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 2010  settembre 22 Mercoledì calendario

Enzo Bellarosa, 75 anni, e la moglie Francesca Di Benedetti, 76 anni. Pensionati, vivevano a Carpi, nel Modenese, col figlio Daniele Bellarosa, 46 anni, in cura con gli psicofarmaci per una forte depressione, operaio in una fabbrica di porte e infissi, da tempo stufo di prendersi cura dei vecchi genitori pieni di acciacchi (il padre era malato di Alzheimer) che oltretutto, con una pensione di 1

Enzo Bellarosa, 75 anni, e la moglie Francesca Di Benedetti, 76 anni. Pensionati, vivevano a Carpi, nel Modenese, col figlio Daniele Bellarosa, 46 anni, in cura con gli psicofarmaci per una forte depressione, operaio in una fabbrica di porte e infissi, da tempo stufo di prendersi cura dei vecchi genitori pieni di acciacchi (il padre era malato di Alzheimer) che oltretutto, con una pensione di 1.400 euro al mese, non gli scucivano volentieri i soldi di cui aveva perennemente bisogno (di recente, per i 22 anni della fidanzata marocchina, aveva speso 1500 euro per noleggiare una limousine e far baldoria con gli amici). All’ora di pranzo di venerdì 17 settembre il Bellarosa Daniele chiamò il padre in garage, «Vieni ad aiutarmi a sistemare dei pacchi sugli scaffali?», ma appena il vecchio lo raggiunse gli strinse una corda attorno al collo finché non smise di respirare. Quindi tornò nell’appartamento al quarto piano, invitò la madre a raggiungerlo in garage («Papà si sente male») e lacon la stessa corda strangolò pure lei. Poi come nulla fosse se ne andò al bar a bere. La sera dopo incaprettò i cadaveri, gli sigillò i volti con due buste di plastica per evitare che uscisse del liquido dalle loro bocche (tecnica appresa dalle fiction poliziesche che guardava volentieri in tv), li avvolse in grossi cartoni stretti da corde, e così imballati li caricò nel baule della sua Volvo familiare, li portò a spasso per cento chilometri fino a raggiungere il molo di Peschiera del Garda e li gettò nel canale di Mezzo con l’idea che sarebbero finiti nel fondo del lago. Invece la sera di domenica 20 settembre i camerieri di una pizzeria, facendo le pulizie, videro una massa scura incagliata nell’acqua che scambiarono per spazzatura finché non ne sbucò fuori il cranio del vecchio. Dodici ore dopo, a pochi metri di distanza, fu trovato l’altro cartone con dentro la moglie. Il Bellarosa Enzo aveva indosso una maglietta chiara, gli slip e il pannolone. La Di Benedetti portava una polo blu, una gonna rossa a fiori, gli slip e due rotoli di banconote, uno da 120 e l’altro da 80 euro, ficcati nel reggiseno. Entrambi privi di documenti, furono identificati grazie allo scontrino di una farmacia di Carpi trovato nelle tasche di lei. Il figlio, dopo sette ore di interrogatorio, crollò: «“Sono stato io, non ce la facevo più. Papà si svegliava di notte, si lamentava di continuo, vagava per la casa e non mi lasciava dormire. Mamma mi faceva sempre arrabbiare”. Verso l’ora di pranzo di venerdì 17 settembre nel garage di un condominio in via Ragazzi del ’99 a Carpi, in provincia di Modena.