Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  settembre 19 Domenica calendario

La disputa dell’area più ricca del Mare di Barents che ha avuto come protagonisti per ben 40 anni Norvegia e Russia (in precedenza l’Urss) è terminata con un accordo che lascia soddisfatte entrambe le parti

La disputa dell’area più ricca del Mare di Barents che ha avuto come protagonisti per ben 40 anni Norvegia e Russia (in precedenza l’Urss) è terminata con un accordo che lascia soddisfatte entrambe le parti. È stato infatti firmato a Murmansk dal primo ministro norvegese Jens Stoltemberg e dal presidente del consiglio russo Dimitri Medvedev il trattato che definisce la linea di demarcazione delle zone di influenza economica nel Mare di Barents secondo un criterio che assegna alle due nazioni parti ritenute uguali, dopo infiniti sondaggi, per svolgere, ciascuna per proprio conto, attività che vanno dalla pesca del merluzzo alla prospezione e allo sfruttamento dei giacimenti petroliferi e di gas naturale in un bacino di 175 mila chilometri quadrati. Si tratta dell’evento più importante della storia moderna norvegese, come lo definiscono gli osservatori economici di Oslo, dopo l’adesione della nazione alla Nato. Entrambe le parti possono essere molto soddisfatte del risultato che, implicitamente, dà il via ad un’attività febbrile soprattutto per quanto riguarda le indagini geologiche che dovrebbero confermare, se ce n’è bisogno, la presenza di quantità enormi di greggio (si parla di 50 - 500 miliardi di barili) e di gas naturale sotto i fondali fra le isole Svalbard norvegesi e la russa Novaja Zemlja. Un primo accordo, definito della “zona grigia” era stato concluso nel 1977 per riparare alle indecisioni create da un altro accordo del 1970 che aveva lasciato entrambe le nazioni scontente. Ma l’accordo del 1977, che aveva soddisfatto oltre misura i sovietici era stato manovrato dal sottosegretario norvegese Arne Treholt che, nel 1984, fu arrestato e condannato a 20 anni di carcere per spionaggio a favore dell’Unione Sovietica. Nel 1988, un compromesso fu concluso dal primo ministro norvegese Gro Harlem Nrundtland e il suo collega sovietico Nikolaj Ryzjkov, ma con lo scioglimento dell’Urss, nel 1991-92, tale compromesso cessò di esistere. In aprile giunse, inaspettatamente, la notizia che l’accordo era stato completato e sarebbe stato firmato a fine settembre a Mosca. Poi i tempi sono stati ancor piú accelerati e lo stesso Putin ha dato ordine di firmare il trattato a Murmansk il 16 settembre. Forse un suo modo per celebrare il compleanno di Medvedev che cadeva in quel giorno.