Virginia Agnelli, madre e farfalla di Marina Ripa Di Meana, Gabriella Mecucci, Minerva edizioni, Bologna 2010, 287 pagg., 20 settembre 2010
Virginia Agnelli (Virginia Bourbon del Monte di San Faustino), Roma 24 maggio 1899, Pisa 21 novembre 1945 • Metà americana e metà aristocratica italiana, terza figlia di Jane Campbell e di Carlo Bourbon del Monte principe di San Faustino (titolo ricevuto dal papa nel 1861) • Il padre era piuttosto attraente: alto, occhi azzurri, lineamenti ben disegnati
Virginia Agnelli (Virginia Bourbon del Monte di San Faustino), Roma 24 maggio 1899, Pisa 21 novembre 1945 • Metà americana e metà aristocratica italiana, terza figlia di Jane Campbell e di Carlo Bourbon del Monte principe di San Faustino (titolo ricevuto dal papa nel 1861) • Il padre era piuttosto attraente: alto, occhi azzurri, lineamenti ben disegnati. La madre, americana, figlia di secondo letto di un produttore di olio di lino, ma senza una gran dote, nata nel New Jersey ma emigrata a Roma verso il 1893 con la madre. Jane conduceva una vita brillante fra Roma, Parigi e Venezia, e spesso portava con sé la figlia • Rimasta orfana di padre a diciotto anni • Edoardo Agnelli, nato a Verona il 2 agosto del 1892 da Giovanni Agnelli e Clara Boselli, una sorella più grande, Aniceta, morta di parto nel 1928. Non ebbe mai un ruolo importante nella Fiat • Virginia incontra Edoardo Agnelli a Palazzo Barberini, dove vivono i Bourbon. Il giovane comincia a frequentare la sua casa per giocare a bridge, finché non la chiede in sposa • Matrimonio l’8 giugno del 1919, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, a Roma • Virginia volle che tutte le operaie conosciute mentre faceva volontariato (nel 1915-1918) partecipassero al suo matrimonio con Edoardo. E infatti una folla di ragazze riempì la chiesa e mezza piazza Esedra. Intervennero persino gli spazzini che lavoravano di solito a piazza Barberini • Centocinquanta invitati alla colazione nuziale a Palazzo Barberini, e una grande colazione offerta nei locali delle cucine economiche di via Mantova per le operaie (oltre trecento) intervenute alle nozze. Alla cerimonia si contarono infine circa 3000 persone. Gli sposi raggiunsero poi su una Fiat fuoriserie Venezia • La coppia si trasferì quindi a Torino, a vivere nella splendida casa di Corso Oporto • Sette figli: Clara (1920), Gianni (1921), Susanna (1922), Maria Sole (1925), Cristiana (1927), Giorgio (1929), Umberto (1934) • Pasqua a Roma, dalla nonna, princess Jane, come la chiamavano i sette bimbi, e vacanze a Forte dei Marmi • Virginia, bella, capelli ricci e rossi, non portava mai il cappello contrariamente agli usi del tempo, tra le prime ad indossare i pantaloni, non usava gioielli nonostante ne avesse parecchi. Appariva stravagante per la sua libertà di linguaggio, perché circolava nuda sulla spiaggia e a casa, perché, per squarciare il grigio perbenismo di Torino, arrivava a regalare biancheria intima di seta alle cameriere. Parlava con un accento romanesco molto colorito. Chiamava tutti i suoi figli "topi d’oro" • A Torino su di lei circolavano parecchi pettegolezzi, alimentati in parte da Clara Boselli, la suocera, che la detestava. Si diceva che cambiasse gli amanti come le lenzuola del letto e le si attribuì un flirt con Curzio Malaparte, allora direttore de "La Stampa". Di fatto quell’amore ci fu, ma almeno quattro anni dopo • Virginia, juventina, che nel 1932, al banchetto di gala in onore dei campioni d’Italia, si presenta con due cani: un samoiedo bianco e un barboncino nero • Il 14 luglio del 1935 Edoardo Agnelli perde la vita in un incidente in idrovolante, mentre con l’amico e comandante Ferrarin va da Forte dei Marmi, dove ha passato il weekend, a Genova: stanno ammarando al porto quando l’imbarcazione urta un tronco di legno che galleggia in mare. L’aereo si rovescia e l’elica del motore ancora in moto colpisce e quasi decapita Edoardo che si era alzato in piedi per scendere • L’incontro con Malaparte qualche tempo dopo la morte del marito. Dopo la morte di Edoardo la famiglia si trasferisce a Forte dei Marmi con la nonna, princess Jane. Virginia va in Francia qualche giorno. La nonna fa amicizia con Malaparte, che lì è confinato dopo gli attacchi al fascista Italo Balbo. La frequentazione continua anche quando torna Virginia. Tra il dicembre del 1935 e il gennaio