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 2010  settembre 21 Martedì calendario

3 articoli + bolle - DA MOZART AI PINK FLOYD LE NOTE CONTRO IL DOLORE - Guarire le ferite dell´anima anche con l´aiuto della musica si può e a confermarlo arriva ora un nuovo studio apparso sulla rivista Arts in Psycotherapy

3 articoli + bolle - DA MOZART AI PINK FLOYD LE NOTE CONTRO IL DOLORE - Guarire le ferite dell´anima anche con l´aiuto della musica si può e a confermarlo arriva ora un nuovo studio apparso sulla rivista Arts in Psycotherapy. I pazienti affetti da sindrome depressiva sono stati divisi in due gruppi: il primo è stato sottoposto a classiche sedute di psicoterapia, mentre per il secondo gruppo alla terapia si è affiancato l´ascolto di musica classica o barocca per 50 minuti al giorno per otto settimane. Al termine della sperimentazione, i pazienti in musicoterapia mostravano meno sintomi depressivi rispetto a quelli trattati solo con la psicoterapia. Nuove evidenze scientifiche arrivano anche sul fronte della riabilitazione post-ictus grazie a uno studio di metanalisi realizzato presso la Temple University di Philadelphia e recentemente pubblicato sulla Cochrane Review. I 184 pazienti sono stati sottoposti a tecniche di stimolazione uditiva ritmica con l´obiettivo di sollecitare le funzioni cerebrali compromesse dall´ictus. L´ascolto di musica ha avuto effetti positivi sulla circolazione sanguigna, sul movimento, sull´umore e anche sul linguaggio e il dolore. E in tema di dolore, un altro recente studio condotto presso il Tabriz Oncology Center in Iran, ha confermato l´efficacia della musicoterapia in cento pazienti sottoposti ad aspirazione del midollo osseo. I pazienti che avevano ascoltato musica durante la procedura operatoria, mostravano minori livelli di ansia e dolore. Gli ambiti d´intervento abbracciano tutte le varie fasce d´età, dalla vita prenatale alla vita da anziani. Ma in cosa consiste la musicoterapia? «È l´uso del linguaggio musicale in tutte le forme e collegamenti con il corpo e la mente», dice Simona Nirensztein Katz, musicoterapeuta e musicista. «Il suo obiettivo è quello di accompagnare i pazienti in un percorso verso la salute». In Italia, però, i pareri sono diversi. «Ritengo che si possa definire musicoterapia - precisa la psichiatra Graziella Magherini, presidente dell´International Association for Art and Psychology - soltanto la psicoterapia psicodinamica attuata con la mediazione della musica. Il musicoterapeuta deve avere un´adeguata padronanza del linguaggio musicale e anche una formazione psicologica». Nella maggior parte dei casi, il musicoterapeuta agisce sotto la supervisione di un neuropsichiatra, di un geriatra, un pediatra o di un altro specialista. Sempre più spesso, inoltre, la musica entra anche nelle corsie d´ospedale. Per esempio, al Bambino Gesù di Roma dove ai piccoli pazienti in terapia intensiva viene fatto ascoltare Mozart. Note terapeutiche anche al pediatrico Meyer di Firenze dove già da anni, anche in reparti particolarmente difficili come quello di oncoematologia e soprattutto in chirurgia serve per aiutare i bambini a sentirsi meno soli di fronte alla paura. Ma quali sono le musiche più "terapeutiche"? «Non si può dire che un certo brano o tipo di strumento sia più adatto di un altro», chiarisce Giulia Cremaschi Trovesi, presidente della Federazione italiana musicoterapeuti. «Le sedute di musicoterapia si basano soprattutto sull´improvvisazione di note che nasce da un dialogo profondo tra il paziente e il terapeuta». Proprio di recente, però, la Caledonian University di Glasgow ha lanciato un progetto triennale di musicoterapia che per la prima volta analizzerà brani di musica contemporanea e non classica. I risultati potrebbero consentire di sviluppare programmi computerizzati in grado di identificare la musica che ha il miglior effetto sui disturbi dell´umore e la depressione. Dalla pratica clinica, intanto, qualche indicazione arriva. La musica classica domina la classifica delle "note che fanno bene", ma vengono considerate efficaci anche il jazz, la musica New