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 2010  settembre 23 Giovedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "DI PIETRO

ANTONIO"

2010
[…] Uno scontro tutto interno all’Italia dei Valori, in piedi ormai da mesi […] : quello tra Antonio Di Pietro e Luigi De Magistris. Se Di Pietro ha dimostrato di avere intenzione di frenare l’ascesa di Vendola […] non è un mistero che l’eurodeputato [De Magistris] pensi al presidente della Puglia come al punto di riferimento di un’area che va dall’Italia dei valori al Popolo viola.
Fonte: Fonte: Francesco Costa, Liberal 20/07/2010

La figlia di Di Pietro, Anna, […] l’8 giugno 2009, dopo il trionfo alle europee, venne fotografata tra il padre e Luigi De Magistris, l’altro uomo forte dell’Italia dei valori.
Fonte: Filippo Facci, Libero 2/6/2010

Travaglio […] ha più volte scelto nell’urna Antonio Di Pietro – adesso però preferisce Beppe Grillo e Luigi De Magistris.
Fonte: Marianna Rizzini, Il Foglio 24/04/2010

Congresso Italia dei Valori. […] Marco Travaglio e Luigi De Magistris proprio non hanno digerito il semaforo verde concesso da Di Pietro alla candidatura [a governatore della Campania] del [sindaco di Salerno] Vincenzo De Luca. […]Fonte: Fonte: Guido Ruotolo, La Stampa 9/2/2010, pagina 12

Nell’area dell’Italia dei valori è entrato Luigi De Magistris, il magistrato dell’inchiesta Why Not (clamorosa, ma finita in niente), candidato dall’Idv alle europee e più votato dello stesso Di Pietro: 414 mila preferenze contro le 395 mila del suo leader.
Fonte: Fonte: La Gazzetta dello Sport Anno IV, numero 1085 8 febbraio 2010

Tonino aveva gridato un forsennato ”no” alla candidatura di De Luca. Con il pretesto che il sindaco di Salerno era imputato in due processi. […] Per questo, Di Pietro aveva chiesto al proprio gemello, Luigi De Magistris, di candidarsi in Campania.
Fonte: Giampaolo Pansa, Il Riformista 7/2/2010

[Mariastella Gelmini] Antonio Di Pietro ha costruito le sue fortune sul nemico da abbattere. E più lo combattono, più lo rafforzano. Ben venga la guerra a Berlusconi, tanto alla fine ne esce sempre vincitore».
Fonte: Stefano Lorenzetto, il Giornale 22/8/2010

Democratici del 2000 - quelli fondati da Arturo Parisi, Antonio Di Pietro e Francesco Rutelli - che per simbolo scelsero l’Asinello e per slogan «Voliamo alto».
Fonte: MATTIA FELTRI, La Stampa 23/8/2010, pagina 5

[decreto legge che ha fatto risparmiare a Mediaset centinaia di milioni di euro e la cui genesi è stata ricostruita ieri da Repubblica] Ancora più duro, Antonio Di Pietro risponde al telefono dal suo buen retiro di Montenero di Bisaccia e sbotta: «L´editoriale di Repubblica non l´ho solo visto, l´ho ritagliato e lo stiamo facendo girare in rete. Bisogna organizzare una campagna porta a porta per smontare la disinformazione berlusconiana».
Fonte: Annalisa Cuzzocrea, la Repubblica 20/8/2010

[Francesco Cossiga] DI PIETRO «Ho letto le dichiarazioni di Antonio Di Pietro. Continuo a volergli bene, ma non solo è totalmente ignorante ma pure un po’ cretino. Tuttavia io continuo a volergli bene...», luglio 2008. - «Non ho mai creduto che Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Disvalori, detta anche il Partito di Forche e manette, fosse un infiltrato dei servizi segreti nella magistratura, dato che mai e poi mai avrebbero arruolato uno che non sa parlare l’italiano», ottobre 2008.
Fonte: Mattia Feltri, La Stampa 18/8/2010, pagina 8

[Francesco Polidori] Si inventa il Cepu, acronimo di Centro europeo di preparazione universitaria, idea di enorme successo che arriverà a inglobare la gloriosa scuola Radio Elettra e che avrà come testimonial Alessandro Del Piero e Antonio Di Pietro.
Fonte: Corriere della Sera 18/8/2010

Società Civile, circolo piagnon-giustizialista da lui [Antonio Di Pietro] fondato con Nando Dalla Chiesa nel 1986 e in cui si parla di morti tutte le sere.
Fonte: SCH. 14252 (COLOMBO Gherardo)

Ma Verdini scopre di ”amare” l’editoria legandosi a Giuliano Ferrara ai tempi della sfida elettorale persa nel Mugello contro Antonio Di Pietro nel 1997.
Fonte: Giampiero Calapà, il Fatto Quotidiano 22/7/2010

Antonio Di Pietro ne ha pensata un’altra delle sue e ieri, di buon mattino, alle undici si è presentato nella sala stampa della Camera dei deputati sottobraccio al ministro leghista Roberto Calderoli. [...] Bossi respira, Calderoli gongola, Di Pietro c’ha il sorcio in bocca e non fa nulla per nasconderlo. [...] Ma ora con la Lega parla l’Idv: «Il feeling c’è da tempo e su vari temi - spiegano dall’entourage di Di Pietro - e con Calderoli c’è stato un lavoro sottotraccia fitto e continuo».
Fonte: Ettore Colombo, Il Riformista 20/5/2010

Berlusconi a parte, il più ricco del governo è Gianni Letta (1,3 milioni), mentre tra i leader politici è Di Pietro con 193 mila euro.
Fonte: Alberto D’Argenio, la Repubblica 16/3/2010

Il pm di Brescia Salamone (già salito all’onore delle cronache per avere inquisito Antonio di Pietro).
Fonte: Carlo Panella, Il Foglio 13/7/2010

Propaganda Fide è la regina di piazza di Spagna e dintorni: ha possedimenti lì, in piazza Mignanelli, nelle contigue via della Vite, via Sistina, via Gregoriana e via Margutta per citare solo i nomi più famosi. E in zona alta è la qualità degli inquilini. Abita in una casa della congregazione Bruno Vespa, vi affittava a pochi metri di distanza gli uffici un tempo il giornale di Antonio Di Pietro (e la tesoriera del partito, Silvana Mura, è inquilina non troppo distante in via delle Quattro fontane, nell’alloggio dove visse e morì nel 1847 il pittore Pietro Reinhart).
Fonte: Franco Bechis, Libero 23/6/2010

Il 4 marzo del 1993, in piena Mani Pulite, ci fu l’episodio di Enzo Carra, l’ex portavoce di Forlani, fotografato in manette. […] Il più pietoso fu il "giustizialista" Antonio Di Pietro, ai tempi pubblico ministero, che ordinò agli agenti penitenziari di togliere immediatamente le manette a Carra.
Fonte: Massimo Fini, il Fatto Quotidiano 17/6/2010

Antonio Di Pietro ha detto di aver acquisito il dominio di un sito estero (www.italiadeivalori.eu.bg) con sede a Bruxelles su cui pubblicare le intercettazioni vietate in Italia e di aver già preparato il quesito per un referendum abrogativo.
Fonte: SITO INTERNET DI VANITY FAIR, 10/6/2010

Scopriamo così che Antonio Di Pietro, 60 anni, in pensione dal gennaio del 1996, riceve un assegno netto di 1.956 euro al mese.
Fonte: ROBERTO GIOVANNINI, La Stampa 11/6/2010, pagina 15

Il premier Silvio Berlusconi non è stato l’unico politico o personaggio celebre ad aver rivelato di avere un tumore. In Italia, anche Antonio Di Pietro ha «confessato» pubblicamente il suo segreto.
Fonte: Adalberto Signore, il Giornale 25/5/2010, pagina 13

D’altro canto va detto, però, che con il comma 575 della Finanziaria 2007, proposto dal leader dell’Italia dei valori, Antonio Di Pietro, e dall’attuale sindaco di Roma, Gianni Alemanno, lo stipendio dei ministri parlamentari, dei viceministri e dei sottosegretari era già stato ridotto del 30%.
Fonte: La Stampa, 16/5/2010

