ANDREA SCANZI, La Stampa 21/9/2010, pagina 36, 21 settembre 2010
Intervista a Beppe Grillo - Scusi un attimo, sto preparando il raduno degli squadristi». Beppe Grillo è nella sua casa di Genova
Intervista a Beppe Grillo - Scusi un attimo, sto preparando il raduno degli squadristi». Beppe Grillo è nella sua casa di Genova. Di buonumore, sta registrando un intervento per la prima puntata di Annozero. Giovedì 30 settembre partirà da Pescara il nuovo tour, Beppe Grillo is back. Sabato e domenica avrà luogo - all’Ippodromo di Cesena - Woodstock 5 Stelle. «Rispetto a quello originale ci sarà meno fango. Pensi: avremo anche docce e punti di ristoro». Diretta sul canale Play Me (digitale terrestre gratuito e web). Bersani, Silvestri, Gazzè, Fabri Fibra, Bollani, Benvegnù e molti altri. Un bel cast, ma di nicchia. I big hanno detto no? «Neanche. Non rispondono al telefono, si fanno proteggere dagli agenti. All’inizio, per riempire uno spazio da 200mila persone, ho pensato di chiamare un’icona rock. Tipo Ligabue, che aveva aderito al V-Day. Mi filtrava con la segretaria, e mica solo lui. Meglio così: ci sarà solo chi è convinto». Sarà un V-Day 3? «Saranno due giorni di musica e futuro con musicisti ed esperti mondiali su acqua, energia, rifiuti, ambiente». Un raduno di squadristi. «Certo, squadristi. Madri che portano i figli, sovversivi che gettano la spazzatura nei cestini. Persone pericolosissime. Sono bastati dei fischi a Schifani per scatenare un’isteria di massa». Magari è colpa sua, che alza sempre i toni. «Sono volgare io o la compravendita di parlamentari? Sono eversivo io o chi non partecipa al voto sullo scudo fiscale? Come va chiamato uno stato in cui le richieste dei cittadini - le 350mila firme del V-Day - vengono ignorate? Antidemocratico, mafioso, omertoso? E tutto anche grazie all’opposizione collaborativa del Pdmenoelle». Lei con il Pd ce l’ha proprio, però Vendola è disposto al dialogo. «Vendola non deve dialogare con me, ma con se stesso. Deve dare risposte sugli inceneritori in Puglia, sull’acqua privatizzata. Fa parte di un partito contro il nucleare, ma anche a favore; contro l’illegalità, ma anche per l’indulto. Ad aiutare la maggioranza, il Pd è instancabile. Ha fatto più Fini in un giorno che il Pdmenoelle in tutta la sua vita». Adesso le piace Fini? «Per carità. La sua "ribellione" è tipica delle dittature, dove l’opposizione si fa all’interno del partito di governo invece che al suo esterno. Fini attacca Berlusconi, ma per 15 anni ne è stato reggicoda entusiasta. Ho buona memoria, altri no e lo esaltano come accadde con Veltroni». Che è tornato. «Topo Gigio Veltroni è uno sfigato inconsapevole. Tradisce le speranze degli italiani, che lo vorrebbero ritirato sul monte Athos o a portare la buona novella del ma-anchismo agli africani. Torna sempre, parla e viene dimenticato in un paio di giorni. Lo si rimuove per legittima difesa. Qualcuno lo accompagni all’uscita, ma anche alla frontiera». Lei parla male di tutti. «Sì, e sono pure un qualunquista che fa soldi con l’antipolitica. Le mie ricchezze derivano da 40 anni di spettacoli, il mio blog è gratuito. I dvd? Li compra chi vuole. Il MoVimento 5 Stelle non vuole finanziamenti elettorali: la politica non si fa coi soldi dello Stato, ma su base volontaria. I partiti ragionano in maniera appena diversa: e sarei io quello che si arricchisce?». Alle politiche quando prenderà? «Nei sondaggi siamo alla voce "altri", garantisce Mannheimer, ma il 10 % non è un miraggio. Basterebbero un Favia e un Bono per mandare in cortocircuito il Parlamento. Giovani, dal basso. Nessuna alleanza. I partiti sono strutture vecchie, basate su lobby. Un mercato delle vacche». Così fa il gioco di Berlusconi. «Berlusconi è l’effetto, non la causa. Eliminarlo lasciando le cose come stanno ci consegnerà a un altro Berlusconi. Si discute della legge bavaglio, ma non della commistione tra informazione e impresa e banche. Un quotidiano con azionisti come Tronchetti, Caltagirone, Ligresti o Geronzi che informazione può fare? La Tav e il nucleare sicuro chi li ha votati, i partiti o Berlusconi? I partiti». Un tempo stimava Di Pietro. Ora l’Idv si interroga se lei sia risorsa o sabotatore. «Ho un buon rapporto con Di Pietro, ma si è messo in una situazione pessima. Non sa con chi stare, nel partito ha personaggi equivoci. Basta col darmi la colpa: non sono un alibi a disposizione per chi, per sua incapacità, perde le elezioni come è avvenuto alla Bresso». Il suo amico Fabrizio De André avrebbe partecipato a Woodstock 5 Stelle? «No, era troppo schivo. Però avrebbe mandato un video di due minuti, gli sarebbe piaciuta da morire questa cosa contro il potere. La mia idea nasce anche dalla sua La domenica delle salme, quando denunciava la pavidità dei colleghi. Profetico, come sempre. Sapesse quanto mi manca».