Gianni Minoli, Rai 2, La storia siamo noi, 24 set 2010 h.00 circa, 24 settembre 2010
L’ULTIMO VOLO DI EDOARDO AGNELLI
(La storia siamo noi)
Edoardo aveva in quelle ore in calendario un appuntamento con il sindaco di Torino. Invece decide di andare a suicidarsi con sotto la giacca del pigiama.
Pesava più di un quintale, aveva un piede in cura quindi zoppicava e usava il bastone.
Negli atti è stato scritto che il bastone era rimasto nell’auto e viene mostrata l’immagine.
Sarebbe stato in gradi di scavalcare da solo il parapetto del viadotto?
Ospite in studio Luciano Garofano il quale ricorda che in altri casi simili il corpo ritrovato presentava più o meno le stesse ferite.
Il cugino Lapo che al funerale masticava il cheungam
Il pastore nell’intervista dice che secondo lui non erano ancora le nove quando vide il corpo di Dodo. Nel suo intercalare dice spesso: "E compagnia bella". Sembra Holden!
Fine trasmissione.
Ora ragiono da me.
Alla fine della fiera, altro modo di dire dei piemontesi, non hanno detto granché.
Domanda n. 1: Nei giorni precedenti il “suicidio” Edoardo percorse lo stesso tragitto. Dove era diretto? E la scorta dov’era? Perché non dicono nulla? In una di quelle mattine entrò in autostrada verso le cinque. Ma era lui davvero o qualcuno che ha usato la sua auto?
Domanda n. 2: Uno che ha un appuntamento con il Sindaco ha in testa qualche azione che deve intraprendere. Invece lui, che era un grafomane, non scrive neanche un biglietto e decide di buttarsi giù dal ponte. Strano. E ancora più strano è la constatazione che nessuno lo abbia visto, al di là del fatto che le scarpe seppur larghe siano rimaste attaccate ai piedi, che il volto non si sia sfigurato più di tanto, che il bastone sia rimasto in macchina e che sul collo riportasse i segni della collana.
Osservazione n. 1: Nel documentario si rammenta della sua passione per le religioni. Qualcuno osserva che aveva abbracciato l’Islam. Ma anche se così fosse e poi non ne sono neanche sicuri, l’appartenenza o meno ad un credo non deve essere oggetto di discriminazione verso la sua persona. Perché dire che se lui non fosse stato mussulmano non avrebbe potuto stare in piedi l’ipotesi del complotto sionista? Diciamo che lui stava fuori da ogni protocollo, un po’ come nonna Virginia e nonno Edoardo, entrambi morti in circostanze drammatiche e strane. Per non parlare di Giovannino, uno che va a farsi curare nell’ospedale più costoso del mondo a New York e i medici che fanno? Non riescono neppure a diagnosticare il suo male, cosicché il poveraccio nel giro di pochi mesi finisce al camposanto. Ed ecco che le porte della Fiat si aprono agli ebrei Elkann. Però c’è Edoardo ancora in vita, un Edoardo che si spezza ma non si piega, un Edoardo che dice: “Si devono ricordare che sono sempre il figlio di Gianni Agnelli. E soprattutto che ho il 36 per cento delle azioni. Non sarà facile farmi fuori”, come ha ricordato Pino Scaccia nel suo blog.
Osservazione n. 2: Dalle immagini trasmesse non sembrava poi tanto sofferente il cugino Lapo che al funerale masticava chewing gum
Wikipedia: Edoardo Agnelli (New York, 9 giugno 1954 – Fossano, 15 novembre 2000), uno dei due figli di Gianni Agnelli, comproprietario, azionista e massimo dirigente della FIAT.
Diplomato al Liceo Classico "Massimo D’Azeglio" di Torino, e laureato in Lettere Moderne a Princeton.