Antonio Di Pietro ha dichiarato al fisco secondo Unico 2007 (l’ultimo reso pubblico nella primavera 2009) 218.080 euro. Sono compresi i redditi da parlamentare e quelli da attività diverse, ma non i copiosi rimborsi a forfait che vengono sottratti a tassazione per più di 10 mila euro netti al mese. Citata in dichiarazione dei redditi anche la proprietà di una srl, la Antocri specializzata in investimenti immobiliari. Ma non viene riportata notizia dell’acquisto da una società del gruppo Pirelli di Marco Tronchetti Provera di un immobile in via Casati a Milano grazie a un mutuo Bnl interamente ripagato dall’Italia dei Valori cui l’immobile è stato affittato dal suo fondatore per la sede lombarda.
Fonte: Franco Bechis, Libero 12/1/2010

C’è niente da fare: se si infilano le mani nei traffici immobiliari, non se ne esce più: […] alle mirabolanti avventure di Antonio Di Pietro fra masserie e garconniere (a adesso, se non s’è perso il conto, siamo a un totale di nove possedimenti, come Fausto Bertinotti), […].
Fonte: Mattia Feltri, La Stampa 30/04/2010

Tutti appalti gestiti dalla cricca di Balducci ma con l’avvallo di un comitato interministeriale (di cui faceva parte anche l’ex ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro).
Fonte: Monica Raucci, il Fatto Quotidiano 23/4/2010

E certo, se accendo la televisione e scorgo il viso avvinazzato del russo-siciliano ministro La Russa, o gli occhi rossi, il viso quasi suino, i brufoletti cosparsi con grazia sui lineamenti di Antonio Di Pietro-, ho una sola tentazione: prendere il treno, e trasferirmi, per tutto il resto della mia vita, sulle rive del lago di Lucerna.
Fonte: PIETRO CITATI, la Repubblica 2/4/2010

[Rimborsi elettorali] Economicamente il Carroccio vale quasi il doppio dell’Italia dei valori, anche se Antonio Di Pietro è il solo insieme a Berlusconi e Bersani ad ottenere rimborsi in tutte le regioni in cui si è votato.
Fonte: Chris Bonface, libero 31/3/2010

Il primo resta sempre Berlusconi che si ritrova al suo fianco sul podio al secondo posto proprio Antonio Di Pietro con 193.211 euro. Poi Umberto Bossi con 156.405,
Fonte: Francesca Angeli, il Giornale 16/3/2010

A Torre del Greco, per dire, Silvio Berlusconi e Antonio Di Pietro sono stati non solo meno nemici ma addirittura alleati. Il sindaco Ciro Borriello, ex deputato di Forza Italia, dopo una lunga traversata del deserto era approdato all’ Italia dei valori. E come dipietrista aveva vinto le comunali del 2007, ritrovandosi a capo di una giunta macedonia con assessori azzurri e dell’ Idv. Ed erano ancora insieme, berlusconiani e dipietristi, solo pochi mesi fa, quando Di Pietro accusava Berlusconi di «voler far tornare il fascismo in Italia» e il Cavaliere bollava l’ ex pm di Mani pulite con l’ epiteto di «ricattatore». Poi Borriello ha deciso di tornare a Canossa, ha scaricato i dipietristi e si è candidato alle prossime regionali con il Pdl, al fianco di quel sottosegretario all’ Economia Nicola Cosentino che il suo ex leader Antonio Di Pietro avrebbe voluto consegnare alla magistratura.
Fonte: Sergio Rizzo-Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 13/03/2010

Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei valori: «L’ho spostato due volte, ma non potevo licenziarlo […] Io me lo sono trovato presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e l’ho spostato a capo del Dipartimento per le infrastrutture statali. Volevo una rotazione continua tra le cariche. La mia scelta era proprio quella di far ruotare questi nomi, così da spezzare quella catena, quella connessione che lega molti politici a personaggi di questo tipo. Con Balducci l’ho fatto per ben due volte, di questo mi sia dato atto.[…] Io non avevo niente contro Balducci. E la legge non me lo avrebbe sicuramente permesso. Allo stesso modo, mi sono comportato con Mautone trasferendolo. Ciò che volevo fare era spezzare questi possibili legami di malaffare.
Fonte: Alessandro Da Rold, Il Riformista 14/2/2010

Di Pietro L’Idv è stato fondato nel 1998, ma il primo congresso della sua storia s’è svolto solo la settimana scorsa, tra venerdì e domenica, all’hotel Marriot di Roma. Finora l’Italia dei Valori è stato un partito personale di Antonio Di Pietro, incardinato alla persona del suo proprietario già nello statuto (e nei finanziamenti), vivo grazie soprattutto a un’opposizione senza quartiere a Berlusconi, insultato ad ogni occasione e contestato con un forte ausilio della piazza. Una modifica allo statuto e la consapevolezza che i tempi si fanno meno facili ha consigliato la trasformazione dell’Idv da movimento a partito propriamente detto. Di qui il congresso, in cui Di Pietro è stato rieletto presidente per acclamazione e in cui è stata annunciata la nuova linea: andare a caccia di alleanze, prima di tutto con il Pd e poi con tutta l’area della sinistra radicale oggi priva di rappresentanza. Puntare quindi al governo del paese. Di Pietro dichiara di aborrire la prospettiva di una condanna all’opposizione perenne e quindi vuole smetterla di affidare tutto alla piazza e alla protesta (definita ”diarrea politica”). Due problemi: le regionali sono una prova più difficile delle politiche o delle europee per un partito come l’Idv che fa campagna sui valori e meno sul territorio; Di Pietro ha un antagonista interno nel giudice De Magistris che lo surclassò alle europee come numero di voti (414 mila contro 395 mila preferenze ) e che sembra marciare lento ma sicuro verso la leadership della formazione.
Fonte: Anno VII - Trecentottesima settimana Dal 1° all’8 febbraio 2010

MOZIONE DI SFIDUCIA DELL’IDV - L’Italia dei Valori chiede le dimissioni del capo della Protezione civile. Antonio Di Pietro ha presentato una mozione di sfiducia contro di lui: «Bertolaso dimettiti, altrimenti ti sfiduciamo noi. Sono proprio curioso di vedere se il nostro Bertolaso ha un po’ d’onore, oppure anche lui è come il sottosegretario Cosentino, il quale, nonostante un provvedimento di cattura confermato dalla Cassazione che gli pende addosso, insiste a rimanere al governo» afferma il leader Idv.
Fonte: www.repubblica.it 12/2/2010

[Il bersaglio del tirassegno è Vincenzo De Luca, 61 anni a maggio, sindaco di Salerno dal 1993 e oggi candidato del Pd alla carica di presidente della regione campana] Quanto sia alta la confusione sotto il cielo dell’opposizione ce lo conferma anche il comportamento dell’alleato numero uno del Pd: l’Italia dei valori di Antonio Di Pietro. Sino a qualche giorno fa, Tonino aveva gridato un forsennato ”no” alla candidatura di De Luca. Con il pretesto che il sindaco di Salerno era imputato in due processi.
Certo, la sua città era bene amministrata, ma si trattava di un dettaglio irrilevante. Per questo, Di Pietro aveva chiesto al proprio gemello, Luigi De Magistris, di candidarsi in Campania. Con lo scopo nascosto di levarsi dai piedi un concorrente pericoloso dentro il partito. Ma il gemello, che fesso non è, gli ha risposto picche.
Allora è accaduto l’impensabile. Nel giro di soli quattro giorni, Di Pietro ha rovesciato il ”no” in un ”sì”. Giurando che sosterrà De Luca a una condizione: se venisse eletto e poi condannato, dovrebbe lasciare l’incarico di governatore. Il sindaco di Salerno deve aver sorriso sotto i baffi che non ha. E gli ha replicato: «Nel caso di una condanna definitiva, è scontato che me ne andrò subito. Sono sempre stato per la legalità e per il rispetto della magistratura».
Fonte: Giampaolo Pansa, Il Riformista 7/2/2010

Vittorio «Bobo» Craxi nel suo libro «Route El Fawara: Hammamet», Sellerio 2003: «Una sera mio padre fu raggiunto da una telefonata a casa, quindi si spostò in un altro luogo dove poter comunicare più tranquillamente e senza venir registrato, io lo accompagnai. Ripreso il contatto telefonico, Berlusconi gli comunicò che era sua intenzione portare Antonio Di Pietro ad un ministero o alla direzione generale dei servizi segreti».
Fonte: dago spia 2010-01-

