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 2010  settembre 24 Venerdì calendario

«I servizi segreti non c’entrano Quel documento è ufficiale» - A Roma è una patacca, fra i giornalisti di Santo Do­mingo è una notizia vera e ve­rificata

«I servizi segreti non c’entrano Quel documento è ufficiale» - A Roma è una patacca, fra i giornalisti di Santo Do­mingo è una notizia vera e ve­rificata. Delle due, l’una. «Non originale? Che vuol di­re? Quel documento è ufficia­le. È su carta intestata dell’ese­cutivo di Saint Lucia, se fosse falso immagino che uno Sta­to sovrano avrebbe smentito nel giro di un quarto d’ora, no? D’altra parte a fugare ogni dubbio dovrebbe esse­re, presto, proprio il ministe­ro della giustizia di Saint Lu­cia, che nel fine settimana, a quanto si diceva nell’ambien­te, dovrebbe organizzare una conferenza stampa. Proprio per illustrare questa indagi­ne, e per rispondere a doman­de sulla vicenda di cui si parla in questo documento». A par­lare è José Antonio Torres, re­dattore del quotidiano El Na­cional di Santo Domingo, nel­la Repubblica Dominicana, che martedì ha pubblicato sul sito web la missiva «priva­ta e confidenziale» spedita al primo ministro di Saint Lu­cia, Stephenson King, dal mi­nistro della Giustizia del pae­se caraibico, Lorenzo Rudol­ph Francis. Una lettera, come noto, in cui viene detto che in seguito a un’indagine della di­rezione dei servizi finanziari dell’isola, «è stato anche pos­sibile dimostrare che il bene­f­iciario effettivo della compa­gnia (Timara Ltd, proprieta­ria dell’immobile di Monte­carlo donato dalla contessa Colleoni ad An, ndr ) è il si­gnor Giancarlo Tulliani». E a ricevere quel documen­to, martedì poco dopo mezzo­giorno, è stato proprio Tor­res. La genesi dello «scoop ca­raibico » la racconta così il vi­cedirettore del quotidiano El Nacional , Bolivar Diaz Go­mez, stupito del clamore che la notizia ha sollevato in Ita­lia. Al primo piano del palaz­zone azzurro (che ospita an­che il quotidiano Hoy ) sulla avenida San Martìn, nella ca­pi­tale della Repubblica Domi­nicana, in camicia bianca a ri­ghe blu, Diaz Gomez legge in­curiosito la prima pagina del Giornale di mercoledì. Sorri­de: «Il nostro documento ha fatto questo?», esclama, indi­cando il titolo di prima pagi­na («Ecco la prova»). Poi ci spiega come è andata, tre giorni fa. «Noi chiudiamo l’edizione cartacea alle 12,la­voriamo solo la mattina. Mar­tedì il nostro giornalista Tor­res ha ricevuto quel docu­mento via e-mail da un colle­ga, Mario Sanchez, responsa­bile delle comunicazioni del Parlacen, il parlamento Cen­troamericano, un’organi­smo transnazionale senza po­teri decisionali. Ma l’edizio­ne di martedì era già andata in stampa. Quindi era tardi per pubblicare la notizia sul giornale. Però di quel docu­mento aveva già parlato, pur senza averlo, il quotidiano Li­s­tin Diario il giorno preceden­te, e credo anche Diario Li­bre , un quotidiano gratuito. Insomma, la notizia era cal­da. E così abbiamo deciso di pubblicarlo subito, anche se solo sul sito web». Ma c’è di più. «Onestamente, né io né il vicedirettore conoscevamo nei dettagli questa storia di Montecarlo –interviene il ca­poredattore del Nacional , Hector Minaya – ma Torres ne sapeva di più, e ha detto che questo era un documen­to importante. Non potendo mandarlo in stampa, vista l’ora, abbiamo scelto di met­terlo comunque sull’edizio­ne online, tutto qui». Fin qui la cronistoria della «pubblicazione» della lette­ra. Qualche dettaglio in più lo aggiunge proprio Torres. «Non ho avuto motivo di rite­nere che la carta non fosse au­tentica. Mario Sanchez, gua­temalteco, fa