Age, quella indiana e persino Gloria Gaynor e i Pink Floyd. IRMA D´ARIA, la Repubblica 21/9/2010 LA VOCE E IL BATTITO DEL CUORE IL PRIMO CONCERTO COMINCIA NEL GREMBO MATERNO - Tutto comincia con la cosiddetta "prima orchestra": quella del grembo materno in cui risuona la voce della mamma, il battito del suo cuore e tutto ciò che ci aspetta fuori. Ecco perché la musica è un elemento fondamentale per la crescita e lo sviluppo somatico, psicologico e sociale. È proprio questo il tema centrale del libro Crescere con la musica. Dal corpo al pensiero musicale, curato da Roberto Caterina, Graziella Magherini e Simona Nirensztein Katz. «La musica», spiega Graziella Magherini, «accompagna lo sviluppo del bambino dagli aspetti sonori del rapporto con la madre fino alla fase di identificazione del sé e poi via, via nelle varie tappe della crescita». È anche un ponte di comunicazione nella fase adolescenziale quando la chiusura è spesso molto forte. «La musica», sottolinea Simona Nirensztein, «permette al ragazzo in cerca della propria identità di adulto una forma di regressione inconfessabile a parole ma accettabile nel ritorno a musiche che lo portano in contatto con bisogni profondi come la ripetitività ritmica, simile al movimento del cullare, o musiche più intimistiche attraverso cui dà sfogo a emozioni a cui non sa ancora dare un nome».(i. d´a.) BEETHOVEN AIUTA LA FIORITURA IL ROCK FA "FUGGIRE" LE PIANTE INDAGINI SUL MONDO DELLA NATURA - Chi non ha il pollice verde, può provare con la musica. Le piante, infatti, percepiscono la musica attraverso le vibrazioni delle onde sonore. Gli studi condotti soprattutto in Inghilterra dimostrano che così come reagiscono a problemi ambientali come la scarsità di luce o acqua, i vegetali reagiscono anche al suono di determinati ritmi musicali. In particolare, la musica favorirebbe la circolazione della linfa all´interno dei vasi e anche la fotosintesi grazie a una maggiore produzione di clorofilla. Risultati confermati anche con uno studio condotto presso l´Istituto nazionale di biotecnologie per l´agricoltura di Suwon, in Corea del Sud, sui germogli di riso. La ricerca ha dimostrato come le note di Beethoven siano in grado di far fiorire alcune piante o di accelerarne la crescita persino fuori stagione. Ma esistono anche studi in senso contrario: la musica rock sarebbe da evitare. In alcuni esperimenti condotti negli Stati Uniti si è potuto vedere che le piante alle quali viene fatto ascoltare questo tipo di musica tentano di allontanarsi dagli altoparlanti mentre quelle "esposte" alla musica classica addirittura si attorcigliano attorno alla fonte musicale. (i. d´a.) Bolle Jazz Considerata una tipica musica del benessere: risolleva gli animi e ispira senso di libertà. Anche in questo caso esistono in gran parte solamente evidenze cliniche. Sacra Il canto gregoriano è un genere di musica vocale di carattere liturgico. Viene considerato, in base alle tonalità e velocità di esecuzione una musica utile alla riduzione dello stress. Indiana La musica indiana viene utilizzata nella riabilitazione e per sbloccare le emozioni: questa la conclusione di alcuni esperti sulla base della pratica clinica. NEW AGE Questo tipo di musica è generalmente associata alla meditazione e al relax. Viene utilizzata in molte situazioni, soprattutto durante i massaggi. Si stanno moltiplicando le ricerche. DEBUSSY Le musiche del pianista francese morto nel 1918 sono, insieme a quelle scritte da Schubert, indicate per calmare i neonati e i bambini. VIVALDI Il compositore italiano delle "Quattro stagioni", insieme ad Haendel (considerato da Beethoven il più grande musicista mai esistito) sono consigliati nelle cure per gli impulsi aggressivi. Mozart Il cosiddetto "Effetto Mozart" è forse quello più studiato e controverso: l’ascolto di una sua composizione avrebbe migliorato la percezione spaziale. Usato nei disturbi del linguaggio. Beethoven Secondo alcune ricerche le musiche del compositore Ludwig Van Beethoven a cavallo tra ’700 e ’800 sono utili per la terapia negli attacchi di panico, ma anche nello sviluppo delle piante.