Antonio Di Pietro ha dichiarato al fisco secondo Unico 2007 (l’ultimo reso pubblico nella primavera 2009) 218.080 euro. Sono compresi i redditi da parlamentare e quelli da attività diverse, ma non i copiosi rimborsi a forfait che vengono sottratti a tassazione per più di 10 mila euro netti al mese. Citata in dichiarazione dei redditi anche la proprietà di una srl, la Antocri specializzata in investimenti immobiliari. Ma non viene riportata notizia dell’acquisto da una società del gruppo Pirelli di Marco Tronchetti Provera di un immobile in via Casati a Milano grazie a un mutuo Bnl interamente ripagato dall’Italia dei Valori cui l’immobile è stato affittato dal suo fondatore per la sede lombarda. Sarà anche per questa scarsa incidenza del peso del fisco sulle personali vicende che Di Pietro è entrato un po’ in confusione di fronte al nuovo annuncio della riforma fiscale di Silvio Berlusconi con due aliquote secche al 23 e al 33 per cento.
Sulle prime il leader dell’Italia dei valori è sembrato quasi entusiasta, spigendosi a dichiarare: «La settimana prossima, invece di discutere la legge ad personam, Berlusconi porti in Parlamento la ridistribuzione dell’equità sociale e dell’equità fiscale e noi dell’Italia dei Valori voteremo a favore. L’Idv non è solo il partito del no e se una cosa è giusta, quella di ridurre le tasse e allo stesso tempo farle pagare a tutti, Berlusconi compreso, è d’accordo. La verità però è che Berlusconi parla di equità fiscale ma pensa solo all’equità personale». Ieri correzione di rotta. Per Di Pietro la riforma a due aliquote è «inattuabile fino a quando si fanno gli scudi fiscali per gli evasori, perchè gli evasori non pagano le tasse, quindi mancano i soldi e non si possono abbassare le tasse». Parlando a margine di una conferenza stampa per presentare il candidato del partito alle elezioni regionali in Lombardia, Di Pietro ha sottolineato che «la colpa delle tasse troppo alte è degli evasori e dello Stato, che per una tangente del 4%, perchè di tangente si tratta, di corruzione politica, vende l’anima al diavolo».
Fonte: Franco Bechis, Libero 12/1/2010

Due anni dopo, era il 1996, il Pds riuscì ad andare al governo, ma sotto il comando di un democristiano, Romano Prodi. Il Bottegone, ormai sulla via di diventare un Botteghino, fu costretto ad accettare come ministro dei Lavori Pubblici il magistrato che aveva guidato Mani Pulite: Antonio Di Pietro. Tonino non possedeva ancora un partito, ma incuteva paura perché conosceva tutti i segreti di Tangentopoli. Per questo, nel novembre 1997, il Pds lo fece eleggere senatore dell’Ulivo nel collegio rosso del Mugello, in Toscana. Senza prevedere di portarsi in casa un nemico mortale. Destinato a rivelarsi tale con la fondazione di un partito personale, l’Italia dei valori. Siamo ai giorni nostri. Il Partito Democratico, guidato dall’onesto cireneo Bersani, sta nella tempesta. Sconvolto dalla rissa per le candidature regionali. Minato dal correntone Veltroni-Franceschini-Bindi. Ricattato dal partito di Di Pietro. Il Pd non ha la forza di rompere con l’ex pm. Anche se ha il timore che Tonino possa rivelarsi il suo boia. Pronto a completare il lavoro lasciato in sospeso come inquisitore giudiziario. Fonte: Giampaolo Pansa, Il Riformista 10/1/2010

Antonio Di Pietro nel libro «Intervista su Tangentopoli», Garzanti 2000: «A Craxi non abbiamo mai applicato la regola del ”non poteva non sapere”: l’avviso di garanzia gli arriva non quando maturiamo un sospetto sul piano logico, ma quando Larini dichiara che gli portava i soldi in Piazza del Duomo».
Fonte: Filippo Facci, Libero 9/1/2010 - 8/1/201 - 6/1/2010

Commento di Antonio Di Pietro nel 1994, dopo che i legali di Craxi avevano presentato un certificato medico: «Mi sembra che Craxi ha un foruncolone al piede con pus, più che un’ulcerosi. O se volete una piaga». Altro commento di Antonio Di Pietro dopo che i legali avevano spedito un altro certificato riguardante un attacco cardiaco: «Quante storie, anch’io ho dei problemi alle coronarie e sono sotto controllo medico»; il titolo di apertura del Corriere della Sera del giorno dopo - dopo che, sul cattivo stato di salute di Craxi, non era uscita una riga - fu il seguente: «Di Pietro è malato di cuore».
Fonte: Filippo Facci, Libero 5/1/2010 Filippo Facci, Libero 7/1/2010

[Craxi] Ad Antonio Di Pietro, il pubblico ministero che lo aveva inseguito per anni, riservò cinque parole in tutto: «Di Pietro non guida, è guidato». Per non apparire criptico, soggiunse: «Chi invitavano a parlare ai convegni di Fiuggi presieduti da Giulio Andreotti e organizzati da Giuseppe Ciarrapico? Di Pietro. E a Milano chi erano quelli che preparavano insieme col futuro eroe un’associazione per il rinnovamento dell’Italia? Gli andreottiani».
Fonte: Stefano Lorenzetto, il Giornale, 8/1/10

Per quanto politicamente diversi, Umberto Bossi e Antonio Di Pietro hanno una caratteristica in comune: l’ottimo andamento economico dei rispettivi partiti. Una circostanza che non si desume solo dai conti del 2008, ma dalla notevole liquidità accumulata dal Carroccio e dall’Italia dei Valori. […] Il partito dell’ex Pm, oltre ad avere una disponibilità di 3,3 milioni, può contare su immobilizzazioni finanziarie per 2,5 milioni. Queste ultime non rappresentano quote societarie come per la maggior parte dei partiti, ma sono rappresentate da 2 milioni di Buoni ordinari del Tesoro e da 400mila euro di obbligazioni del Sanpaolo e da quote di fondi. […] Insomma, Tonino Di Pietro quando si tratta di denari non ha nulla da imparare. Anzi, se si considera che - eccezion fatta per la sede romana di via di Santa Maria in Via (appartenente a Inarcassa) - le sedi Idv di Milano e di Bergamo sono di proprietà dell’ex Pm, si può comprendere come il partito, in fondo, sia una fonte di reddito anche per il presidente. Infatti, nei 195mila euro di spese per godimento di beni di terzi (voce alla quale si computano i canoni di locazione) c’è sicuramente anche l’affitto dell’appartamento di via Casati a Milano, che funge da sede nazionale ed è intestato alla An.To.Cri., l’immobiliare di Di Pietro intitolata con le iniziali dei nomi dei tre figli. […] Comunque Di Pietro & C. hanno chiuso il 2008 con un avanzo di gestione di 14,6 milioni e un patrimonio di 28 milioni. terminato con una redditività del 50% il penultimo esercizio caratterizzato dal vecchio statuto con il quale «associazione» (dei fondatori dipietristi) e «partito» si mescolavano.
Fonte: Gian Maria De Francesco, il Giornale 4/1/2010

2009
Tuttora Tonino Di Pietro, quando gli ricordano il voltafaccia di Sergio De Gregorio, se la cava così: «Lo ha spiegato anche Gesù Cristo: ogni dodici, uno tradisce. Visto che io una volta ho già sbagliato, significa che non sbaglierò più».
Fonte: Jacopo Iacoboni, La Stampa, 25/09/09

Marco Travaglio dice che Di Pietro non è il suo referente politico: «Non ho un partito mio. Dovrebbero risorgere Luigi Einaudi o Cavour. E quindi se un politico si avvicina al mio punto di vista, lo voto. Nel 1996 Bossi e i leghisti davano addosso a Berlusconi e li ho votati. Nelle ultime due tornate ho scelto Di Pietro».
Fonte: Giovanni Audifreddi, Vanity Fair 13/5/2009

Il 13 aprile il Cavaliere telefonò a ”Tempo reale” di Michele Santoro e disse: «Mi risulta che Antonio Di Pietro non fosse così convinto di quell’atto firmato da tutto il Pool». Aggiunse che Di Pietro gli aveva parlato il 18 febbraio direttamente ad Arcore, nella tana del lupo, e la rivelazione fu paralizzante per tutti. Borrelli chiamò Di Pietro e gli disse testualmente: «Smentisci o ti faccio buttare giù dalle scale a calci nel sedere». Ma Tonino, sulla ”Stampa” del 15 aprile, si limitò adire che «di ogni atto che ho firmatomi assumo la responsabilità», e, circa l’indagine su Berlusconi, che «resta da capire se si tratta di un fenomeno corruttivo oppure di una patita concussione». Il procuratore aggiunto Gerardo D’Ambrosio non fu contento: «Non era quello che ci aspettavamo». Figurarsi Borrelli: «Il suo è un silenzio colpevole».
Fonte: Filippo Facci, Libero 16/12/2009

