Chiara Beria d’Argentine, La Stampa 25/9/2010, 25 settembre 2010
Dal ricorso della Fininvest contro il maxi risarcimento da 750 milioni di euro alla Cir di Carlo De Benedetti per l’affaire Mondadori alla questione dei terreni dei suoi clienti Cabassi per l’Expo; dalla difesa del Comune di Milano nella vicenda dei derivati alla presidenza del consiglio sindacale di Rcs
Dal ricorso della Fininvest contro il maxi risarcimento da 750 milioni di euro alla Cir di Carlo De Benedetti per l’affaire Mondadori alla questione dei terreni dei suoi clienti Cabassi per l’Expo; dalla difesa del Comune di Milano nella vicenda dei derivati alla presidenza del consiglio sindacale di Rcs. Gentilmente Giuseppe Lombardi, l’avvocato di cui molto si parla non solo in piazza degli Affari, ti riceve nella sobria sala riunioni, in cima a una bella scala elicoidale, del suo studio dietro piazza della Scala. E, subito, ti costringe in un angolo. «Non rilascio mai interviste. Nel mio mestiere la riservatezza è un principio importante. Se non si è riservati prima o poi si fanno degli errori e, comunque, si rischia di danneggiare il cliente», attacca Lombardi, 61 anni, nato a Cremona, lauree in filosofia e in legge a Pavia, sposato con un figlio, una sorella giudice a Milano, la fama di essere oggi il migliore dei litigator, gli avvocati civilisti che si occupano di contenzioso soprattutto societario. Bancarotte, fallimenti, insolvenze: un settore benedetto dalla crisi. Nella law firm Lombardi-Molinari e associati per i 75 professionisti (metà si occupano di contenzioso) con simili gran cause in ballo è tempo di molto lavoro&guadagni. «Numero 1 dei litigator?», sorride scettico Lombardi. Vero pitbull di codicilli e carte bollate con voce nasale (ricorda quella del suo concittadino Ugo Tognazzi) ribatte: «Figuriamoci! Ci sono tanti, ottimi avvocati. Ho avuto un grande maestro, Piero Schlesinger; non credo di essere un fesso; da 35 anni lavoro tantissimo. Aggressivo? Quando faccio una causa cerco di non perderla. Ovviamente mi è capitato di perdere, però mi dà fastidio dirlo». E ancora. «Litigator è un’espressione riduttiva. Non c’è dubbio che il contenzioso è la materia di cui mi occupo e che molto mi piace, ma il nostro studio ha sviluppato forti competenze in diversi ambiti, a cominciare dalla ristrutturazione del debito e riorganizzazione societaria, specie nei casi di cambi generazionali nelle imprese». Non solo litigation, ok avvocato. Da Parmalat a Risanamento. Tra tanti mandati di spicco Lombardi si è infatti occupato per Enrico Bondi della mega ristrutturazione di Parmalat: centinaia di milioni di euro sono entrati nelle casse del gruppo grazie a una valanga di accordi extra-giudiziali. «Il rapporto con il dottor Bondi è sempre stato un rapporto eccezionale con un uomo eccezionale», sostiene Lombardi, abbandonando per un attimo la sua proverbiale riservatezza circa i clienti. E il ricorso in appello della Fininvest? L’avvocato Lombardi - sempre gentilmente - s’irrigidisce: «Non ho nulla da dire». Rewind. Se dopo il deludente campionato al Milan è arrivato Ibrahimovic, incassata - ottobre 2009 - la clamorosa sentenza di primo grado del giudice Raimondo Mesiano con la condanna a versare alla Cir ben 750 milioni, la Fininvest è passata al contrattacco. Nel suo team guidato dal prof. Romano Vaccarella sono così entrati 2 veri bomber del foro milanese, Giorgio De Nova e, per l’appunto, Giuseppe Lombardi. Depositato in Corte d’Appello un ricorso di 140 pagine, il nuovo team ha ottenuto la sospensione provvisoria dell’esecutività della sentenza garantita, in attesa delle consulenze tecniche, da una fideiussione bancaria di 806 milioni di euro. Grande Battaglia, l’ennesimo episodio della guerra dei 20 anni di Segrate. Prossima udienza: martedì 28 settembre, giorno del compleanno di Silvio Berlusconi. In campo con i suoi colleghi Giuseppe Lombardi, new entry tra i tanti legali di Berlusconi and family, avvocato senza tessere che si dichiara «del tutto disinteressato» a scendere in politica e non usa attaccare i magistrati. «Ne conosco molti che lavorano da mattina a sera! Il disastro della giustizia civile - a farne le spese sono i più deboli - non si risolve cambiando le norme del codice. Miglioramenti si possono fare, non però strozzando il processo con termini di decadenza più stretti. Il problema fondamentale è l’organizzazione: per far funzionare la macchina ci vuole la disponibilità di tutti, giudici e avvocati».