FRAMMENTI, 18 settembre 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "DI STEFANO
Paolo"
Dante Isella dal ”Corriere”scaglia la prima pietra contro l’autenticità del diario postumo di Montale, volendo dimostrare che è tutto un pastiche di Annalisa Cima (20 luglio). In suo soccorso la penna più attiva della pagina culturale, Paolo Di Stefano, avvisa che il caso, non più letterario, sta slittando in ambito giuridico, volendo dire giudiziario, e convince tutti che del doman non c’è certezza, e neanche della lingua italiana (’Corriere” 26 luglio).
(Rosanna Bettarini, Il Sole 24 ore, 10/08/1997)
Sul Corriere della Sera lo scrittore Paolo Di Stefano ha paragonato la metrica della più celebre formazione interista di tutti i tempi a Chiare, fresche e dolci acque del Petrarca: «Provate a recitarla come fosse una poesia. Vi accorgerete delle tante assonanze che la innervano senza darlo a vedere: Sarti-Suarez, Facchetti-Picchi, Burgnich-Guarneri, Jair-Bedin (che sostituì Tagnin). Provate ora a dividerla in tre versi: a. Sarti Burgnich Facchetti, b. Bedin Guarneri Picchi, C. Jair Mazzola Peirò Suarez Corso. Due settenari (7 sillabe) e un endecasillabo (11): i metri poetici italiani più illustri».
(Paolo Di Stefano, "Corriere della Sera" 10/3/2008)
E’ vero che l’editoria si è americanizzata e appiattita sul mercantile. Ne L’esca di Donald E. Westlake (Alacrán) lo scrittore in disgrazia dice all’amico fortunato: «In tutte le librerie delle grandi catene commerciali c’è un computer e il computer dice, per esempio, “delle cinquemila copie del suo ultimo romanzo che abbiamo preso ne abbiamo vendute solo tremilacento, quindi non ordinate più di tremilacinquecento del prossimo”». Il bestseller è ormai un genere a sé, anziché un evento fortunato ma eccezionale. Il libro di Paolo Di Stefano, Potresti anche dirmi grazie (Rizzoli), ne parla ampiamente
(Gianandrea Piccioli, La Stampa - TuttoLibri 4/9/2010)