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 2010  settembre 23 Giovedì calendario

CHI HA LE CHIAVI DELLE BANCHE?


Con il «caso Profumo» le fondazioni bancarie tornano al centro dell’attenzione. Cosa sono?
Per legge sono realtà no profit, private e autonome che perseguono valori collettivi e finalità di utilità sociale e di promozione dello sviluppo dell’economia. Ma sono anche importanti azioniste delle banche che possono influenzarne la gestione e il cambio al vertice, come ha dimostrato il caso delle dimissioni di Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit.
Quando sono nate?
Hanno origine dalle antiche casse di risparmio, associazioni private nate nell’Europa centrale ed affermatesi in Italia agli inizi del XIX secolo, quando si manifestò il bisogno di sostenere lo sviluppo produttivo dei ceti medio-piccoli dopo le disastrose guerre napoleoniche e di raccogliere i flussi di liquidità derivanti dalla nascente rivoluzione industriale. In Italia sono state introdotte per la prima volta con la legge-delega Amato Carli del 1990.
Di cosa si occupano?
Svolgono attività filantropiche in vari settori d’interesse collettivo (dall’arte alla cultura, alla ricerca, alla formazione) tramite progetti realizzati sia direttamente sia da soggetti terzi, privati e pubblici, purché non profit. Le fondazioni hanno poi anche un ruolo importante di investitori istituzionali, soprattutto nel mondo bancario.
Quante sono le fondazioni
in Italia?
Sono 88, molto diverse per dimensioni, oltre che per modo di operare. Le maggiori (circa il 49% del patrimonio) sono: Fondazione Cariplo, Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Compagnia di San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino. Il patrimonio delle 18 fondazioni di grande dimensione copre una quota del 76,9% del patrimonio complessivo del sistema, mentre le 18 fondazioni di piccola dimensione pesano per poco più dell’1%.
Qual è il loro rapporto
con le banche?
A questi enti fu inizialmente attribuita la titolarità del capitale delle banche. Progressivamente le fondazioni hanno ridotto le loro quote nelle banche, ma in molti casi restano azionisti importanti. Le partecipazioni bancarie delle fondazioni sono pari a 18,9 miliardi di euro (dati del 2008) e rappresentano il 32,4% del totale attivo dei loro bilanci. Sono 15 le fondazioni che hanno oltre il 50% del capitale della rispettiva banca conferitaria; 18 non hanno più partecipazioni dirette in banche e e 55 hanno una quota inferiore al 50%. Per esempio la Fondazione Cariverona e la Fondazione Crt hanno rispettivamente il 4,63% e il 3,3% del colosso bancario Unicredit. Mentre la Compagnia di San Paolo e la Fondazione Cariplo hanno rispettivamente il 9,8% e il 4,6% di Intesa Sanpaolo, un’altra grande banca italiana.
Come usano i dividendi
che ricevono dalle banche?
I dividendi vengono utilizzati come reddito strumentale a un’attività istituzionale (quella indicata nello statuto), che deve perseguire obiettivi di carattere sociale o umanitario o culturale. In più, quasi il 90% delle risorse economiche delle fondazioni deve essere, per la legge Tremonti, destinato a iniziative di carattere locale, cioè nell’ambito della Regione di appartenenza.
Qual è il loro patrimonio?
Quello contabile, complessivo di tutte e 88 le fondazioni ammonta a oltre 48 miliardi di euro. Nonostante la crisi economica degli ultimi tre anni e il calo dei dividendi delle banche, nel 2009 i proventi totali sono stati 2,5 miliardi contro i 2,9 miliardi del 2008 (-16%). Come soggetti filantropici, le fondazioni di origine bancaria ogni anno erogano gratuitamente una cifra intorno al miliardo e mezzo.
Chi comanda
in una fondazione?
Generalmente sono: il presidente, il consiglio (generale o di indirizzo), che è un organo consultivo e strategico con poteri di indirizzo e controllo sulla fondazione, poi c’è un organo esecutivo (il comitato di gestione o il consiglio d’amministrazione), il collegio dei revisori e il segretario generale con compiti esecutivi. Il presidente può essere affiancato da uno o due vice presidenti. Questi organi generalmente durano intorno ai quattro anni.
Come la politica può entrare nelle fondazioni?
Ad esempio attraverso la nomina dei consiglieri, la politica può esercitare una forte influenza. Solitamente i membri del consiglio vengono eletti dagli enti locali, dai Comuni, dalla Province, dalle Regioni, oltre che dalle Camere di Commercio, da rappresentanti del mondo accademico e del volontariato. Recentemente è stato rinnovato il Consiglio generale della Fondazione Cariverona e ha visto l’ingresso di una nutrita pattuglia di uomini (almeno sei) vicini alla Lega.