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 2010  settembre 22 Mercoledì calendario

«Questo è Cefis» Ecco il libro-enigma del caso Pasolini - «Chi tocca il Principe avrà del piombo, chi non lo tocca avrà dell’oro»

«Questo è Cefis» Ecco il libro-enigma del caso Pasolini - «Chi tocca il Principe avrà del piombo, chi non lo tocca avrà dell’oro». È una delle frasi più inquietanti, allusi­v­e e in qualche modo profetiche con­tenute in un libro misterioso, strett­a­mente legato alla morte di Pier Paolo Pasolini e all’altrettanto enigmatico capitolo mancante di Petrolio intito­lato «Lampi sull’Eni»del quale molto si è parlato mesi fa quando il senatore Marcello Dell’Utri ne annunciò il ri­trovamento, subito smentito. Un Principe (Cefis?), il piombo (un omicidio?), l’oro (nero?). Il libro in questione - che oggi viene pubblica­to da Effigie a quasi 40 anni dalla sua fugace comparsa e immediata spari­zione - s’intitola Questo è Cefis. L’al­tra faccia dell’onorato presidente e fu scritto nel 1972 da tale Giorgio Stei­metz, pseudonimo dietro il quale quasi sicuramente si nascondeva Corrado Ragozzino, titolare del­l’Agenzia Milano Informazioni che editava il volume, un istituto finanzia­to da Graziano Verzotto (morto tre mesi fa), uomo di Enrico Mattei ed ex presidente dell’Ente minerario sici­liano nonché fiero avversario di Cefis (anche se per lo studioso Riccardo Antoniani il vero autore è Luigi Ca­staldi, un ex membro della formazio­ne partigiana comandata da Cefis e operante in Val d’Ossola). Comun­que, il libro fu immediatamente ritira­to dal mercato e da tutte le bibliote­che italiane, sparendo dalla circola­zione. È irreperibile anche nella Bi­blioteca nazionale di Roma e in quel­la di Firenze (alle quali per legge de­v’essere inviata una copia di ogni li­bro stampato in Italia). Perché tanta paura? E che cosa contengono quelle pagine? Parecchie cose. Interessanti ancora oggi. Questo è Cefis è una biografia-in­chiesta, non autorizzata e con tante rivelazioni scottanti, su Eugenio Ce­fis (1921-2004), una delle figure più inquietanti e controverse della storia repubblicana, presidente dell’Eni nel ’67 e poi della Montedison nel ’71, potentissimo timoniere del pubblico­privato, al centro di molte trame se­grete, addirittura indicato come il fon­datore della loggia P2. Il libro, che sve­la le trame del «burattinaio» Cefis, avanza persino l’ipotesi che abbia avuto un ruolo nella tragica fine di Mattei (cui successe alla guida del­­l’Eni), morto nell’ottobre 1962 preci­pitando con un aereo nelle campa­gne di Bascapè, vicino Pavia. Inciden­te­sul quale non è mai stata fatta com­pleta chiarezza. Ecco perché qualcu­no ( gli uomini della Montedison?) fe­ce sparire il libro: per scongiurare al Presidente/Principe l’eventualità di un’inchiesta giudiziaria. Tutto ciò accade, come detto, nel ’72. Lo stesso anno in cui Pasolini ini­­zia a scrivere Petroli o , grande roman­zo sul Potere, un libro che scava nel rapporto tra economia e politica, le bombe fasciste e di Stato e le società segrete, a partire proprio dalla figura oscura di Cefis che in Petrolio viene ribattezzato «Troya», mentre Mattei si intravede dietro il personaggio di «Bonocore». Sono gli stessi temi del libro di Steimetz-Ragozzino, testo che infatti Pasolini conosce bene (glielo passa nel settembre del ’74,fo­tocopiato, lo psicoanalista Elvio Fa­chinelli). Petrolio è però destinato a rimanere incompiuto (sarà pubblica­to postumo da Einaudi nel ’92): nel novembre ’75 Pasolini viene ucciso all’Idroscalo di Ostia.Secondo la ver­sione ufficiale per motivi sessuali. Se­condo qualcuno, invece, perché era venuto a conoscenza dei mandanti dell’omicidio Mattei... E proprio indagando sulla morte di Mattei, in un’inchiesta riaperta nel ’94 e durata fino al 2003, il giudice pa­vese Vincenzo Calia nota per primo le analogie e le simmetrie fra Questo è Cefis (libro di cui riesce fortunosa­mente a trovare una copia superstite, su una bancarella) e il romanzo in­compiuto di Pasolini. Una compara­zione sviluppata peraltro in maniera precisissima da Silvia De Laude per l’edizione di Petrolio del 2005 per Mondadori ma che - stranamente ­finisce confinata nelle note (mentre il resoconto sull’inchiesta del giudice Calia che collega la morte di Mattei a quella di Pasolini sparisce del tutto, si dice per un diktat di Grazia Chiarcos­si, parente ed erede del poeta e cura­t­rice della prima edizione del roman­zo). Comparazione che nella nuova introduzione a Questo è Cefis firmata da Carla Benedetti e Giovanni Gio­vannetti ( l’editore di Effigie)risulta in­vece particolarmente efficace. Tanto da rendere più che convincente (giu­sto per chiudere il complicato cer­chio storico-filologico) l’ipotesi del­l­’esistenza del famoso capitolo man­cante «Lampi sull’Eni», quello sul ruolo di Cefis-Troya nello stragismo italiano legato al petrolio,quello riap­p­arso e scomparso dalle mani di Del­l’Utri. Un capitolo-fantasma che per molti non fu mai scritto e per altri con­tiene la chiave (non solo romanze­sca) di molti, troppi misteri. Ai quali ora questo scomodo libro «ritrovato» può dare qualche risposta in più. Sul Principe, sul piombo, e sull’oro.