Marika Gervasio, Il Sole 24 Ore 21/9/2010, 21 settembre 2010
SCATTO DI CALZATURE E PELLETTERIA
Tra décolleté supereleganti con tacchi vertiginosi a sandali con zeppe di legno, passando per borse in paglia ipercolorate o piccole pochette gioiello, passeggiando tra gli stand del Micam e del Mipel, i saloni della calzatura e della pelletteria in corso a Fieramilano si respira voglia di ripresa, soprattutto grazie agli ordini che arrivano dall’estero: oltre agli europei, russi, qualche americano, buyer dei paesi dell’Est, del Medio Oriente. Un pubblico, soprattutto quello extra-europeo, che cerca calzature di fascia alta o altissima e apprezza moltissimo gli accessori più creativi oltre alle borse made in Italy.
«Abbiamo alzato il livello della nostra prima linea, già di fascia alta e altissima, per assecondare la domanda di Russia, Medio ed Estremo Oriente – racconta il direttore commerciale della Alberto Gozzi , Vittorio Paolinelli – clienti molto importanti per noi assieme ai cinesi che sono in forte crescita. Contemporaneamente abbiamo elevato anche il livello della nostra seconda linea, con il marchio Ego, più di tendenza e dedicata ai giovani per i nostri clienti italiani ed europei. Ci aspettiamo una crescita del fatturato per quest’anno».
Nonostante la crisi Camomilla sta registrando risultati molto soddisfacenti con incrementi a doppia cifra. In due anni il fatturato è passato da 30 milioni a 51 milioni (a giugno 2010) e continua a crescere. Il segreto? Prodotti di qualità, con un ottimo design al giusto prezzo, come spiega Grazia Belloni, che ha fondato l’azienda 27 anni fa con il marito Maurizio. «Il problema del settore della pelletteria è che i rivenditori sono arroccati sul passato e fanno fatica a trasformarsi in negozi di accessori oltre che di sole borse. Basti pensare che dei duemila clienti che abbiamo solo cento sono negozi di borse. Gli altri spaziano dagli accessori, agli articoli da regalo e persino i fiorai. Invece – continua Grazia Belloni – non bisogna dimenticare che adesso le borse si cambiano più spesso e che i consumatori cercano prodotti belli e di qualità ma a prezzi più accessibili, come insegnano Zara e Ikea. Con gli stranieri invece si lavora bene: abbiamo aperto in Francia e Spagna e stiamo entrando in Germania, ma abbiamo raccolto ordini da Singapore, Hong Kong, Beirut, Tokyo, Croazia e Dubai. Qui al Mipel abbiamo incontrato russi, irlandesi e svizzeri. Adesso la nostra quota di export è tra l’8 e il 10%, ma vogliamo arrivare al 25% entro il 2011».
Punta su un’attenta selezione dei rivenditori e su un campionario non troppo esteso ma ben studiato Fratelli Ruggieri che quest’anno celebra i 50 anni di attività con una nuova microlinea di ballerine, 1960, con l’intenzione di entrare all’interno di boutique di abbigliamento con una collezione di nicchia. «Per il 2010 ci aspettiamo una ripresa anche a livello dei consumi – racconta il titolare, Gino Ruggieri –. La nostra strategia punta su due fronti: retail e prodotto. Stiamo facendo un’altissima selezione dei negozi per evitare quelli che non vendono e che poi hanno insoluti con i fornitori. Per quanto riguarda l’offerta, invece, studiamo campionari più piccoli e concentrati su prodotti che già sappiamo si possono vendere. L’obiettivo di 1960 con quattro modelli è proprio quello di presentare un prodotto con la massima riconoscibilità. Quanto al prezzo lavoriamo per restare sulla fascia media».
Le cose non vanno male per Kroll, ma la situazione di incertezza generale resta. «Ci aspettiamo sempre meglio – dice l’amministratore unico di Kroll, Salvatore Gagliardi –. La ripartenza che si dice essere all’orizzonte ancora non si vede, ma sono abbastanza soddisfatto anche se si vive alla giornata. Clienti nuovi qui alla fiera non ne troviamo, è un’occasione per consolidare i rapporti con quelli già acquisiti. Gli Stati Uniti e l’Europa sono tornati così come gli italiani grazie all’apertura domenicale di quest’anno che ha favorito la presenza dei negozianti».