa un po’ documentata, per indurlo ad andarsene. La cosa non è nuova, anche a un altro bravo banchiere di sinistra e caro amico, Nerio Nesi, il sistema (chiamiamolo così) giocò brutti scherzi.
E tutto questo, pare, per aver fatto entrare in Unicredit capitali libici, capitali che in Italia, da Palazzo Grazioli in giù tutti rincorrono.
BANCHIERE DI SINISTRA, UN OSSIMORO? (il manifesto 26/9)-
Cari lettori e cari compagni,
il mio corsivo Il banchiere scomodo pubblicato sul manifesto del 22 settembre ha provocato accalorati dissensi nella nostra riunione di redazione e molte lettere di protesta, che pubblichiamo in questa pagina, sia pure con qualche taglio. Molte e anche lunghe le lettere: come fa Valentino Parlato a scrivere che un banchiere possa essere di sinistra? Errore grave e dannoso.
Provo a difendermi, spiegare le mie ragioni. Innanzitutto affermare che non ci possa essere un banchiere di sinistra mi sembra ridurre il marxismo a determinismo assoluto: chiunque gestisca denaro è di destra. Ripeto, non condivido questo determinismo che prescinde dalla personalità dell’uomo, dalla sua cultura, dalla sua formazione. Un determinismo che - a mio parere - ottunde le nostre capacità di capire la storia e la politica. Se ci fosse questo determinismo assoluto Marx non avrebbe avuto bisogno di scrivere tanti volumi. E, nella storia (non ho fatto una ricerca), ricordo che c’è stato un banchiere di nome Parvus che ha sostenuto Lenin, un altro di nome Rathenau che ha lavorato e sostenuto la Repubblica di Weimar e che finì ammazzato. Aggiungo ancora che in Italia abbiamo avuto un banchiere, Raffaele Mattioli (padre padrone della Comit) che è stato antifascista, democratico e anche di sinistra. Del resto, pur con qualche riserva, farei anche il nome di Soros. Per chi poi si voglia divertire, si guardi «Il banchiere anarchico» di Fernando Pessoa.
La mia seconda giustificazione riguarda il significato del termine «sinistra». Essere di sinistra non significa essere rivoluzionari, ma democratici, per la giustizia sociale, per una crescita civile e culturale. E Alessandro Profumo a parer mio faceva parte di una sinistra così caratterizzata. Qualche lettore ha obiettato sulla liquidazione di 40 milioni (certo per il nostro manifesto è un sogno), ma secondo me quella liquidazione fa parte del gioco.
Questa la mia modesta difesa: sono contrario a un marxismo ridotto a pura meccanica.
Valentino Parlato
PROFITTI E DIVIDENDI
Apprendo dal manifesto che il banchiere Profumo (13 milioni di stipendio all’anno e 40 di liquidazione) «era ed è di sinistra» e che «forse proprio per questo è stato ed è un banchiere di qualità». Riguardo alla seconda affermazione, non saprei che dire. Poiché una banca è un’azienda, immagino che un banchiere di qualità sia uno che faccia profitti e li distribuisca agli azionisti sotto forma di dividendi. Quanto alla prima delle affermazioni, ci dà la misura di quanto tempo sia passato da quando qual tale, comunista come il manifesto, affermava che reato non fosse assaltare una banca, ma fondarla (o dirigerla). Statemi bene.
Nicola De Lorenzo Asti
UN’AFFERMAZIONE DISASTROSA
Caro Valentino, il «trafiletto» di prima pagina dal titolo «il banchiere scomodo», mi ha fatto trasecolare. Tu dici «Profumo era ed è di sinistra». È un ossimoro? Una provocazione? Profumo, come si dice ne «La paga dei padroni» (Chiarelettere), percepiva nel 2007 25 mila euro al giorno. Solo di «stipendio». E , come ha mostrato Lerner l’altra sera su La 7, in 10 anni ha racimolato (sesto manager super-pagato...) 50 milioni di euro (quelli noti...). In che cosa si è distinto il «nostro»? Per una maggiore indipendenza dai partiti? Basta aver mantenuto in ordine e fatto crescere Unicredit per poterlo definire di «sinistra»? Cosa vuol dire «essere di sinistra»? Ho l’impressione che in questo trafiletto ci sia tutto il fallimento della «sinistra». Compreso quello del «manifesto».
Gaetano Stella
MA CHI TE LO FA FARE?
