Massimo Gramellini, La Stampa 24/9/2010, 24 settembre 2010
E adesso come la mettiamo, noi romantici? Dopo aver sciolto inni all’amore della coppia Mondaini-Vianello, ci tocca prendere atto che la signora ha chiesto di essere sepolta a Lambrate vicino alla mamma, invece che a Roma accanto al marito
E adesso come la mettiamo, noi romantici? Dopo aver sciolto inni all’amore della coppia Mondaini-Vianello, ci tocca prendere atto che la signora ha chiesto di essere sepolta a Lambrate vicino alla mamma, invece che a Roma accanto al marito. E non per colpa della burocrazia, come hanno subito sperato gli increduli, ma per volontà esplicita della defunta, raccolta dalla badante filippina. Possiamo raccontarci la favola che la badante sia una strega che va in giro a rovinare le favole altrui. Però questi sono i fatti e, se non una spiegazione, esigono almeno delle supposizioni. Ipotesi pettegola: non lo ha mai sopportato, il loro matrimonio messo di continuo in scena era una messinscena. Ipotesi leghista: lei era così milanese che non se l’è sentita di trascorrere la vita eterna nella città eterna. Ipotesi raimonda: le tombe separate sono una fantastica battuta per finire lo spettacolo, gliel’avrà sicuramente lasciata scritta lui. Ipotesi esistenziale: dopo averlo sopportato per cinquant’anni e cinquemila sketch, ha deciso di far tirare il fiato almeno alle sue ossa, nell’attesa di reincarnarsi in un amore ribaltato dove sarà lei a guardare le partite e lui a sbuffare «che barba che noia». Ipotesi filiale: giunta al momento supremo, ha sentito irresistibile il richiamo delle origini e quindi della madre. Di tutte, la mia preferita è l’ipotesi raimonda. Ma la più probabile è l’ultima: se non si diventa genitori, si rimane figli. E comunque in punto di morte non ci si sente vecchi ma bambini.