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 2010  settembre 23 Giovedì calendario

LA PRATICA DE LISE

Nel giorno del suo insediamento a Palazzo Spada da presidente del Consiglio di Stato, nomina avvenuta mesi addietro, Pasquale de Lise ha voluto dichiarare pubblicamente: “Il nostro è un mestiere difficile: la collocazione centrale di noi giudici amministrativi nell’attuale contesto istituzionale, economico e sociale ci rende più esposti che in passato ai giudizi e alle critiche, e talvolta anche ad attacchi del tutto privi di fondamento”. Davanti alle più alte cariche dello Stato, dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al vicepresidente del Csm Michele Vietti, al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, al sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, indagato per la vicenda P3 ma salvato nell’incarico dall’ultimo voto agostano di Montecitorio, l’alto magistrato amministrativo ieri non ha voluto far cenno alle sue vicende recenti se non con questo accenno.
Le richieste
della giustizia
EPPURE è passata poco più di una settimana dal 14 settembre scorso, quando lo stesso, saliti i gradini del tribunale di Perugia, è stato ascoltato per oltre quattro ore, in qualità di “persona informata dei fatti”, dai magistrati che indagano sugli appalti dei “Grandi Eventi”.
Il giudice-giurista, tra i padri del nuovo codice del diritto amministrativo, quarant’anni di servizio alle spalle, ha dovuto dar conto agli inquirenti di un assegno circolare da 250 mila euro, che furono versati sul suo conto corrente il 16 luglio del 2009. Frutto della fortunata vendita di una casa all’Argentario, località Giannella, alla figlia dell’avvocato, anche lui professore e vecchio amico di università, Franco Gaetano Scoca. Una tranche di un affare da un milione e 67 mila euro, che ad alcuni ha fatto storcere il naso per via della cifra, visto che una casa all’Argentario, nella suddetta località, ha una valutazione tra i 600 mila e gli 800 mila euro. Ad altri per l’opportunità di una compravendita tra un magistrato e un avvocato che si sono incontrati diverse volteinun’auladigiustizia(disei ricorsi presentati da Scoca tra il 2005 e il 2008, l’allora presidente del Tar del Lazio ne ha comunque bocciati quattro). Incidenti di percorso. Come quelloincuiinciampanelmarzo scorso, quando una sua telefonata finisce nel mazzo di quelle che accusano Angelo Balducci, gentiluomo di Sua Santità, considerato il dominus degli appalti pubblici della “cricca”.
Carissimo
Balducci
LA CONVERSAZIONE è del 12 ottobre, vale a dire tre giorni prima della pronuncia del tar, presieduto dallo stesso de Lise, sugli impianti per i mondiali di nuoto (su cui pendeva un ricorso di Italia Nostra). È proprio il magistrato a parlare: “Io ti avevo mandato, non so se hai visto Patrizio, ti avevo mandato un segnale tramite lui, però poi lui non mi ha fatto sapere niente forse non vi siete sentiti, non sieteriuscitiaincrociarvi”.Il“Patrizio ” dell’intercettazione è indicato con l’avvocato Patrizio Leo-zappa, genero di de Lise. Balducci e il presidente del Consiglio di Stato hanno d’altronde diverse amicizie comuni, e Leo-zappa è solo una di queste. Entrambi, ad esempio, risultano “consultori” della Congregazione De Propaganda Fide, finita anche essa al centro delle indagini sulla “cricca”. Il nome del magistrato lo pronunciano sia Pietro Lunardi che il cardinale Crescenzio Sepe. “Balducci insiemealpresidentedelTarDeLise e all’avvocato Leozappa, genero di de Lise, gestiva il patrimonio di Propaganda Fide”, afferma l’ex ministro che dalla congregazione acquistò un palazzetto in via dei Prefetti. Lui si difese:“Mapercarità.Ioeroesono consultore di Propaganda Fide. Ma è una carica onorifica. Non che io sia particolarmente legato al Vaticano. Mi chiamano per problemi generali”. Niente da dire, quindi, nè sul buon acquistodiLunardi,nèsullacasadi via Giulia, sempre nel centro di Roma, avuta in uso dal capo della Protezione Civile Guido Bertolaso.
La fine
della storia
INCIDENTI di percorso, appunto, per un magistrato di lungocorso,cheèstatoancheCapo di gabinetto di Giovanni Goria e GuidoCarli.Traglialtriincarichi è anche membro del comitato etico dell’Agcom che avrebbe dovuto decidere sulla vicenda Innocenzi-Berlusconi. Per adesso la vicenda non ha prodotto granchè.D’altrondeil10giugno è stato nominato su proposta di Giulio Tremonti Presidente commissione tributaria centrale. E resta nelle grazie di Gianni Letta che anche ieri ha parlato della sua come di una scelta “sostenuta con convinta coerenza” dal governo, quale “giusto coronamento di una carriera spesa al servizio delle istituzioni”.