Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  settembre 25 Sabato calendario

ROMA —

Nei giorni scorsi ci sono stati contatti riservati tra il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, e i vertici della Confindustria. Poi, il percorso per far uscire la Cgil dal vicolo cieco nel quale si trova e riportarla ai tavoli di trattativa è stato tracciato mercoledì e giovedì scorsi in un seminario a porte chiuse che la confederazione sindacale ha tenuto a Todi. Qui tutto il gruppo dirigente della Cgil ha ascoltato l’introduzione al dibattito di Susanna Camusso, che il 3 novembre sarà eletta segretario generale, la quale in sostanza ha tracciato le linee guida del suo programma. Il rientro in gioco della Cgil passa per tre tappe. Per prima cosa il sindacato guidato ancora da Guglielmo Epifani, lancerà a Cisl e Uil la proposta di un accordo sulla rappresentanza, sulla scia della piattaforma unitaria del 2008, per arrivare a un sistema anche nel privato che ricalchi quello collaudato del pubblico impiego, dove la forza dei sindacati si misura tenendo conto sia degli iscritti sia dei voti presi nelle elezioni delle Rsu (rappresentanze sindacali unitarie). E ieri, al convegno di Genova, il vicepresidente della Confindustria, Alberto Bombassei, ha offerto una sponda, dicendosi favorevole a un’intesa interconfederale su questa materia.



Parallelamente al rilancio del dialogo sulla rappresentanza, la Cgil parteciperà (seconda tappa) con spirito costruttivo al tavolo proposto dal presidente della Confindustria Emma Marcegaglia, a partire dal 4 ottobre, per arrivare a un patto sociale sulla crescita e la competitività. Un accordo con le imprese che portasse la firma anche della Camusso (più complicato sarebbe per la Cgil se l’intesa dovesse richiedere a un certo punto il coinvolgimento del governo) sancirebbe la ritrovata pace con la Confindustria e con gli altri sindacati, dopo la rottura all’inizio del 2009 sulla riforma del modello contrattuale. E spianerebbe la strada a un pieno coinvolgimento della Cgil nella verifica dello stesso modello (terza tappa), prevista per la fine del 2011. Ma che lo stesso Bombassei, evidentemente interessato ad accelerare i tempi, ha suggerito di anticipare di un anno. Verifica alla quale Camusso parteciperebbe, anche qui con atteggiamento costruttivo e col preciso obiettivo di non restare esclusa.

Ovviamente questo percorso è molto più facile a dirsi che a farsi. Ci sono ostacoli interni ed esterni. All’interno l’opposizione della Fiom di Maurizio Landini e della sinistra capeggiata da Gianni Rinaldini che, almeno finché a Palazzo Chigi ci sarà Silvio Berlusconi, sono per una Cgil conflittuale. All’esterno dipenderà molto dalla posizione della Fiat, impegnata in un duro scontro con la stessa Fiom, e da che cosa decideranno di fare Raffaele Bonanni (Cisl), Luigi Angeletti (Uil) e il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, cioè se aiutare il percorso di rientro della Camusso oppure alzare la posta, chiedendo in pratica alla Cgil di andare a Canossa.