Su Facebook il politico con più ammiratori è Silvio Berlusconi: […] mentre Antonio Di Pietro, ottavo posto, 18.390.
Fonte: Corriere della Sera 3/3/2009, pagina 15

[ relativamente a «rimborso» per le spese elettorali sostenute durante le ultime politiche] Per non parlare dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro: 4,4 milioni spesi, 21,6 incassati.
Fonte: Sergio Rizzo, Corriere della Sera 18/12/2009

Di tentativo di «imbonire la mente dei cittadini» parla Antonio Di Pietro , anche perché «la bandiera è una cosa, il crocifisso un’altra: sono d’accordo di non togliere la croce da scuole e luoghi pubblici, ma non esasperiamo la situazione».
Fonte: C. Ma., Libero 1/12/2009

il No-B day (indovinate per cosa sta la B) convocato dall’ex pm Antonio Di Pietro e successivamente rilanciato dai «blog» girotondini e filo-Repubblica, per poterla presentare come una manifestazione «autoconvocata», «spontanea», «dal basso» e per poter pressare meglio il Pd. […]
Fonte: Laura Cesaretti, il Giornale 26/11/2009

Dopo sette ore di discussione, Antonio Di Pietro è riuscito, almeno per ora, a mettere pace nel suo partito. Il 5-6-7 febbraio prossimo, a Roma, si terrà il congresso dell’Italia dei Valori. Ma l’ex pm ed eurodeputato Luigi De Magistris, che in queste settimane sembrava pronto a lanciare un’Opa sul partito, non sfiderà ”Tonino”. Ha annunciato, anzi, che firmerà una mozione di sostegno a Di Pietro, visto che la sua leadership, ha detto, è «indiscussa».
Fonte: Elisa Calessi, Libero 17/11/2009

Lo farà [test antidroga] anche Antonio Di Pietro, il quale chiede che tutti i parlamentari dell’Idv facciano altrettanto, ma anche che vengano resi noti i risultati di tutte le analisi e i nomi di chi non ha voluto fare l’esame.
Fonte: la Repubblica 6/11/2009

A Walter Veltroni, Macaluso rimprovera anche di aver reinventato Antonio Di Pietro. «Diceva che voleva sfidare Berlusconi, che il Pd doveva correre da solo. E che fa dopo qualche settimana? L’accordo con Di Pietro. Così Di Pietro, che era al 2%, con il cosiddetto voto utile di Veltroni ha superato il 4%, e ora a Walter gli dà calci nelle palle. Quando Veltroni si assumerà le proprie responsabilità sarà sempre tardi. Intanto torna. Torna sempre».
Fonte: Costanza Rizzacasa, ItaliaOggi 03/10/2009

Giovedì pomeriggio Umberto Bossi e Antonio Di Pietro, a poche ore dall’attentato di Kabul, hanno messo in discussione esplicitamente la partecipazione italiana alla missione internazionale in Afghanistan. […] Ha detto Di Pietro: «La nostra missione è davvero e solo una missione di pace o si sta trasformando in un’azione di protettorato a favore di una fazione contro un’altra? Noi siamo andati in Afghanistan per aiutare il popolo afgano e non il tiranno di turno a sbarazzarsi dei suoi avversari».
Fonte: Peppino Caldarola, Il Riformista, 19/09/09

[Bruno Vespa] «Mi chiedo invece: come faranno Dario Franceschini e Antonio Di Pietro senza Porta a porta? Ricordo che Di Pietro nelle ultime due stagioni si è seduto sulla nostra ’sedia elettrica’, in 14 puntate contro le 7 di Berlusconi».
Fonte: Paolo Conti, Corriere della Sera 17/09/2009

«Oggi uno strumento come Twitter offre un contatto più immediato con la gente – conferma Antonio Di Pietro, il leader dell’Idv, che nel marzo 2007 aprì un’isola nel mondo virtuale, da cui tenne anche una conferenza stampa ”. Second Life resta, ma noi adesso puntiamo su Youtube: è la nostra piccola televisione».
Fonte: Alessandro Sala, Corriere della sera 26/8/2009

Antonio Di Pietro passa le vacanze a Montenero di Bisaccia,
Fonte: A.Gar., Corriere della Sera 23/7/2009

Si pensò anche ai videogiochi: nel 96 l’ex ministro dei Lavori Pubblici Antonio Di Pietro voleva introdurre nelle discoteche dei «simulatori di guida» per premiare i ragazzi che compivano meno infrazioni virtuali.
Fonte: Fabio Cutri, Corriere della Sera 27/7/2009

Sull’immagine italiana all’estero influiscono anche iniziative come quella di Antonio Di Pietro, che in contemporanea col G8 ha acquistato un’intera pagina di pubblicità sull’’International Herald Tribune”. Mauro Favale: «Quattro paragrafi per raccontare le vicende italiane degli ultimi mesi: dal Lodo Alfano ”senza il quale Berlusconi potrebbe essere condannato come corruttore di David Mills”, alla cena del premier con i giudici della Consulta Mazzella e Napolitano pochi mesi prima che la Corte si pronunci sulla costituzionalità del Lodo. Per questo, conclude di Pietro, ”l’Italia rischia di trasformarsi da democrazia a dittatura di fatto”». Mimmo De Lorenzo, titolare dell’agenzia che segue la campagna per la rielezione del segretario del Pd Dario Franceschini: «Di Pietro sembra un oppositore clandestino. Se vedessimo il leader socialista francese in un annuncio analogo, cosa penseremmo? Sarebbe stato meglio non scrivere ”Appello alla comunità internazionale”, non l’hanno fatto nemmeno gli studenti di Teheran». [14]
Fonte: [14] Mauro Favale, la Repubblica 10/7/2009

[Carlo Sama] Nella storia di Tangentopoli resterà il suo interrogatorio con Antonio Di Pietro. Cosa pensa di lui? «Non voglio giudicarlo, basta guardare i fatti. Pare che abbia avuto un grande successo. uno che ha colto quelle che erano delle gran belle opportunità. Per lui».
Fonte: Valerio Palmieri, CHi, 8 luglio 2009

Luigi de Magistris (la d minuscola indica origini aristocratiche) è il politico del momento. Alle ultime elezioni europee, dove era candidato con l’Italia dei Valori, ha conquistato 415.646 preferenze, 19 mila in più del leader del suo partito, Antonio Di Pietro.
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama, 25 giugno 2009

Anche se qualcuno di loro non l’ha mai portata, tra i simpatizzanti della cravatta si vedono in giro con la camicia aperta sul collo, tra gli altri, Antonio Di Pietro.
Fonte: Daniele Mastromattei, Libero, 30/5/2009

Intanto i risvolti del divorzio Mediaset-Mentana sono molti, e avvertibili anche sul prodotto. Prendiamo Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori. Alessio Vinci lo ha invitato più volte, in questo periodo pre-elettorale. Ma si è sentito rispondere sempre di no. Perché? Per solidarietà con Mentana. Ai suoi collaboratori Di Pietro ha spiegato che non intende legittimare ciò che ritiene un vero e proprio licenziamento.
Fonte: Paolo Conti, Corriere della sera 27/5/2009

Come l’antiberlusconiano ante litteram, Antonio Di Pietro, che ha intascato 50 mila euro da Sei Tv, una società televisiva milanese. Dalla visura camerale salta fuori che la proprietaria è tale Tiziana Grilli, moglie di Raimondo Lagostena Bassi, reuccio delle tv locali grazie al circuito Odeon. Lagostena però è uomo che fa affari col Cavaliere (visto che mandava in onda la defunta Tv delle libertà della Brambilla), ed è anche editore di Telepadania (non a caso ha foraggiato anche la Lega con 60 mila euro). Allora con Di Pietro che c’azzecca?
Fonte: Gianni Del Vecchio e Stefano Pitrelli, L’Espresso, 28 maggio 2009

Claudio Magris annuncia che voterà per Antonio Di Pietro alle europee.
Fonte: Iacopo Jacoboni, La stampa 12/5/2009

[Giorgio Panariello] Può fare un faccia a faccia con qualcuno: chi sceglie? Antonio Di Pietro, mi diverte, senti il contadino che fu.
Fonte: Stefania Berbenni, Panorama 7/5/2009

A Bruxelles sicuramente non conoscono il fascino del sigaro Toscano, amato da personaggi illustri come [altri] Antonio Di Pietro.
Fonte: L’Espresso, 29 aprile 2009

