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 2010  settembre 23 Giovedì calendario

CODE INFINITE E VIAGGI DELLA SPERANZA MA I PAZIENTI PROMUOVONO I MEDICI - ROMA

Pesano più le ore perse in coda per prenotare una visita medica, che quelle scioperate dagli operai in tutte le fabbriche d´Italia. Pesano gli spostamenti dei malati su e giù per il Paese per mettere una toppa alla scarsa qualità di molti ospedali del Sud: "viaggi della speranza" così frequenti che per coprirli - in quelle regioni - se ne va tre quarti dell´Irap, la tassa che da anni le imprese chiedono di abolire.
La sanità italiana ha tanti guai - a partire dall´imbarazzante gap fra Nord e Sud - e qualche punta d´eccellenza: l´aspettativa di vita, per esempio (siamo al terzo posto nel mondo dopo Giappone e San Marino); o - malasanità a parte - il grado di soddisfazione espresso dai pazienti per l´assistenza medica fornita dagli ospedali (quasi il 90% dei ricoverati promuove le strutture). Pregi e difetti raccontati da un´indagine della Confartigianato presentata oggi al "Festival della Persona" di Arezzo.
I costi restano il problema principale, ma non di soli buchi di bilancio si tratta: ha un prezzo anche il tempo perso dagli utenti per fare la fila agli sportelli del servizio sanitario nazionale. Il 47,5% dei cittadini confessa di restare in coda all´Asl per almeno 20 minuti (ma in Lazio, Calabria e Sicilia la quota supera il 60%). Se ci si riferisce alla durata media dell´attesa, le ore di fila alla fine sono oltre 7 milioni l´anno: il 39,2% in più rispetto ai 5 milioni di ore di sciopero nei luoghi di lavoro contate nello stesso periodo (dati 2008). A dire la verità, la legge prevede che Asl e ospedali forniscano informazioni sui tempi necessari ad ottenere una visita, ma solo il 40% dei siti web è in grado di dare una risposta a questa richiesta, e anche qui si va dal virtuoso Nord Ovest - che nel 91,7% dei casi mette i dati on line - allo stiracchiato 18,7 garantito dal Mezzogiorno.
Del resto la differenza fra Centro, Nord e Sud è dominante: la si nota parlando di prevenzione sanitaria, ma anche di controlli dal dentista. Per esempio: al 98% delle donne umbre nella fascia d´età interessata è offerta la possibilità di fare una mammografia, ma la possibilità scende al 17,5 per quelle siciliane. Se nel Nord il 47% dei cittadini va dal dentista almeno una volta l´anno, nel Sud la quota scende al 29,9. Anche perché i redditi in Meridione sono più bassi, un bel sorriso costa e l´85,9% degli italiani paga tutte le cure di tasca propria.
Negli ospedali del Mezzogiorno i Nas trovano quasi sempre qualcosa che non va. Igiene e sicurezza sono il tallone d´Achille di molte strutture: fra irregolarità grandi e piccole, il 48,9% degli ospedali controllati nel 2007 non risultava a norma. Se al Nord la quota dei censurabili è del 21 per cento, nel Mezzogiorno sale al 74,9.
Per sfuggire a tutto questo e per cercare altrove quello che l´ospedale più vicino non può fornire, si sono così moltiplicati negli anni "i viaggi della speranza" fra una regione e l´altra: operazione che, fra le tante difficoltà, ha anche un elevato costo economico. Tant´è che, secondo il rapporto della Confartigianato l´esodo, nel 2007, ha fatto sì che il Mezzogiorno pagasse, in termini di mancati introiti, 960 milioni di euro. Peggio di tutti sta la Campania - che da sola ha realizzato una perdita di 280 milioni di euro - ma se si guarda alla spesa pro capite si vede che in Calabria la mobilità regionale di chi va in cerca di cure costa 113 euro a cittadino.
Di fatto, spiega il rapporto, tre quarti dell´Irap versata dalle piccole imprese del Mezzogiorno serve a pagare Asl e ospedali del Centro e Nord Italia. E in Calabria e Basilicata l´intera Irap pagata dai piccoli imprenditori non basta nemmeno a coprire quei costi.
La sanità in Italia, dunque, non è uguale per tutti e in tempo di federalismo fiscale bisognerà tenerne conto, sia per l´offerta che per i costi: oltre i tre quarti (79%) del deficit accumulato fra il 2006 e il 2009 (28.349 milioni di euro) è stato determinato da tre regioni: Lazio, Campania e Sicilia. Lo scorso anno la spesa pro capite per il Servizio sanitario è stata di 1.816 euro per abitante, ma le variazioni fra una regione e l´altra sono state ampie: si è passati dai 2.235 euro spesi in media per ogni abitante di Bolzano, ai 1.619 del cittadino siciliano.