Tony Damascelli, il Giornale 22/9/2010, pagina 31, 22 settembre 2010
«Omicidio Mussolini Il caso è da riaprire, sono troppi i lati oscuri» - Oggi la prima sezione penale della Corte di Cassazione si riunisce per decidere se accogliere il ricorso presentato da Guido Mussolini, nipote del duce,avverso all’archiviazione del tribunale di Como sulla richiesta di riapertura del fascicolo sui responsabili della morte del nonno, Benito Mussolini
«Omicidio Mussolini Il caso è da riaprire, sono troppi i lati oscuri» - Oggi la prima sezione penale della Corte di Cassazione si riunisce per decidere se accogliere il ricorso presentato da Guido Mussolini, nipote del duce,avverso all’archiviazione del tribunale di Como sulla richiesta di riapertura del fascicolo sui responsabili della morte del nonno, Benito Mussolini. Il fatto più importante del processo è stata la requisitoria del procuratore generale presso la Corte di Cassazione, Montagna, secondo cui il ricorso va accolto anche se, come è noto, il parere del procuratore non è vincolante. Di questa vicenda che potrebbe riaprire una pagina storica, un momento chiave del Novecento non soltanto italiano, si occupa e scrive il professor Ubaldo Giuliani Balestrino, autore dell’ultimo libro sulla morte del duce, Il carteggio Churchill-Mussolini alla luce del processo Guareschi . Nell’opera di Balestrino si evidenzia la possibilità di un’istanza di revisione della condanna di Giovannino Guareschi anche perché sono stati acquisiti documenti che dimostrano come De Gasperi si fosse consultato con Churchill a proposito del processo contro Guareschi, cosa che invece lo stesso De Gasperi negò, affermando il contrario, sentito come teste in tribunale . Balestrino conforta e illustra così la sua tesi: «Nel mio libro sostengo le grandi e numerose illegalità avvenute nel processo Guareschi, svoltosi nell’aprile del 1954.Taliirregolarità sono state compiute per criminalizzare integralmente il carteggio Churchill- Mussolini e non per il fatto, in sé molto modesto, delle due lettere nelle quali De Gasperi chiedeva il bombardamento di unacquedotto nella periferia di Roma. Il fatto era più che spiegabile dato il tempo di guerra». Lei accenna anche a un coinvolgimento del pontefice. «Un’insurrezione della popolazione civile contro i tedeschi, in conseguenza del bombardamento alleato, avrebbe potuto accelerare la liberazione di Roma e quindi la salvezza dello stesso Pio XII: è ormai provato che vi era il progetto di Hitler di rapire il pontefice». In checosalei trova conferme di questa tesi? «Nel fatto che il capo partigiano Bruno Lonati ha dichiarato di avere lui ucciso Mussolini, agendo agli ordini di un ufficiale dei servivi segreti inglesi, John Maccarone. Il commando che uccise Mussolini e la Petacci verso le ore 11 del 28 aprile 1945 aveva l’ordine di sopprimerli prima che potessero parlare del carteggio». Dunque Lonati e Maccarone potrebbero essere ascoltati in tribunale? «Il Lonati è ancora vivo, ha novanta anni. Di Maccarone non si hanno notizie, il consolato e l’ambasciata inglesi hanno ricevuto informative e richieste in tal senso, ma non hanno mai risposto limitandosi a dire di aver passato la pratica a Londra. Tutto è nelle mani del giudice. La denuncia di Guido Mussolini secondo cui l’uccisione di suo nonno non sarebbe coperta né dall’amnistia Togliatti né dalla prescrizione, in quanto Benito Mussolini era allora Capo di Stato perché era Capo della pur effimera repubblica di Salò, va sicuramente riesaminata». Ma è stata archiviata. «Da Nicoletta Cremona, gip di Como. Ma in caso di accoglimento l’archiviazione sarebbe annullata e si dovrebbero svolgere indagini. Il Lonati, dichiarando che è stato lui a uccidere il duce si è esposto al pericolo di un grave processo penale. La tesi del Lonati è molto attendibile, Mussolini fu ucciso per volontà di Churchill e perché lui e la Petacci avevano documenti che potevano giovare a lui e all’Italia al tavolo delle trattative di pace». Questa tesi non è nuova. «È stata enunciata dallo storico Luciano Garibaldi nel 2002 nel libro intitolato La pista inglese . Tesi che ha trovato di recente nuove conferme: un altro storico, il francese Milza,ha scritto in un libro apparso nell’agosto scorso che le parole di Lonati vanno attentamente discusse e inoltre due vicine della casa De Maria, dove Mussolini e la Petacci trascorsero l’ultima notte, hanno ammesso, a Rai 3, nella trasmissione del luglio scorso, di aver visto fucilare un uomo e una dona conpelliccia proprio sul muretto che era stato indicato dal Lonati. Per di più il nipote di Tom David, capo dei servizi segreti della Repubblica sociale, ha ricordato che quando lui era bambino il nonno gli disse di essere in possesso di documenti che avrebbero permesso all’Italia di recuperare l’Istria».