Alessandro Carlini, Libero 25/9/2010, 25 settembre 2010
LA REGINA VUOL TOGLIERE I SUSSIDI AI POVERI PER PAGARSI IL GAS
I reali d’Inghilterra sono riusciti a superare gli scandali della vita privata, i tradimenti, i divor- zi e le marachelle dei principini, ma non riescono ad allontanare l’accusa di essere una casta di pri- vilegiati. Il trono traballa, scosso da alcune rivela- zioni sulle spese di palazzo e sulle richieste im- probabili della regina al governo britannico.
A partire dall’aiuto che Elisabetta II ha chiesto ai contribuenti del Regno per pagare le bollette di luce e gas, diventate troppo care. Non solo: lo staff della Casa reale in passato propose al gover- no di prendere i soldi da un fondo per famiglie povere, insomma “rubare” ai poveri per dare ai ricchi. La richiesta, ha spiegato l’Independent, fu respinta più che altro per il timore che la notizia potesse rivelarsi un disastro di immagine per la monarchia e per il governo. I Windsor si erano la-
mentati nel 2004 per il fatto che le spese per gas ed elettricità fossero aumentate del 50%, a 1,2 mi- lioni di euro l’anno, diventando «insostenibili». In una e-mail spedita dai funzionari ministeriali alla Corte, veniva quindi spiegato che il fondo a cui voleva attingere la regina, del valore di 60 mi- lioni di sterline, era destinato ai ceti meno ab- bienti.
La sovrana ha invece un patrimonio in beni immobili, opere d’arte e gioielli stimato in 290 milioni di sterline, oltre all’appannaggio annuale da 38,2 milioni di sterline, che viene pagato dai contribuenti. Quello che è sicuro è che con un premier conservatore, che sta sottoponendo a ta- gli sistematici tutto il settore pubblico, Elisabetta rischia grosso. E c’è anche l’ipotesi “commissa- riamento”. Nei giorni scorsi si è scoperto che la corona britannica ha dovuto ingoiare un patto che mette sul collo della sovrana e della sua fami- glia il fiato dell’esecutivo. Un memorandum fi-
nanziario con 70 clausole firmato nel 2006, da rappresentanti della monarchia e esponenti del governo laburista, che stabilisce che «in caso di inconciliabili divergenze», tra le richieste di mag- giori fondi per la gestione dei diversi palazzi reali e la necessità dell’esecutivo di contenere le spese, ad avere l’ultima parola sarebbe il ministro alla Cultura, Media e Sport (attualmente Jeremy Hunt), nel cui mandato rientrano anche i rappor- ti con Buckingham Palace.
Inoltre il governo può assumere il controllo di- retto sull’appannaggio reale (38,2 milioni di ster- line). Ma una forma di “commissariamento” è già iniziata: diverse volte i funzionari del ministero hanno controllato le spese della regina, dagli ap- palti per la manutenzione delle proprietà, fino al- le spese postali, come quelle per rispedire la po- sta dell’erede al trono Carlo, che sempre di più ama risiedere nel castello scozzese di Birkhall, ri- cevuto in eredità dalla Regina Madre.