Michele Serra, la Repubblica 22/9/2010, 22 settembre 2010
Sulla vicenda Unicredit, molto complicata per i profani come me, un lampo chiarificatore arriva dal sindaco di Verona Flavio Tosi, secondo il quale "bisognava fermare i libici perché potrebbero non fare gli interessi di Verona e del Veneto"
Sulla vicenda Unicredit, molto complicata per i profani come me, un lampo chiarificatore arriva dal sindaco di Verona Flavio Tosi, secondo il quale "bisognava fermare i libici perché potrebbero non fare gli interessi di Verona e del Veneto". Si sapeva, in giro, che Unicredit è un grande gruppo bancario europeo, con propaggini e affiliazioni dall´Atlantico al Volga. Ora finalmente si scopre, grazie alla forte denuncia di Tosi, che questa smisurata espansione continentale aveva il subdolo scopo di trascurare Verona, fino al punto di coinvolgere i libici, la cui ostilità per la zona di Verona è risaputa. Provate a parlare a un libico di Verona: prima sputerà per terra in un accesso di disprezzo, poi vi dirà che lui, piuttosto che favorire gli interessi di Verona, è disposto a tutto. Ecco a cosa serve la cultura "local": a evitare che i fumi della mondializzazione ci offuschino la vista e ci impediscano di vedere le cose come stanno davvero. Vista da piazza delle Erbe, con un bianchetto in mano, la vicenda Unicredit si svela, infine, in tutta la sua semplicità: Profumo è stato fatto fuori perché passava un sacco di tempo a New York, Parigi, Londra, e a Verona neanche una cartolina.