FLAVIA AMABILE, La Stampa 24/9/2010, pagina 14, 24 settembre 2010
L’Italia e lo spettro dei parti insicuri - Stanotte una donna è andata a partorire e ha mandato un sms: «Pregate per me»
L’Italia e lo spettro dei parti insicuri - Stanotte una donna è andata a partorire e ha mandato un sms: «Pregate per me». Da un mese si susseguono casi di errori e stranezze nelle sale parto d’Italia con conseguenze letali per madri e figli. Ma davvero sta accadendo qualcosa nei luoghi dove le donne vanno a far nascere i loro bambini? A giudicare dalle cifre non sembrerebbe. Secondo la ricerca condotta dal dottor Christopher Murray dell’Institute for Health Metrics and Evaluation, e pubblicato sulla rivista «The Lancet», l’Italia è il Paese più sicuro al mondo. Con una percentuale di 3,9 decessi ogni 100 mila nati vivi è ultima nella classifica della mortalità durante la gravidanza e il parto. Al secondo posto c’è la Svezia, mentre al terzo si trovano Lussemburgo e Australia. Non bisogna lasciarsi allarmare da quest’ondata di episodi, insomma. Lo chiedono a gran voce i medici italiani. «Fermiamo il panico che dilaga tra le donne in gravidanza che stanno per partorire nel nostro Paese. I recenti fatti di cronaca hanno fatto aumentare nelle partorienti la preoccupazione di dover affrontare questo evento. La ginecologia italiana è sana», avverte Massimo Moscarini, presidente dei Ginecologi Universitari Italiani. L’ultimo rapporto sulle nascite in Italia realizzato dal ministero della Salute è un po’ datato: è stato pubblicato nel 2009 ma si riferisce a dati del 2006. Nello studio si rileva innanzitutto la preferenza per le strutture pubbliche: solo poco più di un parto su 10 (l’11,6%) avviene nelle case di cura e lo 0,1% a domicilio. Da un po’ di tempo si è sollevato il problema delle strutture troppo piccole, non adeguate in casi di parti difficili o in caso di emergenze. Un parto su 10 avviene in luoghi che accolgono meno di 500 nascite l’anno, inferiore al tetto indicato negli standard di sicurezza previsti in un decreto del 2000. Un parto su 4 avviene in struttura non grandi, dove avvengono fino a 800 parti. I centri più grandi sono presenti soprattutto al nord. In Val d’Aosta, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte oltre l’87% dei parti si svolge in punti nascita di grandi dimensioni, con almeno mille nascite l’anno. Nel 2006, il 14,7 parti su 100 sono avvenuti da madri di cittadinanza non italiana. Le nascite straniere sono frequenti soprattutto al Nord dove si arriva quasi al 20%. Nelle donne italiane l’età media delle madri è di 32,1 anni, molto più bassa per le straniere: 28,7 anni. Un’altra differenza è nell’istruzione. Hanno una bassa scolarità più di una su due donne straniere che hanno partorito nel 2006. Fra le italiane più di 6 su 10 hanno una scolarità alta o la laurea. Ma si sa anche che il 33%, e quindi una su tre, è una casalinga. Il padre è quasi sempre presente al parto, oltre il 92% dei casi. Ma i parti spesso sono cesarei e dunque richiedono un’operazione chirurgica. In media nel 37,4% dei casi, percentuale molto superiore alla soglia del 10-15% che secondo l’OMS garantisce il massimo beneficio complessivo per la madre ed il bambino. La percentuale di tagli cesarei è più alta per i parti che avvengono in case di cura private (61,6% nelle case di cura accreditate e 76,1% in quelle non accreditate) ed è più frequente nelle donne con cittadinanza italiana: nel 39,2% dei parti contro il 26,9% delle straniere. E’ molto alto anche il ricorso alle visite ostetriche. Nell’84,5% delle gravidanze se ne fanno più di 4, nel 73,2% delle gravidanze si effettuano più di 3 ecografie. Si arriva anche abbastanza presto a consultare un ginecologo. La percentuale di donne italiane che effettuano la prima visita oltre la 12ª settimana è pari al 4,0% mentre tale percentuale sale al 17,7% per le donne straniere. In circa 4.995 parti si è fatto ricorso a una tecnica di procreazione medicalmente assistita, in media 0,97 ogni 100 gravidanze. Ed è anche l’aumento di questo tipo di gravidanze ad aver fatto aumentare i parti gemellari. Le gravidanza gemellari da procreazione medica assistita sono circa il 14-20% del totale. Ogni cento parti in Italia tre sono gemellari. Oggi, i gemelli in Italia sono circa un milione e rappresentano il 3% all’anno del totale delle nascite.