Non tutti gli indagati sono uguali per Antonio Di Pietro. Il leader dell’Idv ha candidato alle europee Luigi De Magistris, sotto inchiesta a Roma per concorso in abuso d’ufficio e interruzione di pubblico servizio dopo lo scontro di toghe Salerno-Catanzaro. Eppure, in Abruzzo Di Pietro pose un aut aut al Pd: accordo per le regionali a patto di non candidare Donato Di Matteo.
Fonte: Panorama, 2 aprile 2009

«L’era glaciale», Daria Bignardi parla dei personaggi che le hanno detto no (Di Pietro), […] So chi non verrà: Antonio Di Pietro, centrale in questo momento politico, mi ha detto un bel no chiaro. Meglio di chi dilaziona all’infinito.
Fonte: Guja Visigalli, Panorama, 19 marzo 2009

E, ancora una volta, piaccia o meno, Enrichetto ha fatto di testa sua, rompendosela. Succede che, tramite il fido Mauro Crippa, Confalonieri aveva chiesto a Mentana una "cortesia": evitare di intervistare Tonino Di Pietro. Troppi insulti, troppe querele, troppi rancori. Risultato, dopo 24 ore, in data 2 febbraio, va in onda "Matrix" con un’ora e mezza di assolo dell’ex pm, senza l’ombra di un minimo contraddittorio. Immaginarsi le accuse by Di Pietro al capo del governo è facile, ancor più facile è immaginarsi l’incazzatura dalle parti di Palazzo Grazioli e Cologno Monzese.
Fonte: Dagospia, 16/2/2009

Inoltre Cristiano, il figlio di Antonio Di Pietro, beccato nelle intercettazioni a chiacchierare di appalti con Mario Mautone, ex provveditore alle opere pubbliche di Campobasso, s’è dimesso dal partito, ma non dal consiglio provinciale della medesima Campobasso.
Fonte: Anno VI - Duecentocinquantaduesima settimana Dal 22 dicembre 2008 al 3 gennaio 2009
Gabriele Cimadoro, il cognato del capo (Barbara Mazzoleni in Cimadoro è la sorella di Susanna Mazzoleni in Di Pietro), è ora deputato e responsabile degli enti locali per l’Idv, ma ha in tasca la promessa di una candidatura alle europee.
Fonte: Laura Maragnani, Panorama, 15 gennaio 2009

[…] ecco che Antonio Di Pietro, l’arcinemico di Berlusconi, dichiara di dare libertà di coscienza ai suoi parlamentari sul provvedimento del governo, ammettendo così implicitamente il proprio accordo con la scelta del premier di tenere in vita Eluana.
Fonte: Angelo Panebianco, Corriere della Sera 9/02/2009

Antonio di Pietro, gran pescatore di voti nel varesotto.
Fonte: Alessandro Barbera, la Stampa 5/1/2009

2008
[Gianni Barbacetto] Autore di Il Guastafeste, sottotitolo La storia, le idee, le battaglie di un ex magistrato entrato in politica senza chiedere permesso (ed. Ponte alle Grazie). Il rompiballe in questione è il leader dell’Italia dei valori, Antonio Di Pietro. «Di Pietro è il personaggio politico del momento: amatissimo dai suoi sostenitori, odiatissimo dagli avversari, che lo chiamano eversore. Dunque è il personaggio giusto da interrogare oggi, senza rete e senza reticenze». Nel 2008 ha votato di Pietro. «Mi sono chiesto: chi farà l’opposizione più decisa a Berlusconi, l’uomo del conflitto d’interessi? E poi ho tracciato la crocetta».
Fonte: Rossana Lacala, Novella2000, n.51, 18/12/2008, p.19

Antonio Di Pietro, un ex magistrato che guida uno dei principali partiti di opposizione, ha definito pubblicamente Berlusconi un magnaccia – termine colorito.
Fonte: Internazionale 773 4-11 dicembre, (dal New Yorker) 2008

Uno sventurato target è Antonio Di Pietro. Suo figlio Cristiano, 34 anni, al tempo consigliere provinciale di Campobasso, si mette in contatto con Mario Mautone, provveditore alle opere pubbliche di Campania e Molise. Mal gliene incolse. I comportamenti di Mautone sono già al centro dell´inchiesta di Napoli. Iperattivo, interlocutore favorito di amministratori, politici, imprenditori, amico giovialissimo di questori, generali e magistrati. E´ settembre dello scorso anno. Una manina consegna al senatore Sergio De Gregorio (partito delle libertà) la notizia che Cristiano Di Pietro è «indagato dalla procura di Napoli in un´inchiesta sulla ricostruzione post-terremoto in Molise». La notizia farlocca viene rilanciata dal Giornale, che ancora ieri ostinatamente la ripubblica. Raccontano che, di quelle intercettazioni, venga a conoscenza anche Silvio Berlusconi; che venga sollecitato a utilizzarle come una mazzuola sulla testa del suo «nemico» storico (Di Pietro) e contro il partito democratico (governa Napoli e la Campania da quindici anni). Il premier non ne fa nulla. L´uomo ha un felice intuito perché la storia, come gliela raccontano, è bugiarda. E´ vero, il giovane Di Pietro - intercettato - discute con Mautone della sorte di un paio di caserme dei carabinieri in Molise. «Più che correttamente», dicono oggi fonti vicino all´inchiesta. Il padre, Di Pietro il vecchio, Antonio, in quei mesi ministro delle Infrastrutture, ha il cattivo carattere che ha - si sa - e al primo stormir di foglie dell´indagine rimuove Mautone sottraendogli l´autonomia di provveditore per consegnarlo a un incarico non operativo al ministero. «Mi sono sempre comportato così - dice ora Di Pietro - Se sapevo che la magistratura stava valutando la correttezza dei comportamenti di un alto dirigente lo destinavo a un incarico non operativo - è accaduto in cinque, sei occasioni - nell´interesse del ministero, della giustizia, del dirigente indagato o soltanto coinvolto nell´indagine». Fonti vicino all´inchiesta confermano che Di Pietro si è comportato in questa storia con «esemplare correttezza».
Fonte: Giuseppe D’Avanzo, la Repubblica 4/12/2008

[Facebook] Il leader dell´Idv Antonio Di Pietro mantiene il passo (4.661), comparendo nuovamente con il simbolo Lista Di Pietro Italia dei Valori a quota 4.158 ammiratori. Ad agosto Di Pietro di sostenitori ne aveva 687, e Italia Oggi pubblicò un pezzo per dire che Berlusconi lo soverchiava. Da allora i Tonino boys si sono dati un gran daffare. Berlusconi ha 4.045 fan.
Fonte: Concetto Vecchio, la Repubblica 17/11/2008

E già questa è una stranezza, perché quasi tutti i vip sono solo virtualmente su Facebook, usandolo come vetrina asettica e demandandone la gestione agli uffici stampa: Simona Ventura, Antonio Di Pietro, Giorgio Faletti.
Fonte: Andrea Scanzi, La Stampa 9/11/2008

Già Antonio Di Pietro quando fu ministro dei Lavori Pubblici nel primo governo Prodi cercò di trattare il pubblico impiego come aveva trattato il Psi di Craxi (e di Brunetta). Di Pietro propose infatti che «laddove – è puro dipietrese – il dipendente pubblico non riesca a giustificare il proprio tenore di vita è meglio disfarsi di costui piuttosto che aspettare che intervenga il giudice penale: sarebbe troppo tardi e poco selettivo».
Fonte: Francesco Merlo, la Repubblica 20/7/2008

[Cossiga] Qual è il peggior politico della Terza Repubblica? «Antonio Di Pietro».
Fonte: Libero 31 maggio 2008, BARBARA ROMANO

Due sono invece i finanziatori che spiccano tra i pochi dichiarati da Antonio Di Pietro per la sua Idv: la Media Cisco srl (15 mila euro) di Pierino Tulli e i 40 mila euro dell’ex presidente del Treviso calcio, Ettore Setten.
Fonte: L’espresso 20 marzo 2008, PRIMO DI NICOLA E MARCO LILLO

A proposito dei referendum promossi dalle piazze grillesche, invece, vediamo che anche il promotore Antonio Di Pietro invoca che un parlamentare non resti tale per più di due mandati: ma non ha detto che lui, di mandati, ne ha già collezionati cinque, per un totale di anni 11. A
Fonte: Il Giornale 24 aprile 2008, Filippo Facci

