Marisa Fumagalli, Corriere della Sera 23/09/2010, 23 settembre 2010
IL RISCATTO DEL BRUNELLO. IL MIGLIORE AL MONDO TRA DIECIMILA VINI
«Un vino potente, importante. Maschio». Lode al Brunello di Montalcino Riserva 2004 del Castello di Romitorio, giudicato il vino rosso più buono del mondo, dall’International Wine Challenge 2010 di Londra. Un premio prestigioso, considerando che la competizione tra 10 mila etichette è planetaria e che la valutazione viene espressa da una giuria internazionale di esperti degustatori. Dunque, viva l’Italia e la Toscana. Ma il bello è che l’elogio alla bottiglia dell’artista-vignaiolo Sandro Chia arriva dalla «concorrente» Donatella Cinelli Colombini (Fattoria dei Barbi). Per la precisione, la signora del vino ricopre la carica di vicepresidente del Consorzio del Brunello di Montalcino. «Qui conta la bandiera — osserva —. E in tempi come questi, il successo del Romitorio è un bel colpo d’immagine per tutti noi, un’iniezione di ottimismo, dopo qualche stagione complicata e polemica».
Il riferimento è all’inchiesta che, nel 2008, prese di mira alcune aziende di gran nome del distretto vinicolo di Montalcino, per presunte irregolarità sulla metodica di vinificazione, che non avrebbe rispettato fino in fondo il Disciplinare. Con le relative conseguenze sul mercato internazionale. Acqua passata? Parrebbe di sì. Ora, comunque, vince la soddisfazione. E, al netto delle grandi virtù del Riserva 2004 del Castello di Romitorio che hanno convinto la Giuria, c’è da aggiungere, per la cronaca, che l’etichetta della bottiglia è opera dello stesso produttore-artista. Di più: la cantina di Sandro Chia (che, da anni, si divide tra l’atelier di Montalcino e quello di New York) trasuda arte e bellezza. L’ingresso — tra sculture, resti archeologici, finte rovine — è strabiliante. Della sua attività di viticultore, Chia dice: «Creo vini con la stessa passione con la quale dipingo. Si tratta di una sorta di devozione, di un sacrificio che dà il massimo dei risultati». L’artista ha creato Castello Romitorio nel 1984. Il Brunello Riserva 2004, già scelto come «migliore della categoria» da Wine Spectator, la bibbia del mondo del vino, si conferma al top con la vittoria del Challenge. «Un premio importante perché ci dà fiducia in un momento in cui è determinante restare sulla ribalta internazionale», commenta Ezio Rivella, presidente del Consorzio del Brunello.
Ma, nel l ’ a mbito de l Challenge International, c’è da registrare un altro riconoscimento significativo per l’Italia. Una bella sorpresa: ha ottenuto la Gran Menzione il «Concerto», Lambrusco Reggiano doc 2009 dell’Azienda Medici Ermete, considerato il miglior spumante al mondo per il rapporto qualità-prezzo. «Siamo contenti di aver battuto bollicine più nobili, come lo champagne», afferma il produttore Alberto Medici. Confermando l’importanza dell’export, che lo vede impegnato a conquistare nuovi territori come la Spagna, il Brasile e perfino la Francia.
Fuori dal Bel Paese, oltre alla Riserva di Chia, ecco altri campioni incoronati dall’International Wine Challenge: miglior vino dolce, l’austriaco Samling Trockenbeerenauslese 2007; miglior spumante, il Charles Heidsieck Millesimé 2000; francese anche il miglior bianco del mondo, Puligny Montrachet 1er Cru 2007; il miglior «vino fortificato» è il portoghese Ab Amontillado Seco.
Marisa Fumagalli