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 2010  settembre 20 Lunedì calendario

NON SI ARRESTA LA VOGLIA DI ANAGRAFE - È

sufficiente esaminare gli interventi del Garante della privacy per intuire quanto possa essere vasto l’universo delle banche dati pubbliche. Ci sono gli archivi ormai in attività da tempo e quelli che invece devono ancora vedere la luce.

Come la banca dati del Dna, da utilizzare in ambito investigativo. Se ne è discusso a lungo (è stata oggetto anche di un disegno di legge, poi abortito), ma da giugno 2009 è diventata una certezza. Da quando il trattato di Prum, recepito dal nostro Paese, ne ha previsto l’istituzione in ambito europeo. Il ministero della Giustizia – capofila di un pool di dicasteri chiamati a dire la loro sul futuro database delle informazioni genetiche – ha approntato nel dicembre scorso una bozza di regolamento, che però non ha fatto passi avanti.

È, invece, operativo da tempo l’archivio del Ris di Parma, che raccoglie migliaia di profili genetici e di campioni biologici acquisiti negli anni nel corso di indagini penali e conservati su disposizione della magistratura. Il Garante si è occupato più volte del database del reparto investigazioni scientifiche dei Carabinieri: nel 2007, per esempio, ha prescritto una serie di misure per mettere in sicurezza le informazioni.

Sempre in ambito di polizia, l’Autorità della privacy ha avuto modo di controllare anche il Ced del ministero dell’Interno. L’intervento più recente risale a un anno e mezzo fa, quando il Viminale ha chiesto al Garante il via libera per far confluire nel centro elaborazione dati 40 archivi e l’Authority ha chiesto di cancellarne dall’elenco tre perché mancavano i presupposti normativi perché stessero nel Ced. In passato, il Garante si era confrontato con il ministero dell’Interno sul progetto di istituzione dell’indice nazionale delle anagrafi, un archivio che consente alle amministrazioni pubbliche e ai soggetti abilitati di conoscere il comune di residenza di ogni cittadino iscritto all’anagrafe.

Nel giugno scorso il Garante non ha avuto nulla da ridire circa la proposta del ministero dell’Istruzione sulle modalità di funzionamento dell’anagrafe degli studenti, che raccoglie i dati sul percorso scolastico e sulle valutazioni di tutti gli scolari, a partire dal primo anno della primaria.

Sull’utilizzo del Pra il Garante ha avuto modo di chiarire che le informazioni custodite nel pubblico registro automobilistico possono essere usate dalle officine di revisione per inviare, senza consenso dell’interessato, comunicazioni di interesse pubblico, come la data di scadenza della revisione. I dati non possono, invece, essere usati per scopi pubblicitari, a meno che l’interessato non abbia esplicitamente acconsentito in tal senso.

Le banche dati del settore sanitario sono tra quelle più delicate, perché contengono informazioni sensibili, relative allo stato di salute. L’Authority ha acconsentito alla proposta dell’Istituto superiore di sanità di istituire il registro nazionale delle strutture autorizzate ad applicare tecniche di procreazione medicalmente assistita, degli embrioni formati e dei bimbi nati seguendo tale procedura. Più articolato, invece, il parere espresso in merito al progetto – contenuto in un disegno di legge governativo – di istituire i registri nazionali e regionali degli impianti protesici mammari, rispetto al quale il Garante ha individuato diversi aspetti di criticità. Il disegno di legge si appresta ora a iniziare l’iter parlamentare.