del 1936 tra i due nasce l’amore • Malaparte, licenziato dalla direzione della Stampa da Giovanni Agnelli alla fine del gennaio del 1931 con queste parole: «Malaparte, qui dentro ci sono i soldi della liquidazione; li prenda e, per favore, mi restituisca la busta» • «Fin dal primo giorno, fin da quando, volgendo verso me la tua nera testa di cavallo, mi hai per la prima voltta incontrato con lo sguardo (la lunga criniera ondeggiava dolcemente sulle tue spalle bianche), hai sentito quel che di segreto, di misterioso, vi è nella mia natura. Hai capito che io non sono soltanto un uomo: ma donna, cane, pietra, albero, fiume» (Malaparte a Virginia) • Malaparte, che secondo gli amici non era un amante focoso, ma anzi piuttosto frigido, «faceva uso di pillole a base di tiroide, per consumar di più e neutralizzare certi desideri» (Lino Pellegrini). Per sua stessa ammissione faceva l’amore al massimo una volta alla settimana, e talora di malavoglia • «Scianflusciona», il nomignolo che Malaparte aveva inventato per Virginia • I due si incontravano all’Hotel de Russie, a via del Babuino • Ma la storia tra Virginia e Malaparte non piace al suocero, il Senatore Giovanni Agnelli, che gli mette alle costole due agenti dell’Ovra (la polizia fascista) • Agnelli, così contrario alla storia tra Virginia e Malaparte che chiese a Gherardo Casini, allora direttore generale della stampa italiana, di «mandare Malaparte in Giappone per qualche mese a fare un’inchiesta, naturalmente a spese della Fiat». E in effetti finita la pena al confino Malaparte fu inviato in Etiopia per un reportage • Tra Virginia e Malaparte viene fissata una prima data di matrimonio per il 10 ottobre 1936. La cerimonia doveva svolgersi nel Duomo di Pisa. Ma Agnelli fermò tutto: disse alla nuora che non avrebbe acconsentito alla sua unione con Malaparte se questi non fosse stato riammesso al PNF, il Partito Nazionale Fascista. Malaparte ci provò inutilmente. Poi iniziò a fare delle autentiche follie: scenate, minacciose telefonate, ineleganti tradimenti, decisioni stizzose di non concedersi • Il 18 dicembre del 1936 il Senatore ottiene un’ordinanza del Tribunale dei Minori di Torino che gli affida i sette figli di Virginia, a cui toglie la patria potestà per i suoi comportamenti con Malaparte. Virginia carica i sette figli sul treno, direzione Roma, per parlare col Duce. Ma durante il viaggio la polizia le toglie i figli • Arrivata a Roma da sola, si piazza a Palazzo Venezia fino a quando non ottiene un appuntamento col Duce. Al segretario particolare di Mussolini, che ogni giorno la rimanda a quello successivo, dice: «Non sono la signora Agnelli. Sono la madre di sette figli e questi figli mi sono stati sottratti contro ogni giustizia. E questa giustizia io tornerò qui, ogni giorno, a pretenderla. A meno che il nome Agnelli, quello del Senatore s’intende, non sia diventato, in Italia, più importante di quello di Mussolini» • Il Duce la riceve e si schiera dalla sua parte • Dopo mesi di trattative con Giovanni Agnelli, Virginia e il Senatore arrivano a un labile accordo: riavrà i suoi figli se non fisserà la sua residenza a Roma e troncherà la relazione con Malaparte. Ma Virginia rompe ambedue le promesse (prende residenza il 21 dicembre del 1936 e l’Ovra documenterà altri incontri con lo scrittore). Così il 9 aprile del 1937 il precettore di Gianni Agnelli, Ferruccio Buratti, prende Gianni e lo mette su un treno per Torino. I due vengono fermati prima dell’arrivo. Il 18 maggio i ragazzi vengono di nuovo portati a Torino, ma alla fine il Senatore e Virginia trovano un accordo. Agnelli cede su tutta la linea e Virginia mantiene la sua residenza a Roma e continua a vedere Malaparte, senza sposarlo, fino al 1939 • Virginia, così poco formale che una volta accolse la principessa di Trabia in bikini mentre Susanna, la figlia, che era fidanzata del nipote Raimondo, sotto voce la pregava di mettersi qualcosa addosso • Fu grazie a Virginia e ad Eugen Dollmann, capo dei nazisti di Roma, che si svolse l’incontro del 1944 tra il generale delle SS Karl Wolff e il Papa Pio XII, per trattare l’evacuazione pacifica dei tedeschi dalla capitale • Morta il 21 novembre del 1945, a 46 anni, in un incidente d’auto lungo la strada che attraversa le pinete tirreniche di San Rossore e Migliarino, mentre viaggiava da Roma a Forte dei Marmi