Caro Valentino, al di là di Alessandro Profumo, la domanda è: si può oggi essere banchiere e alla testa di una grande banca e essere di sinistra? Ossia: come fai a chiamare di sinistra uno il cui successo si misura con l’ammontare dei capitali fatti accumulare ai ricchi; che ha spinto per la finanziarizzazione; che è responsabile della crisi economica e delle sue conseguenze sulla vita di milioni di donne e uomini? O ancora: come si fa quando si è anche solo vagamente di sinistra a fare oggi quel lavoro di merda, dormendo due ore per notte e riempendosi di schifezze per reggere? Il tutto poi quando hanno - tutti Profumo e Marchionne di sinistra- probabilmente da tempo accumulato abbastanza per potere vivere, con «sobrietà» - ma bene -, di rendite. E quando chiedono chi sarebbe pronto a fare la loro vita. Rispondo, io no e chiedo: ma chi te lo fa fare?
Liliana Boccarossa
MA TU TI PENTIRAI?
Caro Direttore, in prima pagina leggo il breve scritto di Valentino Parlato «Il banchiere scomodo» e rilevo: che Profumo dichiari di essere di sinistra non si tratta che prenderne atto, tanto più che il termine sinistra è, da tempo, inflazionato. Che sia automatico che essere di sinistra, oltretutto banchiere, voglia dire essere «di alta qualità» non è assodato visto che pure Consorte era un banchiere di sinistra ma, parrebbe essere stato di «pessima» qualità e, soprattutto, moralità. Pure Marchionne, non tanto tempo fa, era considerato un «imprenditore illuminato» dallo stesso compagno Bertinotti quando era Presidente della Camera che, solo da poco, si è rimangiato quella... lode. Non vorrei che, fra un po’, succedesse lo stesso al compagno Parlato.
Claudio Balestrieri Mantova
AL PRONTO SOCCORSO
Ho letto le poche righe di V.P. sui poteri. Subito dopo sono stato traslato al pronto soccorso perché a forza di sfregarli per l’incredulità ho irritato gli occhi a sangue. Prima ipotesi: non sempre ci può essere rimedio ai refusi. Seconda: il manifesto è uno spazio aperto, quindi ha ospitato un corsivo di V.P., Vittorio Peltri. Terza: V.P. è l’alter ego dei giorni feriali di Robecchi. Quarta: è invece una cosa seria e merita una valutazione culturale e politica. Con tutto l’affetto per V.P. quelle poche righe risultano provenire da un mondo virtuale. Mi domando, essere di sinistra è una categoria dello spirito e per esserlo basta mandare la consorte alle primarie dell’Ulivo o lo si è per comportamenti conseguenti? Nel mondo reale non esistono banchieri di sinistra (mi perdonino Yunus e Banca Etica!). Millantandone la possibile teorica esistenza si compie un’operazione che penso estranea alla cultura materiale della sinistra e comunque estranea alla realtà. Con stima per V.P. unitamente al completo disaccordo con le sue poche righe di oggi sulle quali spero voglia rimeditare.
«Tarma»
SORPRESO E DELUSO
Ho letto con sorpresa il corsivo di oggi in prima pagina sulla cacciata di Profumo da Unicredit. Il banchiere viene definito di sinistra. Sicuramente "è stato ed è un banchiere di alta qualità" ma definire di sinistra uno che viene "licenziato" con una buonuscita di 40 milioni di euro, alla faccia di tutti gli operai in cassa integrazione, i precari senza lavoro e i disoccupati che stanno pesantemente pagando la crisi del capitale, scusate ma non vi pare un po’ troppo?
Pino Lombardo Reggio Calabria
BANCHE ARMATE
Quaranta milioni di euro. È questa la cifra che il gruppo Unicredit verserà ad Alessandro Profumo come buonuscita (direi ottima!). Di tutto questo denaro, su richiesta delle stesso banchiere, due milioni saranno devoluti in beneficenza. A parte che il bene si dovrebbe fare in silenzio e senza annunci, due milioni di euro sono solo il 5% di questa enorme somma. Dott. Profumo, faccia un gesto nobile, devolva l’intera cifra in beneficenza e non solo le briciole. Non morirà certamente di fame e allora davvero il suo gesto avrà un valore. Le faccio tanti auguri di godersi la sua dorata pensione. Inoltre spero tanto che il suo successore mantenga finalmente la promessa da lei fatta nel 2001 alla rivista Nigrizia e mai mantenuta: far uscire Unicredit dalla lista delle cosiddette «banche armate» (www.banchearmate.it).
Luca Salvi Verona