parte di un’asso­ciazione di giornalisti caraibi­ci alla quale sono iscritto an­che io. È frequente lo scam­bio di documenti tra di noi. Io conoscevo un po’ la storia di questa casa contesa a Monte­carlo, di questa vendita poco chiara, e sapevo che c’erano dietro delle società di Saint Lucia e che era coinvolto il presidente del parlamento italiano». Il giornalista della Repubblica Dominicana non è troppo stupito che un «paradiso fiscale» dove di soli­to regna incontrastato il se­greto su conti correnti e fidu­ciari abbia lasciato aprire una breccia. Non è il caso di scomodare scenari misterio­si, 007 o complotti internazio­nali? «Direi di no – risponde José allargando le braccia –al­meno per quello che posso di­re io. Per quanto ne so,l’inda­gine finanziaria sarebbe parti­ta proprio perché c’erano di mezzo queste società off-sho­re di Saint Lucia coinvolte nel­lo scandalo sollevato dal vo­stro giornale. D’altra parte nel documento si fa accenno esplicito al timore di cattiva pubblicità. Questa lettera pe­raltro sareb­be stata fatta filtra­re già qualche giorno fa a gior­nali e media di Saint Lucia. Poiché molti colleghi di lì fan­no parte della nostra associa­zione – continua - evidente­mente Sanchez ne è entrato in possesso e me l’hagirata.A titolo personale, come colle­ga, non come direttore delle comunicazioni del Parlacen. Ma, come ho detto, non è più un segreto. Penso che il gover­no di Saint Lucia presto vorrà chiarire tutto, rispetto a quel documento». Qualche chilometro più in là, nel traffico impazzito della Capitale, ci ritroviamo nella redazione del giornale Dia­rio el Diario . Nella stanza del direttore Ruddy Gonzales,ce­le­bre corrispondente dell’As­sociated Press per 22 anni, ag­giungiamo un altro tassello al mosaico del documento che – se confermato dalle autori­tà di Saint Lucia – chiudereb­b­e definitivamente uno scan­dalo che già di per sé dovreb­b­e far riflettere i cultori dei ser­vizi deviati. «Le cose stanno così. Per quanto ne sappia su questo pezzo di carta non c’è alcun dubbio anche perché la fonte che ce l’ha passato è di altissima affidabilità. Dirò di più: la nostra fonte non ha alcun legame di tipo politico né con l’Italia né con lo stato di Saint Lucia, e si è sempre dimostrata attendibile». Ok, certo. Attendibile. Ma si può sapere chi è? Ci si può parla­re? «Capisco il vostro interes­se e l’importanza che in Italia può ricoprire questa notizia però sapete bene che le fonti sono sacre, non posso riferire nulla al riguardo». È impor­tante in Italia, non dovrebbe esserlo a Santa Lucia. «No, non è così. Per noi – insiste Gonzales- quel documento è di una certa rilevanza perché coinvolge l’attività di alcune società di Saint Lucia. Con­cordo che forse non era una notizia da prima pagina ma non potevamo nasconderla, per questo l’abbiamo messa dentro». Flavio Cabral, vicedirettore del quotidiano Listin Diario che rilanciò il documento dei misteri rilanciato in Italia dal­l’informatissimo sito Dago­spia, è cortese e sbrigativo al contempo: «Se abbiamo scrit­to che il documento esiste, il documento esiste. Ma non lo abbiamo noi, è a Santa Lucia, ma non possiamo rivelare la fonte».Nel frattempo dall’Ita­lia rimbalza la notizia – ripor­tata dal Fatto – che la carta in­testata del documento pub­blicato dai giornali caraibici non è quella ufficiale. A con­fermarlo la stamperia che se­condo il Fatto rifornisce il mi­nistero della giustizia di San­to Domingo. Patacca o non patacca, vero o non vero, il giallo della carta sulla casa di Montecarlo continua. Anche perché fonti governative di Saint Lucia continuano a te­nere la bocca chiusa.