Corriere della Sera, 19/9/2010, 19 settembre 2010
L’ultimo incarico di Mauro Ferrari è quello di presidente e ceo (amministratore delegato) del Methodist Hospital Research Institute di Houston, che lui chiama il «Taj Mahal» della ricerca biomedica degli Stati Uniti, così come l’originale indiano, ad Agra, è il tempio dell’amore di un imperatore moghul per la moglie perduta
L’ultimo incarico di Mauro Ferrari è quello di presidente e ceo (amministratore delegato) del Methodist Hospital Research Institute di Houston, che lui chiama il «Taj Mahal» della ricerca biomedica degli Stati Uniti, così come l’originale indiano, ad Agra, è il tempio dell’amore di un imperatore moghul per la moglie perduta. Ferrari, cinquantun anni, partito dall’Italia con una laurea in matematica conseguita a Padova, approda a Berkeley dove ottiene alcuni insegnamenti all’Università. Passa poi a Columbus, in Ohio, alla State University, laureandosi nel frattempo in medicina, e cominciando a occuparsi di nanotecnologie. Diventa poi l’architetto della piattaforma nanotecnologica del governo americano per la lotta al cancro e lavora, per tre anni, al National cancer Institute di Bethesda. Arriva infine a Houston dove è anche direttore del Department of Nanotechnology and Biomedical Engineering all’University of Texas Science Center. Nel suo curriculum Ferrari vanta oltre duecento articoli, sei libri e una cinquantina di brevetti. NB nella stessa pagina lungo articolo di Adriana Bazzi sulla ricerca di Ferrari.