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 2010  settembre 25 Sabato calendario

LA FABBRICA DEGLI IMBROGLI COSÌ TRUFFANO GLI STRANIERI CON LE ASSUNZIONI FASULLE - ROMA

Datori di lavoro fantasma: presi a caso dall´elenco del telefono, scelti tra persone decedute già da anni o detenute in carcere. Migliaia di immigrati irregolari beffati: tremila solo a Milano, almeno mille a Roma. False assunzioni pagate a caro prezzo: dai 2mila ai 7mila euro. Eccoli gli effetti collaterali della sanatoria per colf e badanti: «Una macchina da truffe», denunciano associazioni e patronati.
Con la sanatoria 2009, ogni datore di lavoro poteva regolarizzare una colf e due badanti straniere. Come è andata? Le domande d´assunzione si sono fermate poco sotto quota 300mila: Ucraina (37mila) e Marocco (36mila), le nazionalità più richieste. Ma la sanatoria vanta un altro record: quello delle truffe. «Solo a Milano la prefettura ne ha stimate tremila fino a fine 2009 - fa sapere Pietro Massarotto, presidente dell´associazione Naga - molti immigrati infatti hanno provato a rientrare nella regolarizzazione, anche se non ne avevano i titoli, perché non impiegati nel lavoro domestico». E così si sono rivolti a intermediari che promettevano facili assunzioni. «A Milano - prosegue Massarotto - molti truffatori sono risultati egiziani, in accordo con alcuni italiani. Il costo di una falsa assunzione va dai 2mila ai 7mila euro».
E una volta tirati fuori i soldi, l´irregolare si trova in mano una ricevuta priva di valore. I datori di lavoro? Fantasmi. «A Milano un invalido si è scoperto a sua insaputa titolare di 50 richieste d´assunzione». Per trovare i prestanome gli intermediari non si fanno scrupoli: persone morte già da anni o rinchiuse in carcere. È accaduto a Milano, coi reclusi del penitenziario di Opera e a Roma. «Nella capitale - conferma il viceprefetto Ferdinando Santoriello, responsabile dello Sportello unico immigrazione - non siamo riusciti a rintracciare un migliaio di datori di lavoro, per notificargli il rigetto della loro pratica. I casi sono i più vari: datori di lavoro morti ben prima della domanda d´assunzione, detenuti nelle carceri romane o presi a caso dagli elenchi telefonici. Non è un caso che molte persone abbiano denunciato in questura il furto dell´identità elettronica». Sia ben chiaro: per i truffati c´è poco da denunciare, visto che loro stessi hanno provato ad aggirare la sanatoria. «Il problema però è che questa sanatoria era assurdamente limitata a colf e badanti - sostiene Marco Paggi dell´Associazione di studi giuridici sull´immigrazione - e così molti irregolari sono stati spinti a spacciarsi per lavoratori domestici pur di uscire dall´illegalità». Per questo, il presidente nazionale delle Acli, Andrea Oliviero chiede «un meccanismo per cui le persone truffate abbiano giustizia, per esempio col rilascio di un permesso di soggiorno per ricerca lavoro di sei mesi: perché dare giustizia è molto più che chiedere legalità».