23 settembre 2010
Parla la famiglia filippina. La nipote di Vianello: non ci interessa l’eredità MILANO — Instancabili, per ore hanno osservato in silenzio la bara di legno chiaro circondata da fasci di rose bianche
Parla la famiglia filippina. La nipote di Vianello: non ci interessa l’eredità MILANO — Instancabili, per ore hanno osservato in silenzio la bara di legno chiaro circondata da fasci di rose bianche. Solo ogni tanto, qualche rapido sguardo allo schermo dietro al feretro sui cui scorrevano le immagini più belle di Sandra Mondaini. Quasi a voler scacciare gli ultimi ricordi dell’attrice segnata nel corpo e nell’anima dalla malattia e dal dolore per cementare piuttosto nella memoria il suo viso sorridente, così come loro erano abituati a c onoscerlo. È stata questa l’unica divagazione che si sono concessi ieri Edgar, Rosalyn, Gianmarco e Raymond, la famiglia filippina che per anni ha vissuto con i Vianello e che, in cinque mesi, li ha persi entrambi. Nella camera ardente allestita nello Studio 4 di Mediaset — come fu anche per Raimondo Vianello — la fila di poltrone dedicate ai parenti era tutta occupata da loro. Al loro fianco, Franca Veronesi, sorella dell’oncologo e amica dei Vianello. Ma a vegliare per l’ultima volta su Sandra, a sbrigare le questioni burocratiche, a prendere istruzioni sul funerale di oggi (alle 11, alla chiesa di Dio Padre, a Milano 2 di Segrate. La cerimonia, a cui è atteso anche Silvio Berlusconi, verrà trasmessa in diretta su Canale 5) c’erano i filippini. Ed erano lì anche a stringere le mani di chi voleva fare loro le condoglianze. È successo poche volte. Nonostante la processione ordinata ma costante di persone che ieri hanno voluto fare un passaggio vicino alla bara. Una sfilata composta e rapida. Una volta davanti al feretro c’era chi si faceva un segno di croce, chi iniziava a piangere, chi semplicemente si soffermava per qualche istante. Ma quasi nessuno ha rivolto ai filippini uno di quei sorrisi che di solito nascono spontanei verso i parenti della persona scomparsa. E ancora meno mani si sono tese per dire loro: mi dispiace. Sollevando il velo sulla diffidenza che evidentemente si prova nel considerare quelli che di fatto sono stati (almeno all’inizio) dei domestici (per di più stranieri) come i famigliari di Sandra e Raimondo. Pier Silvio Berlusconi, nella sua visita, dopo essersi inginocchiato ha voluto però abbracciare Edgar, immediatamente travolto dai flash dei fotografi ma felice di quel gesto. Così ha fatto anche Gerry Scotti, tra i pochissimi personaggi noti che ieri sono passati nella camera ardente. Non c’erano nemmeno i parenti di sangue della coppia. Non c’era (ma aveva già annunciato che sarebbe venuta solo al funerale) Virginia Vianello, la nipote dell’attore che poche ore dopo la morte di Sandra aveva rivelato che da tempo le veniva impedito di contattarla. Nelle rare occasioni in cui ieri i domestici si sono allontanati da quelle poltrone è stato difficile capire qualcosa in più sulla vicenda. Ma è diventato assodato che «qualcosa» di poco chiaro esiste. «Verrà un momento per parlare di tutto. La gente ha diritto di sapere», ha mormorato Rosalyn manifestando poi la sua profonda stanchezza: «Sono stati cinque mesi durissimi. Ora rispettate il nostro dolore». Ma quando si è insinuata tra il capannello di persone che la circondava, la questione legata all’eredità e alle tensioni con i parenti di Vianello, la donna si è irrigidita: «Credete quello che volete. Abbiamo sempre e solo fatto quello che ci ha chiesto la signora». E alla domanda: ma allora era la Mondaini che non voleva più vedere i suoi parenti? La replica, lapidaria: «Abbiamo fatto quello che ci chiedeva la signora». Non la pensa così Virginia Vianello. Che però ieri ha provato a sgombrare il campo dalle illazioni: «Non mi interessa niente dell’eredità. Accetteremo le volontà di zia Sandra. Ci sono rimasta male quando ho capito che veniva alzato un muro tra lei e noi. Prima dell’estate andavo a trovare la zia e parlavamo di creare una fondazione a nome di zio Raimondo. Lei era d’accordo. Quando i discorsi sono diventati più concreti noi nipoti non abbiamo più avuto possibilità di vederla». Ma anche Rosalyn non ha accettato l’idea di passare, lei con la sua famiglia, come approfittatori: «Non so cosa accadrà di noi, in quella casa eravamo come figli. Tutti i giorni passati insieme sono per noi dei ricordi». Per capire che è vero basta ascoltare le sole parole che ha detto ieri, con un filo di voce, Gianmarco, il più grande dei due figli della coppia filippina: «Sandra e Raimondo mi mancano tanto. Eravamo abituati a sentirli ridere. Ora la casa è vuota». Stampato e distribuito da NewpaperDirect | www.newspaperdirect.com, USA/Can: 1.877.980.4040, Intern: 800.6364.6364 | Protetto dalle leggi sul Copyright, nonche’ dalle vigenti leggi e disposizioni applicabili in materia. Suggeriti * TRA SOLLIEVO E VELENICorriere Della Sera - gio, 23 set 2010 * «Non c’entro nulla coi giornali dominicani Ma mia moglie dice che sono autorevoli»Corriere Della Sera - gio, 23 set 2010 * Pontone amaro: io e Fini? Cose privateCorriere Della Sera - gio, 23 set 2010