Roberto Zuccolini, Corriere della Sera 25/9/2010, 25 settembre 2010
Sul toto-fiducia del 29 settembre arriva la bufera della casa di Montecarlo e blocca per il momento ogni trasferimento di deputati in atto, in attesa del discorso che farà oggi Gianfranco Fini
Sul toto-fiducia del 29 settembre arriva la bufera della casa di Montecarlo e blocca per il momento ogni trasferimento di deputati in atto, in attesa del discorso che farà oggi Gianfranco Fini. Tanto che la giornata di ieri si divide in due: la mattina, quando i negoziati procedono al ritmo ordinario, e la sera, quando la conferenza stampa del ministro della Giustizia di Santa Lucia fa concentrare tutto il mondo della politica su un solo argomento. E così, la sfida di Silvio Berlusconi su «quota 316», la metà più un voto dell’aula di Montecitorio, per blindare la sua maggioranza al netto dei 35 deputati finiani, ora più che mai rischia di essere influenzata dagli esiti dell’inchiesta giornalistica che riguarda il presidente della Camera. Ma prima che l’affaire Tulliani si avvitasse sulle dichiarazioni del ministro caraibico, la strada per raggiungere l’autosufficienza da Fli era ancora in salita. In mattinata i tre liberaldemocratici dati a tratti per sicuri, a tratti per incerti, ribadivano la loro terzietà: «Come partito democratico di centro, moderato, liberale e riformista, intendiamo mantenere la nostra identità, autonomia ed equidistanza dai due maggiori schieramenti». In altre parole, per il momento la scelta è quella di restare autonomi, come conferma Italo Tanoni: «Ripeto: prima di esprimerci vogliamo ascoltare il discorso di Berlusconi. Però sottolineo la nostra indipendenza e ricordo di essere stato uno dei fondatori della Margherita assieme a Franco Marini, Arturo Parisi e Clemente Mastella». E la traduzione pratica potrebbe anche essere quella di scegliere per l’astensione, la stessa via che starebbe tentando in queste ore l’Mpa (5 deputati), dopo la nascita del trasversale «Lombardo quater» in Sicilia. Per il momento, quindi, i voti sicuri per la maggioranza, senza i finiani, sono fermi a 307 e nelle commissioni la novità costituita dalla nascita del Fli metterebbe in serie difficoltà Pdl e Lega. Ma i giochi tra i diversi partiti in campo non sembrano affatto conclusi. E così, mentre il Pdl assicura che ci saranno sorprese, «e non solo dall’Udc», in casa finiana i nuovi ingressi promessi passerebbero da 2 a 4. Una cifra che bilancerebbe le eventuali conquiste del Pdl. Ma tutto resta bloccato in attesa del discorso di Fini.