ANDREA GRECO, la Repubblica 22/9/2010, 22 settembre 2010
UNICREDIT, IL CDA SFIDUCIA PROFUMO I POTERI A RAMPL E AI DIRIGENTI - MILANO
Il cda di Unicredit, convocato in seduta straordinaria, sfiducia Alessandro Profumo e lo costringe a dimettersi dalla carica di amministratore delegato dopo oltre 13 anni. Al termine di una giornata lunghissima, tra incontri preparatori tra grandi azionisti, confronti tra legali e un consiglio di amministrazione iniziato alle 18 e durato quattro ore e mezza, i giochi sono fatti. Restava solo da capire se quelle del manager genovese fossero "dimissioni" o piuttosto un "licenziamento": dipendeva da alcuni cavilli legali che la banca gli ha sottoposto, dandogli tempo fino alla mezzanotte di ieri per accettare. E poco dopo le 23 il manager genovese ha firmato le sue dimissioni. In seguito è tornato in banca, da dove era uscito nel pomeriggio, e si è scambiato molto formali ringraziamenti con il cda.
In precedenza, e sfidando le intenzioni degli azionisti storici, Fondazioni bancarie in primis, Profumo aveva chiesto e ottenuto il pronunciamento tramite voto sulla sfiducia. Voto quasi unanime, se si eccettuano il voto contrario di Lucrezia Reichlin (rappresentante indipendente del mercato nel cda) e l´astensione di Salvatore Ligresti, i cui rapporti con Profumo si sono rinsaldati di recente. E che ieri, entrando in Unicredit, aveva dichiarato: «Sono favorevole alla stabilità».
Il presidente Dieter Rampl e i quattro vice amministratori delegati – Sergio Ermotti, Paolo Fiorentino, Federico Ghizzoni, Roberto Nicastro – hanno assunto le deleghe operative dell´ormai ex ad pro tempore, formando un comitato di management che dovrà traghettare Piazza Cordusio nel dopo Profumo. Un´epoca nuova che comincerà presto, tra una settimana o poco più: non si può lasciare la sensazione che anche la minima incertezza e instabilità si siano accasate al vertice della maggiore banca italiana. Questa posizione, comune agli investitori del mercato (ieri il titolo ha perso il 2,11% risultando tra i peggiori) e alla Banca d´Italia, è stata intimata dalla vigilanza creditizia a Rampl, che aveva chiesto un primo gradimento del nuovo assetto di governance.
Via Nazionale non vuole soluzioni pasticciate, né transitorie; e segue gli sviluppi su Unicredit con diverse perplessità da qualche settimana. Da quando, a inizio agosto il fondo sovrano Lia ha acquistato un altro 2% facendo salire al 7,6% la quota dei libici. Anche per questo la ricerca del successore di Profumo sarebbe in corso da giorni, e l´obiettivo di Rampl e soci sarebbe di nominare il nuovo ad «nelle prossime settimane» (così il testo ufficiale). Ma forse già nel corso del cda Unicredit in agenda il 30 settembre.
Uno dei motivi per cui la giornata è stata tanto lunga, e intensa, a Piazza Cordusio, riguardava le forme dell´uscita di Profumo. Fino alle 23 i legali della banca hanno discusso con lo studio Bonelli Erede Pappalardo, che assiste il manager, i passaggi del documento conclusivo, che potevano far scattare il licenziamento in caso di mancata firma. Tra questi, il trattamento economico da riservare a Profumo: che secondo indiscrezioni avrebbe chiesto un appannaggio di 55 milioni di euro, mentre ne riceverà 40. Due di questi dovrebbero essere destinati a Don Virginio Colmegna, fondatore della Casa della carità.
In allegato tabella del consiglio Unicredit