[Il guru dell’agenzia è il perito informatico Gianroberto Casaleggio, 53 anni e riccioli alla Angelo Branduardi. Tra i suoi best-seller Il Web è morto, viva il Web e Web ergo sum] Molte delle idee di Grillo, come la repentina (e ora un po’ sopita) passione per il mondo virtuale di Second life (trasmessa pure ad Antonio Di Pietro, altro cliente famoso di Casaleggio), sono ispirate dal perito informatico milanese.
Fonte: Giacomo Amadori, Panorama 30/4/2008

GLI ELETTI DI CAMERA E SENATO NELLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2008 (prima delle opzioni)
CAMERA Piemonte 1
IDV (2). Antonio Di Pietro, Giuseppe Giulietti.
Fonte: La Stampa 16/4/2008

[Milo Manara] Per chi vota? L’ultima volta per Antonio Di Pietro. Non posso crederci. Se ci ripenso, pare incredibile pure a me. Tornerò ai Verdi.
Fonte: Panorama 6 marzo 2008, Stefano Lorenzetto
La variante moderata di questa strategia è Antonio Di Pietro, secondo il quale Ferrara andrebbe ignorato per «farlo parlare al muro».
Fonte: Corriere della Sera 4 aprile 2008, Massimo Franco

[Umberto Pizzi] Meglio Antonio Di Pietro: uno scatto con Ela Weber sarebbe buono (se è vera la loro storia). Una volta al Bagaglino l’ho fotografato con delle ballerine: è uno che si presta al gioco perché è molto naif.
Fonte: Franco Adriano, ItaliaOggi 3/4/2008, pagina 7.

Associandosi alla richiesta di trasparenza, il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro ha chiesto di sapere «quantomeno i nomi dei politici coinvolti per evitare di candidare persone che poi non hanno tempo di intervenire in Parlamento perché impegnate ad andare in tribunale». L’ex pm di Mani pulite ha poi ricordato: «Quando ero magistrato ho fatto decine di rogatorie, ricevendo sempre risposte evasive. Il Liechtenstein è una vera e propria cassaforte per le cifre che lì transitano e per la quasi impossibilità di accesso della magistratura».
Fonte: Corriere della Sera 29 febbraio 2008, Sergio Rizzo

Da parte sua, il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro ha annunciato l’ampliamento di "alcuni penitenziari, in modo da recuperare 3 mila 300 posti": ai quali, ha detto, "se ne aggiungeranno 4 mila nel triennio 2007-2009".
Fonte: L’Espresso 10/01/2008, RICCARDO BOCCA

2007
In Italia il judo è praticato da 42 mila atleti a livello agonistico e da 100 mila a livello amatoriale. Tra questi, in passato, anche il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro che lo ha praticato quando era in polizia. «Un torello che caricava a testa bassa, tutto fisico e poca tecnica», ricorda Silvio Di Francia, assessore alle Politiche culturali del Comune di Roma, braccio destro di Walter Veltroni, ex campione italiano e componente della squadra nazionale di judo.
Fonte: Roberto Rizzo, Corriere della Sera 22/12/07
I suoi sfondoni [di DI PIETRO] sono così esilaranti da aizzare quel bello spirito di Alfredo Biondi, suo collega parlamentare ed ex Guardasigilli. Biondi, se c’è Di Pietro in Aula o in commissione, sforna continui brocardi latini unicamente per godersi gli occhi a palla di Tonino che li scambia per cinese.
Fonte: Giancarlo Perna, Il Giornale 9/10/2007

[Canotta] Antonio Di Pietro l’agosto scorso è stato paparazzato in canotta di governo però era in relax nel giardino di Montenero di Bisaccia.
Fonte: Corriere della Sera 08/12/2007, pag.27 Giovanna Cavalli

Tinto Brass. “In Italia c’è Antonio Di Pietro. Lo immaginavo nella parte di Mellors, un ruspante stallone, per un mio rifacimento di Lady Chatterley”.
Fonte: Giancarlo Dotto, La Stampa 26/11/2007, pagina 20.

Le primarie sono state introdotte in Italia dal centrosinistra. Il primo caso di rilievo nazionale si è avuto il 16 ottobre 2005, sempre di domenica, quando l’Unione chiamò a raccolta il suo popolo per indicare il candidato premier. Si votò dalle 8 alle 22, in circa 10 mila seggi. I votanti furono complessivamente 4.311.149. Vinse Prodi con 3.182.686 voti, pari al 74,1%. Prodi prevalse su quattro segretari di partito e due esponenti indipendenti. In corsa c’erano Fausto Bertinotti che conquistò il secondo posto con 631.592 preferenze pari al 14,7%, seguito da Clemente Mastella con 196.014 voti (4,6%). In quarta posizione si classificò Antonio Di Pietro (3,3%).
Fonte: Vari 15/10/2007 La stampa

Con il comico [Beppe Grillo] si schiera Antonio Di Pietro. "Finalmente una ventata di novità nel panorama politico italiano", dice il ministro. "E’ in questo modo - dice ancora il leader dell’IdV - che si dà anche luogo al ricambio generazionale della classe politica italiana. Soprattutto lascia che sia il cittadino a scegliere i propri candidati. Ci auguriamo il successo dell’iniziativa e assicuriamo il nostro contributo". […] E contro Di Pietro si scagliano i Verdi. "e liste civiche annunciate da Beppe Grillo rappresentano un fatto importante e rivolgiamo loro un benvenuto - dice il capogruppo all Camera Angelo Bonelli - piuttosto, il sostegno rivolto da Di Pietro a quest’iniziativa appare decisamente opportunistico. Il ministro delle Infrastrutture, infatti, a più riprese ha attaccato i Verdi e gli ambientalisti definiti ’quelli che bloccano tutto’, ’quelli del no’: proprio lui che vuole costruire un’autostrada che cancellerebbe la Maremma toscana, piazzare centrali da tutte le parti, riempire l’Italia di cemento e fare i termovalorizzatori". "Appoggiare oggi le liste ideate da Beppe Grillo, che sull’ambiente dichiarano di voler fare l’esatto contrario di quanto il ministro Di Pietro sta praticando %u2013 ha aggiunto Bonelli %u2013 è dunque da opportunisti".
Fonte: www.repubblica.it 20070903

[Antonio Di Pietro] L’estraneità alla lingua delle Pandette stava per giocargli un brutto scherzo anche nel secondo tentativo di superare il concorso in magistratura. Presidente della commissione era Corrado Carnevale, giudice severo e garantista che subì poi un calvario perché sgradito alla parte forcaiola della magistratura. All’interrogazione di Diritto romano, Tonino maltrattò il latino suscitando lo sdegno del commissario che si pronunciò per la bocciatura. Carnevale, che si era commosso leggendo il curriculum del molisano - contadino, emigrante, operaio, etc. - intervenne e gli fece un po’ di domande per metterlo a suo agio. Su alcune fece scena muta, ad altre rispose in pittoresco dipietrese. La commissione, imbarazzata, era orientata a fargli ripetere il concorso una terza volta. Ma Carnevale, dominato dal buon cuore, mise in luce le umili origini e la buona volontà del candidato. Alla fine la spuntò e Tonino indossò la toga. Cosa ci abbia fatto, è noto a tutti. Tanto che, anni dopo, Carnevale ripensando al suo ruolo in quella risicata promozione, disse: «Non lo rifarei mai più».
Fonte: Giancarlo Perna, Il Giornale 9/10/2007

Il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, chiederà 1,7 miliardi per il piano casa: 1,2 miliardi per l’edilizia popolare e 500 milioni di sostegno per le fasce più deboli. «Sono a disposizione di Padoa-Schioppa, ma io ho già dato, tagliando di un quarto i miei dipendenti ».
Fonte: Mario Sensini, Corriere della Sera 10/9/2007

Il ministro Antonio Di Pietro ha sostenuto ieri con grande energia il V-day di Beppe Grillo, andando a sottoscrivere la proposta di legge a Milano.
[Massimo Cacciari] «Mi pare nello stile della persona. Lui ha sempre fatto politica così, nel bene e nel male. Ma per carità, non bisogna neanche avere la puzza sotto al naso. La politica ha sempre una sua dimensione propriamente demagogica».
Fonte: LA REPUBBLICA, DOMENICA 9/9/2007 CARLO BRAMBILLA

L’ex pm di mani pulite, e attuale ministro delle infrastrutture, Antonio Di Pietro, ha invece colpito in quel di Milano. Correva l’anno 2004, e il ministro si accordò con la Bnl per un mutuo variabile di 15 anni del valore di 300 mila euro. Il veicolo utilizzato, ovvero il reale beneficiario del mutuo, è la società An.to.cri. (dalle iniziali dei nomi dei figli), totalmente controllata dall’ex pm. Qui le condizioni prevedono il pagamento di un tasso annuo del 2,200%.
Fonte: Franco Bechis, ItaliaOggi 4/9/2007

