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 2010  settembre 23 Giovedì calendario

«L’11 SETTEMBRE È OPERA DEGLI STATI UNITI»


L’11 settembre è opera degli Stati Uniti e dopo gli attentati «è scattata un’enorme propaganda a livello mondiale». Lo ha detto il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, nel corso del suo intervento all’Assemblea delle Nazioni Unite. Parole, le sue, che hanno indotto la delegazione statunitense ad abbandonare l’aula in una giornata in cui il numero uno di Teheran si era già caratterizzato per dichiarazioni discutibili. In una intervista alla Cnn, Ahmadinejad aveva affermato che il premier israeliano Benjamin Netanyahu è «un killer professionista» che «dovrebbe essere messo sotto processo per l’omicidio di donne e bambini». E non sono stati solo gli americani ad andarsene: ai primi accenni anti-israeliani, pronunciati anche in aula, tutti i rappresentanti delle nazioni europee, a partire dall’Italia, hanno lasciato l’assemblea.

- Ahmadinehad, nel suo intervento al Palazzo di Vetro, ha poi detto che il 2011 potrebbe essere l’anno del disarmo nucleare e del nucleare pacifico per tutti. Il presidente iraniano ha precisato che l’Iran non punta all’arma nucleare, «l’arma la più inumana che ci sia, un’arma da eliminare», e che possiedono invece alcuni paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, oltre ad Israele, «il regime sionista». Concetto che aveva espresso anche nell’intervista alla Cnn nel corso della quale aveva spiegato che la minaccia per il mondo è rappresentata dalle bombe in possesso degli Stati Uniti e del regime sionista».

Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad si è presentato davanti all’assemblea con una Bibbia ed un Corano. «C’è gente che vuole bruciare il Corano - ha detto - Ma il Corano è verità e la verità non può essere bruciata». A questo punto ha alzato i due libri che aveva portato: «Questa è una Bibbia e questo è il Corano - ha detto il presidente iraniano - Si tratta di libri considerati sacri. Noi abbiamo rispetto per entrambi».

Nell’intervista alla Cnn, alla domanda se sia in vista un incontro con il presidente Usa Barack Obama, Ahmadinejad aveva risposto: «Dipende». «Sarebbe una buona cosa sedere di fronte ai rappresentanti di altri Stati membri (dell’Onu, ndr) e ai media e discutere dei nostri punti di vista, discutere delle Nazioni Unite - ha detto Ahmadinejad - Credo che sarebbe molto positivo, così tutti potrebbero sentire cosa abbiamo da dire e questo potrebbe aiutare a risolvere molti problemi».