Massimo Murianni, Novella 2000, n. 38, 23/09/2010, p. 34, 23 settembre 2010
LA GARBATELLA SI RIBELLA: “NON SIAMO I CESARONI”
Tutti contro I Cesaroni. Dopo La Padania, che ha accusato la serie Mediaset di essere troppo romana per rappresentare l’Italia, e il Movimento italiano genitori (Moige), che l’ha definita «superficiale e non adatta al pubblico dei minori», ora tocca agli abitanti della Garbatella, il quartiere romano dove è ambientata la fiction, alzare la voce contro Giulio Cesaroni (alias Claudio Amendola) e famiglia. Il ritornello è quello del giornale della Lega, ma in salsa locale: «I Cesaroni non ci rappresentano», ha tuonato Mirella Arcidiacono, in arte Fata Garbatella, presidente dell’associazione culturale Il Tempo Ritrovato. Eppure quando nel quartiere è arrivato il pullman con il cast per il lancio della nuova serie, è stato un bagno di folla. «Macché», dice Fata Garbatella, «quelli non erano garbatellani. Era gente venuta da fuori, una sfilata organizzata ad hoc. Mi hanno detto che di noi non è andato nessuno. Abbiamo anche indetto un sondaggio: "Cesaroni sì, Cesaroni no". Il 2 ottobre manderemo i risultati al ministro Gelmini e a tutte le istituzioni che si interessano di cultura». E che nessuno si azzardi a domandare se è il caso di scomodare il Palazzo per una fiction. Secondo la portavoce dell’orgoglio garbatellano, «l’obbiettivo è tutelare la storia del quartiere, che nulla ha a che vedere con la scenografia del telefilm. Nella realtà i nostri edifici storici cadono a pezzi, le strade sono sporche». Intendiamoci: niente di personale contro Amendola e soci... «Nessuno ce l’ha con gli attori, sono gli sceneggiatori che potrebbero fare di più per il quartiere. Cosa costerebbe inserire ogni tanto un dettaglio della vera Garbatella? Per esempio, ’sti Cesaroni si innamorano di qua e di là, ma mai una volta che siano andati alla Fontana dell’amore, un posto dove si incontrano i garbatellani veri. Così i turisti che vengono in processione sui luoghi della serie, prima di scappare via si fermerebbero anche a guardare qualcosa che va oltre la finzione del set».
E la difesa dei Cesaroni? Se Amendola ha liquidato come «sterili le critiche della Padania», agli abitanti del quartiere risponde Benedetta Fabbri, responsabile editoriale della serie: «Terremo in considerazione il suggerimento della presidentessa», dice a Novella. «Credo comunque che potrebbe essere proprio grazie alla fama che i Cesaroni hanno dato alla Garbatella anche fuori Roma, che l’associazione potrebbe ora avere qualche possibilità in più di essere ascoltata da chi dovrebbe occuparsi della salvaguardia del rione». Sì: ma Giulio Cesaroni se lo farà mai un giro alla Fontana dell’amore?