In ogni caso, quel documento non è sufficiente ad affrontare il problema dei costi nel suo complesso, secondo Antonio Di Pietro, che ieri ha presentato con Gianni Alemanno di An un piano bipartisan per abbattere le spese. Dal taglio delle tessere gratuite dei parlamentari alla riforma costituzionale che riduca la stessa rappresentanza politica.
Fonte: Carmelo Lopapa, la Repubblica 6/7/2007

Un altro che sente profumo di elezioni è Antonio Di Pietro. Non per nulla fa di tutto per ricompattare il proprio elettorato. E ogni giorno deve sentirsi la rampogna dei suoi che lo pregano di tagliare i ponti con Prodi. «C’è mezzo partito che gli ripete - racconta il capo della sua segreteria, Stefano Pedica - di uscire dal governo perchè altrimenti lo faranno altri e noi rischiamo di restare con il cerino in mano. Lui finora resiste». Già, ma fino a quando? Oggi intanto il ministro andrà a firmare il referendum di Mario Segni, cioè la vera miccia che potrebbe far saltare la legislatura. Quindi Mastella, Di Pietro, ma non è finita.
Fonte: Augusto Minzolini, La Stampa 21/6/2007

[Second Life] peggio è andata a Antonio Di Pietro, la cui isola sul medesimo sito Internet è rimasta finora disabitata.
Fonte: L.B., Vanity Fair numero 21, 31 maggio 07

All’Anas, la scorsa estate, il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro è riuscito a piazzare il suo avvocato personale, Sergio Schicchitano, ed Enrico Della Gatta (responsabile trasporti dell’Idv), mentre un consigliere è andato ai Ds e uno a Forza Italia.
Fonte: Paolo Baroni, La Stampa 4/5/2007

Un altro aspetto sul quale si è concentrata l’attenzione soprattutto di Antonio Di Pietro, riguarda il diritto societario. Il ministro delle Infrastrutture lamenta che in Italia sia difficile raccogliere le deleghe dei piccoli azionisti per andare in assemblea delle società quotate, che con una minoranza delle azioni si possa ottenere la maggioranza dei consiglieri di amministrazione e che ancora esistano le famose scatole cinesi le quali consentono con poco investimento di controllare grandi società. […] L’ex pm vorrebbe introdurre norme che prevedano una rappresentanza proporzionale nel consiglio di amministrazione ("70% degli amministratori col 70% delle azioni"), facilitare la raccolta deleghe, debellare le scatole cinesi. Anche nel caso dell’approccio di Di Pietro, non si capisce perché, avendo il Governo emanato solo poche settimane fa il decreto correttivo del Testo Unico della Finanza e di quello Bancario, ora ci sia urgenza di nuove regole: possibile che si debba legiferare solo quando i barbari sono alle porte a seconda delle idiosincrasie dell’uno o l’altro politico?
Fonte: Alessandro De Nicola, Il Sole 24 Ore 20/4/2007

Tra i politici alcuni amministrano le loro ricchezze attraverso società dai nomi buffi, ad esempio Antonio Di Pietro possiede il 100 per cento della "AnToCri" e il 50 per cento della bulgara "Suco-Varna",
Fonte: La Stampa 18/4/2007, pagine 6 e 7

Il 6 dicembre [1994], dopo un periodo di veleni, il pm Antonio Di Pietro rassegna «con la morte nel cuore» le proprie dimissioni dalla magistratura.
Fonte: Corriere della Sera Magazine 05/04/2007, Aldo Grasso

[POLIDORI Francesco] inventa il Cepu, acronimo di Centro europeo di preparazione universitaria, idea di enorme successo che arriverà a inglobare la gloriosa scuola Radio Elettra e che avrà come testimonial Alessandro Del Piero e Antonio Di Pietro.
Fonte: SCH. 133480 (POLIDORI Francesco)

Più recentemente è stato lo stesso ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro a scoprire la sindrome di Nimby (not in my backyard, non nel mio cortile) intervenendo personalmente contro il progetto di costruire un parco eolico al largo di Montenero di Bisaccia. Il «cortile» di Di Pietro è il Molise, suo bacino elettorale, al largo della cui costa (circa 3 miglia) sarebbero dovuti sorgere una cinquantina di enormi generatori a pale alti 80 metri per una estensione di quasi 5 chilometri. Preoccupato dall’impatto ambientale, il ministro ha convocato il comandante della Capitaneria di porto di Termoli (la data è mercoledì prossimo) per chiedere spiegazioni. […] L’uscita dell’ex magistrato è stata commentata con ironia dal responsabile ambiente di Rifondazione Mirko Lombardi: «Benvenuto nel moderno e saggio mondo dei "nimby"».
Fonte: Corriere della Sera 10/3/2007 Roberto Bagnoli

Ironia della sorte l’unico ministro che Tatozzi cita per la collaborazione è Antonio Di Pietro, con cui dice di vantare addirittura ”un ottimo rapporto”. Interpellato, Di Pietro se ne sta zitto, ma è un fatto che Tatozzi gli abbia portato un’inchiesta sull’Anas quando ormai non serviva più perché il titolare delle Infrastrutture aveva già fatto piazza pulita.
Fonte: SCH. 129968 (TATOZZI Gianfranco)

2006
Uno così [Elio Lannutti], […] uno così non poteva non avere un filarino con Antonio Di Pietro. I due si incontrarono nel ”98 sul terreno comune. Entrambi sapevano quanto è dura la terra. Entrambi erano stati emigranti in Germania. Entrambi si erano riscattati negli allori accademici, Di Pietro laureandosi in legge, Lannutti in sociologia con Franco Ferrarotti. E poi erano affratellati da un’ansia di giustizia dai tratti raggelanti. Di Pietro accettò, per conto dell’Adusbef, di farsi «paladino dei piccoli azionisti», e Lannutti si specchiò nei tempi e non gli dispiacque che il suo popolo d’iscritti venisse definito «rete di delatori civici». Si riunirono a Roma, incazzatissimi, decisi a ribaltare tutto questo mondo che non va, e Lannutti osservò: «Adesso va di moda, ma a manifestazioni come queste io partecipo da quindici anni». Mani pulite, insomma, era già in lui ben prima che spuntasse Mario Chiesa. E prosegue oggi, che Di Pietro ha la Mercedes blu, e Lannutti la foto sul sito col tapiro d’oro in mano.
Fonte: La Stampa 27/11/2006, pag.29 Mattia Feltri

Nonostante la fragilità, il governo è andato sotto una sola volta, quando Antonio Di Pietro ha ordinato ai suoi tre senatori di votare contro il disegno di legge sulla giustizia di Mastella.
Fonte: L’Espresso 02/11/2006, pag.77 Marco Damilano

[Sigaro toscano] Antonio Di Pietro solo uno, rigorosamente dopo cena.
Fonte: Mario Luzzatto Fegiz, Style, Ottobre 2006

[Stefano Bartezzaghi] Antonio Di Pietro? «Un Bertoldo. Ricordo d’averlo visto nel programma tv Un giorno in pretura nel ruolo di pubblico ministero di un processo per omicidio. Fece una rappresentazione del delitto come se fosse il giudizio universale visto da Achille Beltrame sulla copertina della Domenica del Corriere».
Fonte: Il Giornale 23/07/2006, pag.19 Stefano Lorenzetto
[CITARISTI Severino] Nel frattempo si era ammalato e, inseguito dalla giustizia e dai dolori, nel 1998 aveva perso una figlia e un nipotino in un incidente aereo. In quell’occasione, per quello che conta, ebbe un biglietto da Antonio Di Pietro. C’era scritto, anche: ”Lei mi è stato d´esempio”».
Fonte: SCH. 609, Filippo Ceccarelli, la Repubblica 11/2/2006, (CITARISTI Severino)

INDICE DEI NOMI DEL VOLUME: La Navicella "I Deputati e Senatori del quindicesimo Parlamento Repubblicano" Editoriale Italiana 2000 (Annuario 2006)
di pietro Antonio 29,36, 44, 55,59,65.2l4, 833,888,
1005,1014,1024, 1039, 1051,1056,1063,1076,
1083, 1088, 1097, 1112, 1122, 1126, 1135, 1147,
1152,1155, 1162, 1176, 119ft. 1202, 1207, 1217,
1228,1237

