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 2010  settembre 20 Lunedì calendario

ESTREMA DESTRA IN PARLAMENTO DECISIVA PER IL GOVERNO SVEDESE —

Un risultato previsto e tuttavia rivoluzionario. Perché è la prima volta in un secolo di storia che in Svezia il centrodestra al potere non viene apertamente ripudiato dopo il primo mandato. Ma, soprattutto, perché il debutto in Parlamento di Sverige demokraterna (Democratici svedesi) — partito di estrema destra che ha basato tutta la campagna sul «pericolo immigrati» — renderà difficile la formazione di un governo stabile e comunque costringerà il prossimo esecutivo a fare i conti con le istanze degli xenofobi. Nella notte i numeri definitivi mostravano il primato dei moderati di Fredrik Reinfeldt (48,8%), la sconfitta annunciata dell’alleanza rosso-verde di Mona Sahlin (43,7%) e l’ingresso nel Riksdag del trentunenne Jimmie Akesson e compagni, riusciti nell’intento di attirare sui propri temi — l’«argine» agli immigrati e la protezione della svedesità del Paese — anche i riluttanti partiti tradizionali: il 5,7% dei voti è valso loro il superamento della soglia di sbarramento (4%) e un numero di rappresentanti sufficiente a privare i moderati della maggioranza. La tv di Stato assegnava al centrodestra 172 seggi, alla sinistra 157 deputati e 20 ai Democratici svedesi. La maggioranza assoluta è di 175 seggi.
«Siamo contentissimi — dice al Corriere un raggiante Mattias Karlsson, portavoce e candidato di Sverige demokraterna —. Abbiamo fatto meglio delle previsioni, perché i nostri sostenitori hanno timore a dichiararsi: c’è troppa animosità nei nostri confronti». Solo nei prossimi giorni si chiariranno gli eff ett i della calata dei nuovi vichinghi nel Parlamento di re Carlo Gustavo XVI. Il premier Reinfeldt ha ripetuto ieri che non stringerà mai accordi con gli estremisti, preferendo un governo di minoranza o un’intesa con i verdi. Ma di fronte a uno scenario di instabilità — e una possibile crisi finanziaria che vanificherebbe i buoni risultati economici fin qui raggiunti (la Svezia crescerà nel 2010 del 4%) — non si esclude che l’alleanza guidata dai moderati si rivolga anche ai rappresentanti dei Democratici svedesi.
Chiara la sconfitta per la socialdemocratica Mona Sahlin che non nascondeva l’ambizione di diventare la prima donna premier di Svezia. Il suo partito, per ottant’anni bussola del Paese scandinavo, ha perso 4 punti rispetto al già disastroso risultato del 2006. Lei potrebbe lasciarne la guida, anche se non si vede un successore all’altezza. Inutile l’appoggio in extremis della scrittrice di gialli più nota (e ricca) di Svezia. Ieri Liza Marklund, 48 anni, appena rientrata da New York dove ha festeggiato il primo posto nella classifica dei best seller, è salita sul palco insieme alla leader della sinistra. «È un disastro — ha detto al Corriere la Marklund —. La socialdemocrazia ha creato un welfare in grado di proteggere i più deboli. Il centrodestra ha cominciato a eroderlo. Ma i razzisti non riusciranno a combinare granché: gli svedesi restano un popolo tollerante. Solo i poveri continueranno a perdere».
P. Sa.