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 2010  settembre 24 Venerdì calendario

CHI PROVOCA QUOTA DI PIÙ

Da dieci solo tre saranno le opere di Maurizio Cattelan esposte da oggi a Palazzo Reale: «La Nona Ora» (1999), «La donna crocifissa» (2008) e «Il tamburino» (2003), oltre al marmoreo dito medio alto 11 metri, installato ieri in Piazza Affari per dieci giorni. L’ennesima provocazione dirà qualcuno, costata al Comune 90mila euro, ma più del doppio all’artista che ha prodotto il dito in marmo delle cave Michelangelo di Carrara. Ma a ben guardare il record d’asta da 7,9 milioni di dollari l’artista padovano, di stanza a New York, non l’ha raggiunto lo scorso 12 maggio con un’opera choc, ma con il timido «Untitled» del 2001, installazione nella quale l’artista fa capolino da un buco dal pavimento e guarda con stupore le tele appese nella sala di un museo. Il mercato ha pagato più per l’ironia e il sarcasmo, che per i «Bimbi impiccati» a Milano nel 2004 o per «Him», 2001 (Hitler sull’inginocchiatoio che prega), mai passati in asta. Il business insomma sceglie spesso le opere meno scomode e ingombranti o semplicemente più decorative.

«Nel contemporaneo per continuare a catturare l’attenzione distratta del pubblico l’artista ha bisogno di scandalizzare – spiega Mariolina Bassetti, direttore internazionale nel Dipartimento di Post-War & Contemporary Art di Christie’s –, stravolgere la realtà e raccontarne i lati più bui. Lo vediamo in ogni Biennale, ma questo non basta per fare il salto nei libri di storia dell’arte. Bisogna muovere valori morali, civili ed estetici». Concorda anche la gallerista Lia Rumma. Condizioni che l’artista italiano vivente più visto e pagato al mondo adempie. «Cattelan va a scovare gli automatismi di significato della nostra società – spiega Pier Luigi Sacco, professore di economia della cultura allo Iulm di Milano, – per costringerci a riflettere sulla normalizzazione di tanta violenza e di tanta indifferenza. Anche solo quattro opere in uno spazio pubblico hanno fatto riaprire a Cattelan il confronto con la città di Milano, che ha smesso di interrogarsi forse dai tempi della "Merda d’artista" di Piero Manzoni sull’arte contemporanea e su ciò che racconta».

La consacrazione internazionale arriverà a Cattelan dal Guggenheim di New York che nel 2011 gli dedicherà una retrospettiva. L’artista sinora ha gestito la sua carriera in modo oculato con una produzione rarefatta, senza inseguire il mercato con factory o accordi con grandi griffe: 230 passaggi in asta, con poco meno del 25% d’invenduto. Certo, lo scorso primo luglio da Christie’s di Londra il dito medio in gomma, versione comodino (cm 20), è stato battuto alla stima massima di 15mila sterline e a maggio a 23mila dollari a New York.

Oltreoceano sono certo più avvezzi al linguaggio dissacrante e choc dell’arte. In asta la foto di Andres Serrano «Piss Christ» del 1987, un crocifisso sommerso dall’urina, dai 43.700 $ del 1999 è salita a 146.500 di oggi. Molti lavori della mostra «Sensation», che a Londra nel 1997 inaugurò la stagione "scandalosa" della Young British Art, diedero parecchie soddisfazioni economiche ai suoi autori: da Damien Hirst con lo squalo in formaldeide al «My Bed» di Tracy Emin sino a «The Holy Virgin Mary» di Chris Ofili. La foto «Spiritual America», di Richard Prince, con Brook Shields ritratta a 10 anni nuda e pesantemente truccata, da Christie’s New York venne battuta per 151mila dollari nel 1999, ma alla Tate Modern è stata addirittura ritirata l’anno scorso per oscenità.