CHIODI Roberto. Giornalista. «Martelli e spinelli. Italia-Camerun. Il dossier Di Pietro. Che cosa hanno in comune? Apparentemente nulla. Ma dietro questi tre ”scandali” c’è sempre lo stesso nome, Roberto Chiodi. […] Ed è stato lui a raccontare una serie di compromettenti comportamenti del magistrato più famoso d’Italia, Antonio Di Pietro, e a pubblicarli sul ”Sabato”, settimanale di Comunione e Liberazione, che allora dirigeva. Ha vinto il premio Pulitzer? No. E’ stato insultato e criticato. […] Per il caso Di Pietro si scatenarono tutti, ancora prima che uscisse nelle edicole il giornale. L’allora capo del pool milanese, Francesco Saverio Borrelli, commentò: ”Diligente raccolta di pettegolezzi, insinuazioni, calunnie”. Eppure Chiodi parlava di cose precise e provate [...] ”Questo è il ruolo del giornalista. Prendersela con quelli più grossi. Quando cominciai a interessarmi di Di Pietro, era l’eroe di Mani Pulite. Un intoccabile. Circolavano atti anonimi, manoscritti, voci. Ma nessuno pubblicava niente. E allora io dicevo ai coleghi: se voi non pubblicate mandate a me. E accumulavo. Verificavo. Andavo avanti. [...]
Fonte: SCH. 104624 (CHIODI Roberto)

2004
Lunedì 22 marzo, Antonio Di Pietro ha esordito sul sito www.pippol.com con un "Borsino degli indagati".
Fonte: www.pippol.com 22/3/2004

Antonio Di Pietro: «Se penso alla vecchia lira mi viene in mente il mio primo stipendio: trentamila lire al mese guadagnate lavorando in un autolavaggio. Ma il ricordo più scioccante risale al periodo di Tangentopoli: tutti pensano che le tangenti siano pagate con trasferimenti di denaro su conti bancari, ma io ho visto i sacchi di iuta pieni di mazzette da mille e da diecimila lire».
Fonte: "Vanity Fair" 4/3/2004, pagina 90.

2003
[Tinto Brass] «Il politico più sexy è probabilmente Antonio Di Pietro.
Fonte: "il Riformista" 22/12/2003

[SEVERINO Paola] A fine giugno del 2002 ha recitato al festival di Spoleto il processo a Charlotte Corday, l’assassina di Jean Paul Marat. Lei interpretava l’avvocato difensore. Antonio Di Pietro la pubblica accusa».
Fonte: SCH. 10817, Sergio Rizzo, "Corriere della Sera" 10/6/2003, (SEVERINO Paola)

L’ultimo dizionario edito da Zanichelli ("Parole per ricordare", M.Castoldi e U.Salvi) raccoglie i soprannomi e le espressioni che sono entrate a far parte della cultura e della lingua italiana. […] anche l’origine della parola "cerchiobottista", coniata da Antonio Di Pietro per indicare una persona che si dimena tra continui compromessi.
Fonte: Giorgio De Rienzo, "Corriere della Sera" 5/11/2003, pag 33.

"Tutto sono tranne che scalfarista". (Antonio Di Pietro)
Fonte: La Stampa, lunedì 28 dicembre 2003

2001
"Siamo peones" (Antonio Di Pietro).
Fonte: Corriere della Sera di lunedì 25 gennaio 2001

Francesco Polidori, albergatore aretino, proprietario del "Borgo Palace", l’hotel a quattro stelle noto alle cronache per aver ospitato la riunione in cui nacque il partito di Antonio Di Pietro.
Fonte: Mario Reggio su La Repubblica del 20/10/01 a pagina 28.

Umberto Bossi aveva ribattezzato […] Antonio Di Pietro "De Petrus".
Fonte: Piergiorgio Paterlini su Amica del 19/12/01 a pagina 105.

2000
Antonio Di Pietro: pensione, 4.181.849; indennità parlamentare da senatore, 34.486.171; indennità integrative da eurodeputato, 24.896.570. Totale lordo mensile: 63.564.590.
Fonte: Il Giornale 25/08/2000

1999
"La mia politica è trasparente". (Antonio Di Pietro)
Fonte: La Stampa, martedì 12 gennaio 1999

"Ci vuole l’Europa giudiziaria: l’unità monetaria e quella politica non bastano più" (Antonio Di Pietro).
Fonte: La Stampa” di mercoledì 17 marzo 1999

"La vita mi ha anche trattato bene, per carità" (Antonio Di Pietro).
Fonte: Repubblica di venerdì 19 febbraio 1999

"Con il cuore voterei per Emma Bonino, con la testa per Ciampi o Fazio. Ma la verità è che non si può fare politica con il cuore, ma con la testa sì" (Antonio Di Pietro).
Fonte: La Stampa di sabato 8 maggio 1999

"La foglia dell’Ulivo la devi avere dentro l’anima, non sull’inguine". (Antonio Di Pietro)
Fonte: L’Unità di venerdì 4 giugno 1999

"Ho dimostrato in tutta la mia carriera e in tutta la mia vita che di questo asinello tutto si può fare meno che imbrigliarlo". (Antonio Di Pietro)
Fonte: Corriere della Sera di venerdì 11 giugno 1999

"Il senatore Antonio Di Pietro mi fa la lezione perché sono stato eletto nel centrodestra e ora sono con il centrosinistra. Ma dimentica che io sono stato eletto nel proporzionale e non ho portato via i voti a nessuno. Per coerenza mi aspetto adesso che Di Pietro riconsegni personalmente a Berlusconi il cognato Cimadoro, passato al centrosinistra dopo essere stato eletto con i voti del centrodestra. una questione di etica di famiglia" (Clemente Mastella).
Fonte: Il Foglio di mercoledì 8 settembre 1999

"Di Pietro corre come un cavallo scosso, per conto suo" (Fabio Mussi)
Fonte: La Repubblica di martedì 7 settembre 1999

"Di Pietro batte bandiera panamense e veleggia in tutte le direzioni al solo scopo di farsi largo nel centrosinistra" (Beppe Pisanu)
Fonte: Il Giornale di giovedì 9 settembre 1999

1998
"Morto un pool se ne fa un altro". (Antonio Di Pietro)
Fonte: La Stampa mercoledì 30 settembre 1998

1997
Stipendi e liquidazioni lordi, in milioni di lire, di alcuni ex magistrati italiani: Antonio Di Pietro, ex pm della procura di Milano, 95 e 165.
Fonte: Corriere della Sera, 21/09/1997

[Enzo Carra] Stringerebbe la mano a Di Pietro? ”Quando mi arrestò, gli urlai, dandogli del tu: ti rimorderà la coscienza tutta la vita, per quello che mi fai oggi. Lui rimase colpito. Molti mesi dopo, chiamò a Milano mia moglie Olga e quasi per scusarsi le disse: può capitare a tutti, di frequentare cattive compagnie, pensi a me, che ero amico del sindaco di Milano. Olga, che è di Cuneo, parlò poco e ascoltò stupita quelle parole. Non so se oggi... ma forse sarebbe un bene per tutti, chiudere con il giustizialismo”. […]
Fonte: SCH. 14629 (Enzo Carra)

[Ferdinando Carretta] Poi la fuga col camper lasciato in viale Aretusa a Milano dove verrà ritrovato nel novembre 89, quando di questo troncone d´inchiesta si occuperà Antonio Di Pietro formulando per primo il sospetto dell´omicidio. Un ritrovamento
Fonte: SCH. 14620 (Ferdinando Carretta)

[Stefania Craxi] Vabbé, Antonio Di Pietro per lei resta uno che ”non ha la struttura politica, morale e grammaticale per esprimere giudizi su mio padre”, ma la missione adesso è un’altra.
Fonte: SCH. 14156 (Stefania Craxi)

l’Università di Castellanza, dove insegna Antonio Di Pietro.
Fonte: SCH. 13331 (FOSSA Giorgio)

[RUTELLI FRANCESCO] “Non si può avere antipatia per Antonio Di Pietro”.
Fonte: SCH. 10996 (RUTELLI FRANCESCO)

[DINOIA Massimo] Ora è l’avvocato dell’accusatore principe Antonio Di Pietro [...] Ingombrante, difendere un cliente così straripante? ”Al contrario. Antonio è il miglior cliente possibile. uno che sa che cosa bisogna fare per vincere un processo”.
Fonte: SCH. 135878 Enrico Deaglio, diario, 18/12/1996 (DINOIA Massimo)