CATERINA PASOLINI, la Repubblica 21/9/2010, 21 settembre 2010
GAY CHE ADOTTANO FIGLI? RISCHI COMPRAVENDITA" - ROMA
Giovanardi contro tutti. Lancia test obbligatori e divieti, spaziando dalla Rai alle adozioni, provocando proteste e accuse di incostituzionalità, violazione della privacy, omofobia. Se infatti di prima mattina il sottosegretario alla presidenza del consiglio annuncia di volere un test antidroga obbligatorio e pubblico per chi vuole lavorare in tv, subito dopo usa parole dure sulle coppie omosessuali di aspiranti genitori.
«Nei Paesi dove sono permesse le adozioni ai gay è esplosa la compravendita di bambini», dice infatti Giovanardi, presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Confermando così la linea del governo, contrario a permettere le adozioni a coppie omosessuali «perché rende il bambino un diverso, lo si candida all´infelicità». Immediata la reazione di Arci Gay e Paola Concia del Pd che chiedono le sue dimissioni, lo accusano di omofobia e di «seminare odio». «Centinaia di coppie gay - dice il presidente dell´Arcigay Paolo Patanè - esattamente in questo momento, stanno crescendo in perfetta armonia e amore i propri figli con il pericolo che gente come Giovanardi dia sconsideratamente fiato alle corde vocali per alimentare il pregiudizio, la diffidenza o peggio l´odio». Per Imma Battaglia, presidente di Di´ Gay Project, «Giovanardi dovrebbe essere querelato per atteggiamenti omofobi», mentre per l´esponente storico della comunità gay Aurelio Mancuso «Giovanardi è proprio un orco sociale». Nel dibattito interviene anche Cifa Onlus, associazione che si occupa di adozioni internazionali: la compravendita dei bambini «è un fenomeno aberrante a prescindere da chi sia l´autore del gesto». Il sottosegretario precisa che trova altrettanto aberrante «la pratica per cui una coppia può assemblare sul mercato i fattori della riproduzione» dicendosi «contrario a quel meccanismo utilizzato all´estero, attraverso il quale sul mercato si sceglie il proprio bambino».
Poco prima l´annuncio del test antidroga. L´idea è di applicare le stesse regole del campo in tv. «Se un calciatore è positivo al doping viene allontanato per qualche tempo. Uguale trattamento deve valere per chi vuole presentare, cantare o interpretare fiction. Se lavori nel servizio pubblico devi essere in linea con i valori educativi della Rai» dice Giovanardi. Per il sottosegretario conduttori e artisti dovrebbero iniziare a fare il test volontariamente come hanno fatto i parlamentari. In caso di non disponibilità, «ognuno trarrà le sue conclusioni».
Le reazioni alla proposta non si fanno attendere. Così Lucia Annunziata dice sì al test antidoping e senza distinzioni, «dal direttore generale in giù», ma senza rendere pubblici i risultati che «sarebbe incostituzionale». Contrario Lamberto Sposini per il quale l´uso di droga fa parte della sfera privata anche se si ricoprono incarichi pubblici. Tra i favorevoli c´è Simona Ventura. «È una provocazione che accetto volentieri». Il suo motto è «male non fare paura non avere». Ma aggiunge: «Insieme a me vorrei però che lo facessero anche loro, i politici». Anche Adriana Volpe la trova una bella idea, anche se vorrebbe controlli casuali obbligatori ma soprattutto dai risultati segreti. «In base alla normativa - dice la conduttrice dei "Fatti vostri" - i controlli andrebbero fatti solo a scopo statistico». Massimo Giletti si sottoporrebbe al test anche se, sottolinea, «i problemi seri sono altri». Più che droga troverebbero «al massimo un goccio di Sangiovese» ironizza invece Fabrizio Frizzi, «per nulla contrario anche se non vedo l´emergenza per i conduttori, sempre lucidi e puntuali». Per il Garante della privacy Franco Pizzetti «la legge prevede l´obbligatorietà del test antidroga solo per determinate categorie di lavoratori pubblici, autisti, macchinisti, chi guida bus o treni e comunque in nessun caso è prevista la pubblicità dei dati».